{"id":4861,"date":"2021-10-27T07:00:00","date_gmt":"2021-10-27T05:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.underwatertales.net\/?p=4861"},"modified":"2025-02-19T15:10:29","modified_gmt":"2025-02-19T14:10:29","slug":"il-relitto-del-marcella","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.underwatertales.net\/2021\/10\/27\/il-relitto-del-marcella\/","title":{"rendered":"Il relitto del Marcella"},"content":{"rendered":"\n

Il relitto del Marcella ha assunto una posizione davvero spettacolare. La prua \u00e8 verticale e rivolta verso l\u2019alto, quasi volesse riemergere. La poppa, distrutta dalle esplosioni \u00e8 adagiata sul fondale limaccioso.<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n

La mattina del 20 ottobre 2021<\/h4>\n\n\n\n

Il tempo non lascia presagire granch\u00e9. Nubi basse coprono le colline attorno a Chiavari e voltando lo sguardo verso il mare lo scenario non migliora.<\/p>\n\n\n\n

Ma non possiamo non provarci perch\u00e9 i ragazzi che stanno arrivando da Milano ormai sono quasi qui. Devo preparare la mia borsa con l\u2019attrezzatura e volare verso il diving center.<\/p>\n\n\n\n

Anche perch\u00e9 avevo rischiato di dimenticarmi di questa immersione. Anzi me ne ero completamente dimenticato. In agenda avevo scritto ore 10 Marcella, senza specificare \u201cdive Marcella\u201d. E siccome una mia cliente si chiama Marcella, luned\u00ec mattina, nell\u2019atto di pianificare la mia settimana, ho pensato di avere un appuntamento con lei quel mercoled\u00ec 20 ottobre alle dieci. Poi un WhatsApp di Jin mi ha riportato alla realt\u00e0. Il Marcella \u00e8 il relitto di Framura e lui mi aveva invitato per un\u2019immersione qualche settimana fa.<\/p>\n\n\n\n

Al diving center e sulla barca<\/h4>\n\n\n\n

Al mio arrivo a Lavagna, i ragazzi sono gi\u00e0 l\u00ec. I ritmi, quella mattina, sono particolarmente lenti, in linea con il tempo cupo. Caff\u00e8 con biscottini, gentilmente offerti dal MASSUB<\/a>, il nostro diving center di appoggio. E nel frattempo iniziamo ad assemblare la nostra attrezzatura. <\/p>\n\n\n\n

Saliamo in barca e gi\u00e0 all’uscita dal porto di Lavagna ci rendiamo conto che il mare purtroppo non sar\u00e0 un nostro alleato. Nella notte si \u00e8 alzato il vento da sud e il moto ondoso inizia a far ballare la nostra imbarcazione che dovr\u00e0 fare comunque molta strada.<\/p>\n\n\n\n

Ci\u00f2 nonostante decido di procedere, come da programma, ed iniziare una diretta Facebook sul nostro viaggio.<\/p>\n\n\n\n

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Tra un’onda che ci fa sbattere \u00e8 un’altra che ci bagna, finalmente riusciamo a superare Punta Manara. Ci rendiamo conto che le condizioni del mare sono leggermente migliori e in lontananza notiamo che il cielo si sta anche leggermente riaprendo. Alessandro, che sta guidando l\u2019imbarcazione, riceve anche l’aggiornamento delle condizioni meteo marine. Scopriamo di avere una finestra di mare e di tempo semi discreto valida sino alle ore sedici. <\/p>\n\n\n\n

Diamo gas ai motori, superiamo Punta Baffe, Moneglia e ci dirigiamo velocemente verso Framura, un comune sparso che fa gi\u00e0 parte della provincia della Spezia. Qui davanti giace il relitto del Marcella.<\/p>\n\n\n\n

La sua storia<\/h4>\n\n\n\n

Anche questa nave, come molte altre appartenenti alla flottiglia tedesca durante la sequenza Seconda Guerra Mondiale, in tempo di pace era nata come peschereccio d\u2019altura.<\/p>\n\n\n\n

