www.manualidiofficina.it<\/a><\/p><\/blockquote>\n\n\n\nLa Bettolina J\u00f6rn (la Bettolina di Sestri)<\/h4>\n\n\n\nUn barcone fluviale olandese<\/h5>\n\n\n\n Era un classico barcone fluviale<\/strong>, utilizzato come imbarcazione da trasporto<\/strong>, varato in Olanda<\/strong> con il nome di Gretha<\/strong>. Per un po di tempo solca i fiumi ed i canali trasportando differenti materiali. <\/p>\n\n\n\nPoi, con l’invasione dell’Olanda da parte delle truppe tedesche, la Bettolina di Sestri viene confiscata<\/strong>. Per essere utilizzata nelle operazioni che prevedevano l’invasione della Gran Bretagna dal mare. <\/p>\n\n\n\nNell’estate del 1943<\/strong>, a causa della scarsit\u00e0 di mezzi navali, alcune bettoline furono trasferite nel Mar Mediterraneo<\/strong>. Per essere impiegate nel trasporto di materiali bellici e per il rifornimento delle truppe tedesche. La Bettolina di Sestri discende il fiume Rodano e arriva a Marsiglia<\/strong>. Successivamente giunge nel porto di Savona<\/strong> e assume una nuova identit\u00e0 viene infatti ribattezzata J\u00f6rn<\/strong>.<\/p>\n\n\n\nIl 12 Febbraio 1944<\/strong>, mentre era ancora in rada in attesa di effettuare un nuovo trasporto verso il sud, la Bettolina di Sestri viene affondata. Dopo un’incursione da parte di uno stormo di 24 bombardieri americani B 25<\/strong> sul porto di Sestri Levante. L’imbarcazione affonda dopo 45 minuti<\/strong> di lenta agonia, lasciando il suo equipaggio tutto il tempo per mettersi in salvo.<\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\nLe prime ricostruzioni storiche<\/h5>\n\n\n\n Sino pochi anni fa, della Bettolina di Sestri non si sapeva quasi nulla. Soltanto che era un’imbarcazione tedesca e che era affondata con ogni probabilit\u00e0 nel 1944. <\/p>\n\n\n\n
Poi Manfred Krellenberg<\/strong> \u00e8 riuscito a trovare alcune nuove informazioni e, 50 anni dopo, nel 1994, \u00e8 uscita una ricostruzione di Andrea Ghisotti<\/strong>. Fu pubblicata da una nota rivista del settore subacqueo e rendeva noto il nome della Bettolina di Sestri ed parte della sua storia, sino a quel momento alquanto sconosciuta. <\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\nTuttavia, fra le nuove informazioni, mancava l’ultimo istante di vita dell’imbarcazione: l’affondamento. Esistevano delle ipotesi ma senza alcuna valida prova. Si ipotizzava un attacco aereo ma non si conosceva il tipo di aereo. Si pensava provenisse da una base in Sardegna ma in quei giorni in Sardegna nevicava e c\u2019era vento forte.<\/p>\n\n\n\n
Ma chi l\u2019aveva affondata?<\/h5>\n\n\n\n I dubbi sull’esattezza della data e su chi effettivamente avesse affondato la Bettolina di Sestri e con che mezzo rimanevano. Si sollevavano dubbi e ipotesi su questo relitto molto noto tra i subacquei del Nord Italia. <\/p>\n\n\n\n
Ma non restava che una possibilit\u00e0, tentare di chiedere ulteriori informazioni a chi per primo aveva scoperto il nome del relitto di Sestri: Manfred Krellenberg. <\/p>\n\n\n\n
Giunse la risposta che tutti attendevano con una e-mail alla quale era allegata una scheda, compilata in lingua tedesca, sulla Bettolina di Sestri. <\/p>\n\n\n\n
Al termine della scheda, un trafiletto dal quale si apprendeva che fu perduta il 12 Febbraio 1944 alle 12:00<\/strong> <\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\nQuel giorno, venti bombardieri<\/strong> effettuano un’incursione<\/strong> sul porto di Sestri Levante<\/strong>. La bettolina ancora in rada viene attaccata e affonda dopo 45 minuti. Nessuna vittima<\/strong>. <\/p>\n\n\n\nPer essere certi di un\u2019informazione, bisogna sempre avere almeno un secondo riscontro. Scavando nei libri, per cercare ulteriori notizie sulle basi aeree in Corsica e sulle missioni effettuate dagli aerei durante quel periodo, arriva la conferma.<\/p>\n\n\n\n
