{"id":3453,"date":"2021-04-08T16:00:51","date_gmt":"2021-04-08T14:00:51","guid":{"rendered":"https:\/\/www.underwatertales.net\/?p=3453"},"modified":"2025-02-19T15:14:56","modified_gmt":"2025-02-19T14:14:56","slug":"odive-il-primo-sensore-connesso-per-immersioni-personalizzate","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.underwatertales.net\/2021\/04\/08\/odive-il-primo-sensore-connesso-per-immersioni-personalizzate\/","title":{"rendered":"O\u2019Dive: il primo sensore connesso per immersioni personalizzate"},"content":{"rendered":"\n
O\u2019Dive, un sistema innovativo che permette di personalizzare le proprie immersioni. Un sensore di microbolle vascolari che determina un indice di qualit\u00e0 della nostra immersione. Uno strumento che consente ai subacquei, immersione dopo immersione, di migliorare la conoscenza di se stessi per anticipare meglio le reazioni del nostro corpo.<\/p><\/blockquote>\n\n\n\n
O’Dive<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n Quando si parla di decompressione bisognerebbe partire dall\u2019assunto che non siamo tutti uguali. <\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Con la proliferazione di nuovi computer subacquei ed il prevalere dell\u2019algoritmo B\u00fchlmann ZH-L16C con gradient factors, si \u00e8 di fatto stabilito uno standard tra i vari modelli decompressivi. Se implementati correttamente, i computer prodotti dalle diverse case, come ad esempio il Genius della Mares, lo Shearwater, l\u2019OSTC o il Garmin, forniranno gli stessi risultati. Il nostro tempo massimo di permanenza ad una determinata profondit\u00e0 varier\u00e0 sensibilmente a seconda delle impostazioni che abbiamo scelto. Ma sar\u00e0 comunque comune tra i vari computer settati allo stesso modo.<\/p>\n\n\n\n
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L\u2019importanza dei gradient factors<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Gli incidenti causati dalla Malattia da Decompressione<\/strong> spesso si verificano nonostante il subacqueo abbia rispettato fedelmente i tempi di sosta stabiliti dall\u2019algoritmo del proprio computer. Proprio per questo motivo vengono definiti \u201cimmeritati\u201d<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
Questi incidenti potrebbero essere facilmente spiegati dalla considerazione che, per quanto uno standard possa essere accettato, anche il B\u00fchlmann ZH-L16C \u00e8 solamente un\u2019approssimazione matematica degli eventi fisici e fisiologici del corpo umano durante un\u2019immersione.<\/p>\n\n\n\n
E non \u00e8 possibile ricondurre l\u2019intera umanit\u00e0 ad un singolo set di istruzioni per un computer subacqueo. Ed \u00e8 per questo che i gradient factors si sono rivelati cos\u00ec utili. Perch\u00e9 permettono la customizzazione individuale del modello matematico.<\/p>\n\n\n\n
Se volete informazioni dettagliate sui modelli decompressivi e sull\u2019utilizzo dei gradient factors potete cliccare qui.<\/a><\/p>\n\n\n\n
Ma come si arriva a definire i gradient factors appropriati per la propria fisiologia?<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Questo \u00e8 il problema che si \u00e8 posto Azoth Systems<\/a>,<\/strong> una societ\u00e0 di ingegneria e servizi, specializzata nella sicurezza dell\u2019esposizione iperbarica. \u00c8 composta da 7 ingegneri, scienziati e ricercatori dei settori della subacquea professionale e militare, dell\u2019industria spaziale e della medicina iperbarica. <\/p>\n\n\n\n
