{"id":3767,"date":"2021-05-07T08:00:00","date_gmt":"2021-05-07T06:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.underwatertales.net\/?p=3767"},"modified":"2025-02-19T15:14:05","modified_gmt":"2025-02-19T14:14:05","slug":"mpa-engage-gli-effetti-dei-cambiamenti-climatici","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.underwatertales.net\/2021\/05\/07\/mpa-engage-gli-effetti-dei-cambiamenti-climatici\/","title":{"rendered":"MPA-Engage: gli effetti dei cambiamenti climatici"},"content":{"rendered":"\n
MPA-Engage: un supporto per le AMP del Mediterraneo per adattarsi e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici<\/strong>. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai una quotidianit\u00e0. Purtroppo, il Mediterraneo \u00e8 uno dei mari dove questi effetti sono pi\u00f9 intensi ed evidenti. In questo contesto il ruolo delle Aree Marine Protette<\/strong> diventa sempre pi\u00f9 importante.<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n
Il progetto MPA-Engage<\/h5>\n\n\n\n
Il progetto MPA-Engage<\/a><\/strong> nasce con l\u2019obiettivo di mettere in condizione le Aree Marine Protette<\/strong> di diventare dei siti sentinella<\/strong> e dei veri e propri laboratori di studio dei cambiamenti climatici<\/strong>. Questa attivit\u00e0, svolta in prima linea, permetter\u00e0 di elaborare le strategie ed i piani di adattamento necessari per mitigare questi effetti catastrofici. Sia dal punto di vista ecologico che socioeconomico.<\/p>\n\n\n\n
Il progetto, che avr\u00e0 una durata di 32 mesi, \u00e8 realizzato in partnership. Con istituti di ricerca<\/strong>, organizzazioni non governative<\/strong> come DAN Europe e PADI, amministrazioni regionali<\/strong> e, ovviamente, aree marine protette<\/strong>. Le 6 AMP coinvolte sono sufficientemente equidistanti tra loro in modo da coprire l\u2019intero bacino mediterraneo.<\/p>\n\n\n
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I 4 pilastri del progetto<\/h5>\n\n\n\n
Il progetto MPA-Engage<\/a> sui cambiamenti climatici si poggia su 4 pilastri:<\/p>\n\n\n\n
- monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici<\/strong> attraverso l\u2019utilizzo di protocolli standardizzati;<\/li><\/ul>\n\n\n\n
- valutare la vulnerabilit\u00e0<\/strong> sia degli ecosistemi<\/strong> che delle attivit\u00e0 socioeconomiche<\/strong>;<\/li><\/ul>\n\n\n\n
- creare un approccio partecipativo<\/strong> da parte di tutti coloro che vivono e che lavorano a stretto contatto con le aree interessate;<\/li><\/ul>\n\n\n\n
- coinvolgere gli stakeholder locali e promuovere la citizen science<\/strong><\/em><\/li><\/ul>\n\n\n
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Il ruolo dell\u2019 Area Marina Protetta di Portofino<\/a><\/h5>\n\n\n\n
L\u2019Area Marina Protetta di Portofino<\/a><\/strong> \u00e8 uno dei siti pilota dove studiare, sperimentare ed attuare le misure di adattamento, gestione e mitigazione nei confronti dei cambiamenti climatici.<\/p>\n\n\n\n
- Il monitoraggio della temperatura<\/strong> della colonna d\u2019acqua sino a 40 metri di profondit\u00e0 viene realizzato grazie all\u2019ausilio di appositi sensori che misurano ogni ora la temperatura dell\u2019acqua alla Cala dell\u2019Oro.<\/li><\/ul>\n\n\n
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- L\u2019indagine sulla mortalit\u00e0 delle gorgonie rosse<\/strong> viene invece svolta su tre siti, Secca dell\u2019Isuela, Torretta ed Altare, in due distinti periodi dell\u2019anno. Prima e dopo l\u2019estate.<\/li><\/ul>\n\n\n
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- Il monitoraggio dei pesci<\/strong> \u00e8 invece svolto su alcune specie indicatrici, come le corvine, i serrani, le donzelle o le cernie.<\/li><\/ul>\n\n\n\n
Le prime rilevazioni<\/h5>\n\n\n\n
Da queste tre attivit\u00e0 emerge immediatamente come l\u2019aumento della temperatura<\/strong> dell\u2019acqua abbia un forte impatto non solo sull\u2019equilibrio del sistema ma anche sul processo migratorio<\/strong> di alcune specie. Si sta infatti assistendo ad un fenomeno di meridionalizzazione<\/strong><\/em> se non addirittura di tropicalizzazione<\/strong><\/em>. \u00c8 ci\u00f2 che spinge alcune specie, all\u2019aumentare delle temperature, a trasferirsi verso nord. In alcuni casi superando il Canale di Suez, migrando dai mari tropicali.<\/p>\n\n\n\n
Il barracuda<\/strong> o il pesce pappagallo<\/strong> sono la testimonianza pi\u00f9 evidente di questo fenomeno. Ma alcune specie prettamente tropicali, come il pesce leone<\/strong>, sono gi\u00e0 state avvistate abbondantemente in alcuni siti del Mediterraneo meridionale.<\/p>\n\n\n
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La mia esperienza<\/h5>\n\n\n\n
La citizen science<\/strong>, ovvero il tentativo di coinvolgere tutti coloro che sono in qualche modo interessati, deve inevitabilmente rivolgersi anche a noi subacquei, che siamo fruitori del mare. Infatti, tra gli impatti che i cambiamenti climatici stanno provocando, dobbiamo considerare non solo il rischio di immergersi in mari meno ricchi ma, soprattutto, di un conseguente impoverimento dell\u2019industria subacquea. <\/p>\n\n\n
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Grazie alla campagna di sensibilizzazione<\/strong> svolta da alcuni diving center, come Portofino Divers<\/a>, Style Diving<\/a> e Diving Evolution<\/a>, l\u2019Area Marina Protetta di Portofino<\/a> sta organizzando un corso molto interessante di Climate Change Monitoring Protocols<\/strong>.<\/p>\n\n\n