Giunge via e-mail dagli Stati Uniti<\/strong>. Allega la copia del rapporto americano<\/strong> della missione di quel giorno sul porto di Sestri Levante. <\/p>\n\n\n\nLa Bettolina di Sestri affond\u00f2 attaccata da aerei alleati mentre era ferma all’ancora nella rada di fronte a Sestri Levante. Non in navigazione<\/strong>, come era riportato sino ad allora. Non trasportava un carico<\/strong> di sacchi di cemento e di carburante. L’attacco giunse di giorno e non di notte come si ipotizzava. <\/p>\n\n\n\nVerso una nuova ricostruzione<\/h5>\n\n\n\n Le vecchie informazioni erano completamente stravolte. Il dato che si riteneva certo ha fuorviato per molto tempo le ricerche ma ora si apre un nuovo scenario. <\/p>\n\n\n\n
Improvvisamente emergono nuove deduzioni e con loro la soluzione dell\u2019enigma. I sacchi di zavorra<\/strong>, visibili sul fondo all’interno della stiva numero uno, venivano utilizzati quando le bettoline senza carico si spostavano. Bilanciavano lo scafo durante la navigazione, ma poi, una volta in porto, venivano scaricati per lasciar posto al carico. Segno che la bettolina era giunta a Sestri Levante per imbarcare un nuovo quantitativo di materiale da trasportare a Livorno. <\/p>\n\n\n\nAveva ancorato di fronte al porto, restando ridosso di Punta Manara. Una sola ancora in acqua<\/strong>, segno che probabilmente da l\u00ec a poco sarebbe dovuta entrare in porto. Questo lo si pu\u00f2 dedurre dal fatto che sul relitto, a poppa, si possono vedere le ancore ancora sul posto mentre mancano quelle di prua.<\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\nL’affondamento<\/h5>\n\n\n\n All\u2019improvviso, alle 11:55, compare uno stormo di 24 bombardieri B 25<\/strong> partiti dal Ghisonaccia in Corsica<\/strong>. I bombardieri sono scortati da 21 Spitfire<\/strong>. Attaccano il porto di Sestri Levante, bombardano le postazioni a terra, i depositi e le batterie costiere. <\/p>\n\n\n\nNel passaggio, colpiscono una nave da circa 3000 tonnellate, distruggono anche due navi ancorate vicino ai depositi e tre chiatte lunghe 50 m tra le quali anche la nostra Bettolina. <\/p>\n\n\n\n
L’imbarcazione non affonda subito<\/strong>, ma impiega 45 minuti per raggiungere il fondo sabbioso sottostante. Questo lasso di tempo \u00e8 sufficiente ai marinai che erano a bordo per mettersi al sicuro. Altri commilitoni giunti per prestare soccorso li traggono in salvo dalle fredde acque del Golfo. <\/p>\n\n\n\nQuesta \u00e8 l’altra novit\u00e0. Per molto tempo si \u00e8 detto che nell’affondamento della Bettolina di Sestri ci furono quattro morti. Che secondo la prima versione furono raccolti la mattina dopo sulle rive sabbiose della Baia del Silenzio. \u00c8 probabilmente un errore temporale perch\u00e9 si tratta di una sovrapposizione di due differenti episodi, avvenuti nello stesso luogo ma accaduto in due momenti diversi. <\/p>\n\n\n\n
Cos\u00ec finalmente anche per la Bettolina di Sestri si \u00e8 ricostruita tutta la sua storia. Dal varo all\u2019affondamento. A distanza di tanto tempo anche l’ultimo mistero \u00e8 caduto. Ma oggi, il fascino di una visita sullo J\u00f6rn resta immutato. <\/p><\/blockquote>\n\n\n\n