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E per affrontarlo ha prodotto O\u2019Dive<\/a><\/strong>, il primo sensore connesso per immersioni personalizzate, che accoppia l\u2019analisi della decompressione statistica, che si basa su una legge del rischio supportata da un vasto database (quella derivante dai software dei computer subacquei), con il rilevamento di bolle ad ultrasuoni Doppler. Con l\u2019obiettivo di migliorare la sicurezza del subacqueo, aiutandolo ad adattare la decompressione abbassando progressivamente i rischi di fronte alla formazione di bolle. O\u2019Dive<\/a> permette al subacqueo di misurare la qualit\u00e0 della sua decompressione sulla base di un\u2019analisi del proprio profilo di immersione unito ai risultati delle misurazioni delle bolle post immersione evidenziate dal monitoraggio Doppler succlavia dello strumento stesso. L\u2019approccio \u00e8 complementare a quello proposto dal software del computer subacqueo o dalle tabelle decompressive.<\/p>\n\n\n\n
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O\u2019Dive by Azoth Systems<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n Come sono entrato in contatto con il mondo O\u2019Dive<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Devo dire grazie a YouTube, che mi ha suggerito un video che \u201cavrebbe potuto interessarmi\u201d. Devo anche ringraziare la mia felina curiosit\u00e0, perch\u00e9 ho deciso di guardarlo. Cos\u00ec mi sono imbattuto in questa storia curiosa e allo stesso tempo potenzialmente foriera di novit\u00e0 importanti per il panorama subacqueo mondiale.<\/p>\n\n\n\n
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Cos\u00ec, grazie al contributo ed alla immediata disponibilit\u00e0 di Didier Draguiev, sales & marketing director di Azoth Systems<\/a>, sono entrato nel mondo di O\u2019Dive<\/a>. Ed ho scoperto che la sua tecnologia \u00e8 il risultato di decenni di studi e di ricerche ed \u00e8 costituito da un sensore automatizzato ad ultrasuoni, facile da utilizzare. \u00c8 in grado di leggere la presenza di bolle di azoto posizionandolo sotto la clavicola<\/strong> sinistra e successivamente su quella destra. In questa zona il segnale \u00e8 decisamente pi\u00f9 pulito rispetto al sensore precordiale.<\/p>\n\n\n\n
Didier Draguiev, sales & marketing director Azoth Systems<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n La collaborazione tra DAN Europe e Azoth Systems<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Cristian Pellegrini<\/strong>, head of marketing and communications di DAN Europe<\/a><\/strong>, mi ha raccontato che la partnership con O\u2019Dive<\/a><\/strong> \u00e8 nata pi\u00f9 di un anno fa, poco prima che il lockdown causato dal COVID ci costringesse ad una forzata reclusione.<\/p>\n\n\n\n
DAN Europe people<\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n \u201cLa fondazione medico scientifica della DAN<\/a> investe una parte importante dei suoi proventi nella ricerca e O\u2019Dive<\/a> si \u00e8 rivelato un ottimo strumento per la rilevazione delle bolle. Utile per condurre nuovi studi scientifici atti a ridurre la formazione delle suddette bolle nei profili decompressivi.\u201d<\/p>\n\n\n\n
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Per Axel Barbaud<\/strong>, il fondatore di Azoth Systems<\/a>: “La missione di Azoth Systems \u00e8 di migliorare la sicurezza dei subacquei. L’idea di una partnership con DAN \u00e8 stata quindi naturale”. <\/p>\n\n\n\n
O’Dive<\/a>, che concentra 12 anni di lavoro di ricerca di Azoth Systems<\/a>, compresa l’analisi di decine di migliaia di immersioni, sta gi\u00e0 aiutando a ottimizzare la sicurezza di pi\u00f9 di 1700 subacquei in tutto il mondo. O’Dive rappresenta anche un cambio di paradigma che permette di decuplicare i progressi della ricerca, offrendo la possibilit\u00e0 di implementare i progressi in aggiornamenti regolari del software a beneficio della sicurezza dei subacquei.<\/p>\n\n\n\n
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Gli sforzi di DAN Europe<\/a> hanno una propria metodologia di analisi delle immersioni che presuppone la conoscenza del mondo subacqueo. DAN Europe<\/a>, che \u00e8 un pioniere nella raccolta di dati sul campo e ha una vasta conoscenza della raccolta di dati scientifici e storicamente riconosciuti sul campo, ha un grande potenziale per aprire e accelerare questo nuovo cambiamento di conoscenza. L’integrazione tra le due realt\u00e0 e il loro enorme database pu\u00f2 davvero creare una nuova vita per la ricerca e per la nostra sicurezza<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