Fu costruita a cavallo tra il 1933 ed il 1934 nei cantieri della Normandia di Saint Nazaire e nasceva per essere utilizzata per la pesca del merluzzo nell’Oceano Atlantico. A seguito dell’invasione della Francia tuttavia anche questa nave venne interamente convertita da uso civile a nave da guerra.<\/p>\n\n\n\n

Nei primi giorni di gennaio del 1943 il suo lungo scafo di sessantasei metri fu attrezzato e trasformato. Furono creati i nuovi spazi per costruirvi gli alloggi dell’equipaggio in quanto dopo la trasformazione ben ottanta persone sarebbero salite a bordo. Fu revisionato il motore e inoltre la nave doveva essere armata. Con il passare del tempo, giorno dopo giorno, la barca perse il suo aspetto di peschereccio per assumere quello ben pi\u00f9 aggressivo di cacciasommergibili.<\/p>\n\n\n\n

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Ultimati i lavori nel cantiere navale l’aspetto del peschereccio fu completamente modificato. Dove prima si lavorava il pescato ora risiedono armi, proiettili e bombe di profondit\u00e0. Tutte allineate e pronte all\u2019uso. Il nuovo cacciasommergibili era inoltre munito degli strumenti di ricerca e di ascolto pi\u00f9 sofisticati che al momento potevano essere prodotti dalla tecnologia tedesca. <\/p>\n\n\n\n

Questa nave assunse un’importanza rilevante nella storia della Marina Militare Tedesca e la sua nuova destinazione a cacciasommergibili port\u00f2 lustro e gloria al suo comandante, il Tenente Otto Pollmann. <\/p>\n\n\n\n

Nacque l\u2019UJ2210 che si fregi\u00f2 di importanti affondamenti e venne utilizzata in tutto lo specchio del Mar Tirreno. Dai porti francesi a quelli liguri. Da quelli dell’arcipelago toscano sino alla Campania, alla Sicilia, alla Sardegna ed anche in prossimit\u00e0 delle coste africane.\u00a0<\/p>\n\n\n\n

All’allarme sommergibile l\u2019UJ2210 rispondeva con delle precise bombe di profondit\u00e0 che affondavano rapidamente i nemici.\u00a0<\/p>\n\n\n\n

Il suo affondamento<\/h4>\n\n\n\n

La sera del 27 maggio del 1944, l\u2019UJ 2 10 era di servizio scorta ad un convoglio, costituito da diverse imbarcazioni, che da Genova doveva andare alla Spezia. <\/p>\n\n\n\n

Durante la navigazione, un rimorchiatore del convoglio rallent\u00f2 il suo traino. Intervenne cos\u00ec l\u2019UJ 2210 e lo agganci\u00f2 al traino. A causa di ci\u00f2 il caccia sommergibili non aveva pi\u00f9 la libert\u00e0 di manovra n\u00e9 la rapidit\u00e0 di reazione a lui necessari. <\/p>\n\n\n\n

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Alle 03:40 del 28 maggio del 1944 questo imprevisto si riveler\u00e0 fatale. Sar\u00e0 colpito da un siluro lanciato dalla motosilurante MTB 419 che attacc\u00f2 il convoglio tedesco. L’ex peschereccio Marcella si spezz\u00f2 in due, dopo una forte deflagrazione. Otto marinai perirono nel suo affondamento. <\/p>\n\n\n\n

Oggi il Marcella giace di fronte a Framura, in una posizione alquanto particolare e spettacolare. Lo spezzone di prua, lungo circa venticinque metri, \u00e8 infatti quasi verticale ed \u00e8 appoggiato al resto della nave che \u00e8 coricata sul fianco sinistro. La poppa giace sul fondale sabbioso a circa 68 m di profondit\u00e0 mentre la prua arriva a circa 42 m.\u00a0<\/p>\n\n\n\n