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Perch\u00e9 la rilevazione sotto la clavicola?<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
L’analisi Doppler precordiale richiede un addestramento per chi la conduce, in modo da riuscire a registrare un segnale di buona qualit\u00e0. Il Doppler \u00e8 un segnale sonoro che subisce delle forti interferenze causate dai rumori cardiaci. La rilevazione succlavia, cio\u00e8 sotto la clavicola, proposta dal sistema O’Dive<\/a>, si pu\u00f2 definire una tecnologia avanzata per la facilit\u00e0 con cui si riesce a trovare il punto di riferimento corretto. Ci fornisce un valore molto utile. Attraverso la sua ricerca, Azoth Systems<\/a> ha anche dimostrato che le bolle rilevate a livello della succlavia erano meglio correlate al rischio di DCI rispetto a quelle rilevate a livello precordiale.<\/p>\n\n\n\n
Se volete approfondire questo tema potete cliccare qui<\/a><\/p>\n\n\n\n
Massimo Pieri<\/strong>, supervisore dell’area di ricerca europea e coordinatore della raccolta dati presso Dan Europe<\/a>, spiega.<\/p>\n\n\n\n
“Le bolle sono definite come un indice di stress decompressivo. Possiamo dire che una procedura che non genera bolle pu\u00f2 essere considerata come una procedura di buona qualit\u00e0, almeno molto meglio di una procedura che genera molte bolle. Di conseguenza l\u2019obiettivo comune per tutti i subacquei \u00e8 quello di fare immersioni con profili a basso rischio, con poche o zero bolle. Due competenze diverse hanno fatto insieme un passo in avanti per dare ai subacquei dei ritorni rapidi. Lavoriamo con loro per unificare gli sforzi per creare un dispositivo semplice e intuitivo in grado di fornire ai subacquei dei punti in comune, con un enorme sforzo per dare risultati concreti<\/strong>“.<\/p>\n\n\n\n
“Le sinergie sono il futuro<\/strong>“, conclude Max. “Fare tutto da soli \u00e8 impossibile. Bisogna completarsi a vicenda combinando gli sforzi economici e tecnologici. Per aiutare i subacquei ad andare sott’acqua con pi\u00f9 divertimento e pi\u00f9 sicurezza”.<\/p>\n\n\n\n
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La rilevazione sotto la clavicola<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n Come funziona O\u2019Dive?<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
La custodia impermeabile contiene il sensore O\u2019Dive<\/a> con un caricatore wireless ed il gel per ultrasuoni. Scaricando l\u2019app<\/strong> O\u2019Dive<\/a> sul proprio smartphone \u00e8 possibile creare un account personale.<\/p>\n\n\n\n
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Il primo passo del processo \u00e8 quello di eseguire due letture Doppler dopo l\u2019immersione. Ognuna di esse deve essere eseguita all\u2019altezza delle vene succlavie, prima a sinistra e poi a destra. Le misurazioni durano 20 secondi. Per le immersioni con elio e rebreather, si consiglia di effettuare la prima misurazione immediatamente dopo l\u2019immersione, o comunque il prima possibile diciamo entro la mezz\u2019ora e la seconda sessanta minuti dopo la prima rilevazione. Per le immersioni in aria o in nitrox, le letture devono essere misurate 30 minuti dopo la risalita e successivamente dopo un\u2019altra mezz\u2019ora. L\u2019obiettivo \u00e8 quello di catturare i livelli di VGE post immersione al loro apice.<\/p>\n\n\n\n
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L\u2019app O’Dive<\/h5>\n\n\n\n
Il sensore, che si accoppia con l\u2019app tramite WiFi, ha la forma di un disco da hockey con una scanalatura progettata per adattarsi perfettamente alla clavicola<\/strong>. Il display grafico consente di capire se il posizionamento del sensore \u00e8 corretto. Una volta confermato il segnale l\u2019app indirizza il subacqueo ad inspirare ed espirare per 20 secondi mentre il sensore esegue la registrazione. A misurazione completata, indirizza a ripetere l\u2019operazione sul lato destro.<\/p>\n\n\n\n
Una notifica ricorda anche quando \u00e8 il momento di eseguire la seconda misurazione<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
Effettuate le due letture, si sincronizzano i dati che vengono caricati insieme al profilo dell\u2019immersione importato dal computer subacqueo. Attualmente l\u2019app comunica con Shearwater, Suunto e Mares Genius<\/strong>. In alternativa si pu\u00f2 immettere manualmente profondit\u00e0 massima, durata dell\u2019immersione e gas utilizzati. In questo caso per\u00f2 si perde la valutazione legata all\u2019interpretazione del profilo.<\/p>\n\n\n\n
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Comunicazione tra App e O’Dive<\/h5>\n\n\n\n
\u201cAvviene tramite bluetooth\u201d mi spiega Sergio Angelini, direttore ricerca e sviluppo di Mares. \u201cLa comunicazione \u00e8 specifica per il computer subacqueo ed \u00e8 frutto della collaborazione tra Azoth Systems e l\u2019azienda produttrice. Oltre al profilo, l\u2019app legge anche le impostazioni che il subacqueo ha settato per l\u2019immersione. In particolare, i gas utilizzati ed i gradient factors impostati\u201d<\/p>\n\n\n\n
In pochissimo tempo i server di Azoth eseguono un\u2019analisi dei dati dell\u2019immersione e calcolano un indice di qualit\u00e0 della decompressione, formato da un componente legato al profilo stesso ed uno legato alla qualit\u00e0 di bolle misurate.<\/p>\n\n\n\n
Un simulatore personalizzato consente al subacqueo di comprendere come migliorare i suoi parametri di sicurezza, adattandone le future immersioni e le conseguenti decompressioni.<\/p>\n\n\n\n
\nSergio Angelini direttore ricerca e sviluppo Mares<\/figcaption><\/figure><\/div>\n<\/div><\/div>\n\n\n\n Come migliorare la propria decompressione?<\/strong><\/h5>\n\n\n\n
Il simulatore personalizzato<\/strong> consente di valutare come cambia il risultato al variare dei gradient factors. Con un processo empirico che richiede qualche immersione, possiamo trovare la combinazione dei gradient factors pi\u00f9 adatti a noi e al nostro tipo di immersioni.<\/p>\n\n\n\n
Perch\u00e9, come mi ricorda Sergio Angelini<\/strong>, \u201cl\u2019algoritmo B\u00fchlmann ZH-L16C \u00e8 un modello \u201clineare\u201d mentre la risposta del corpo umano all\u2019esposizione iperbarica non \u00e8 lineare, soprattutto quando si \u00e8 ampiamente fuori curva. I gradient factors permettono di compensare questa manchevolezza ma rimane la questione della determinazione dei gradient factors adatti per la propria fisiologia.\u201d <\/p>\n\n\n\n
\u201cO\u2019Dive<\/a> misura la presenza di bolle. La loro presenza di per s\u00e9 non \u00e8 un segnale preciso e inequivocabile di malattia da decompressione. Qualche bolla \u00e8 inevitabile e ci sono individui che ne producono di pi\u00f9 rispetto ad altri. E soprattutto ci sono persone che le tollerano meglio di altri. Ma senza dubbio meno bolle ci sono e meglio \u00e8. Per cui se, tramite O\u2019Dive<\/a>, scopriamo che il nostro sangue \u00e8 popolato da molte bolle dopo una immersione, \u00e8 opportuno considerarne la diminuzione tramite la riduzione dei gradient factors o la scelta di gas con meno componente inerte. Quando arriviamo al punto di avere poche, o addirittura zero bolle, possiamo ritenerci soddisfatti dalla configurazione raggiunta, per quel tipo di immersione.\u201d<\/p>\n\n\n\n
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Questi risultati saranno leggermente diversi di giorno in giorno. Non siamo macchine ma complessi circuiti fisiologici che cambiano a seconda di fattori come la qualit\u00e0 del sonno, l\u2019idratazione, lo stress e tanto altro. <\/p>\n\n\n\n