L’immersione<\/h4>\n\n\n\n

\u00c8 scoccato da poco il mezzogiorno e noi siamo sul punto dell’immersione. Avevamo indossato le mute stagne all’uscita del porto di Lavagna per evitare di bagnarci a causa del mare agitato. Non ci resta che indossare le attrezzature, con il bi bombola e le bombole del compressive, e tuffarci in acqua. Scendiamo in due gruppi: Zar e Jin davanti ed io, Cristian e Mattia dietro. <\/p>\n\n\n\n

La discesa \u00e8 abbastanza veloce e, dopo aver superato una zona di scarsa visibilit\u00e0 intorno ai trenta metri di profondit\u00e0, all”improvviso iniziamo a vedere il taglio della prua del relitto del Marcella che punta dritto verso di noi. L’effetto \u00e8 davvero impressionante siamo a quarantacinque metri di profondit\u00e0 e abbiamo raggiunto la prua della nave. <\/p>\n\n\n\n

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Sporgendoci intravediamo la fiancata che scende sino sino al fondo. Iniziamo a scendere sempre pi\u00f9 in basso, \u00e8 impressionante visitare una nave che ha assunto questa posizione. \u00c8 spezzata in due tronconi, la parte di prua punta verso l’alto quasi volesse tornare in superficie. La poppa invece e completamente distrutta dalle esplosioni e giace adagiata su un fondo fangoso. <\/p>\n\n\n\n

Purtroppo la fanghiglia \u00e8 causa di scarsa visibilit\u00e0 e non riusciamo ad ammirare pienamente il cannone, comunque ancora visibile e ricoperto da concrezioni e bivalvi taglienti. <\/p>\n\n\n\n

Alzo la testa verso l’alto per apprezzare il panorama che ho sopra di me: nuvole di pesci circondano le strutture dello scafo e della prua. La vita marina che sto ammirando in controluce \u00e8 fatta di centinaia di pesci che si muovono all\u2019unisono, da una parte all’altra delle murate, con un movimento fluttuante e continuo. <\/p>\n\n\n\n

Seguiamo la direzione dello scafo verso la poppa ed incontriamo il fumaiolo. Siamo tra lamiere contorte e tra nuvole di nebbia assoluta perch\u00e9 l’estremit\u00e0 della poppa pare davvero sprofondare nel limo impalpabile. <\/p>\n\n\n\n

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A poppa scorgo qualche gorgoglia del tipo Leptogorgia sarmentosa<\/em>, tipica dei fondali sedimentosi. I suoi ventagli scheletrici ondeggiano nella corrente. <\/p>\n\n\n\n

Ritorniamo verso la zona della deflagrazione e iniziamo a risalire verso la verso la prua, seguendo i ponti, in modo da poter ammirare le varie parti rimaste sane della nave. Ritornati sulla prua prestiamo attenzione alle ancore ancora bloccate al loro posto, negli occhi di cubia. <\/p>\n\n\n\n

\u00c8 il momento delle riprese scenografiche di questa prua rivolta in modo innaturale verso l’alto.<\/p>\n\n\n\n

La risalita<\/h4>\n\n\n\n

Abbiamo pianificato di rimanere sul fondo per 25 minuti e sono passati, purtroppo, molto velocemente. \u00c8 il momento di iniziare la risalita dal relitto del Marcella. Ci scambiamo i segnali ed iniziamo lentamente a ritornare verso la superficie. <\/p>\n\n\n\n

Ci attendono pi\u00f9 di 50 minuti prima di risalire in barca e rivedere la luce.<\/p>\n\n\n\n

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I protagonisti<\/h4>\n\n\n\n

Marco Colciago detto Zar<\/p>\n\n\n\n

Gianluca Jin Recita<\/p>\n\n\n\n

Cristian Marcon<\/p>\n\n\n\n

Mattia Marano<\/p>\n\n\n\n

Alessandro Boschi<\/p>\n\n\n\n

Stefano Sibona<\/p>\n\n\n\n

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Leggi anche<\/h4>\n\n\n\n
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MASSUB diving center Portofino<\/a><\/blockquote>