L’intelligenza artificiale può offrire un grosso contributo per la salvaguardia degli oceani. Partendo da una situazione molto compromessa le nuove tecnologie offrono mezzi in grado di capire meglio il nostro ecosistema.
La triste situazione attuale
Inquinamento, innalzamento costante del livello dei mari, sovra sfruttamento delle risorse ittiche. Quante volte abbiamo sentito pronunciare queste parole. E quante volte le abbiamo lette. Sono le principali attività dell’uomo che stanno avendo un impatto inconfutabile e dannoso sui nostri oceani.
Ciò che ne deriva è una triste e preoccupante realtà che incide imprescindibilmente sul bilancio dei cambiamenti climatici. È chiaro ormai un po’ a tutti che bisogna intervenire con urgenza. E con ogni mezzo di cui disponiamo. Le tecnologie di avanguardia, come la cosiddetta Intelligenza Artificiale, si sono rivelate un aiuto fondamentale a questo fine.
La Giornata Mondiale degli Oceani
L’8 giugno scorso si è celebrata la Giornata Mondiale degli Oceani. È stata l’occasione, più che opportuna, per sensibilizzare i cittadini. E per sollecitare ciascuno di noi ad adottare atteggiamenti responsabili nei confronti del nostro pianeta.
Conosciamo tutti il detto “i piccoli ruscelli fanno grandi fiumi”!
È un dovere civico, umano ed universale di ciascuno di noi tutelare, nel nostro piccolo, il nostro ambiente, per noi e le generazioni future.
Ovviamente, la consapevolezza di tale impegno è fondamentale, ma occorrono anche altri interventi. Su larga scala, da parte dei governi, ONG e enti privati, sempre più numerosi ad intervenire in questo campo.
Quali mezzi per proteggere gli Oceani?
Gli oceani ricoprono circa il 70% del pianeta, ma ne conosciamo ancora ben poco. Quindi si è rivelato fondamentale allargare le nostre conoscenze. Al fine di capire quali sono gli interventi più idonei per proteggerli.
Le nuove tecnologie costituiscono dei mezzi in grado di aiutarci a capire meglio il nostro ecosistema. Nonché ad intervenire in modo concreto ed efficace per la preservazione dello stesso.
Ecco qualche esempio destinato ad evidenziare quanto sia importante prendere in considerazione ogni mezzo a nostra disposizione.
Il robot Ulix. Cartografare i fondali marini più profondi
È il nuovo gioiello scientifico dell’IFREMER (Istituto francese di ricerca per la tutela del mare). Un ente pubblico sotto tutela di diversi Ministeri dello stato Francese.
Sviluppato nell’ambito del programma CORAL (Costrutive Offshore Robotics Alliance), è stato cofinanziato dalla Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, lo Stato Francese e l’Unione Europea (Fondo FEDER).
Quest’avventura tecnologica inizia quindi nel 2020. E segna in modo significativo una svolta nell’esplorazione dei fondali sottomarini. Le sue capacità di navigazione, nonché i dispositivi all’avanguardia di cui dispone, consente di osservare gli abissi in modo del tutto inedito.
In effetti, Ulyx è un AUV (Autonomous Underwater Vehicle) in grado di fornire dati ad alta definizione senza essere collegato fisicamente ad una struttura in superficie.
Ulyx può scendere fino a 6000 metri ed ha un’autonomia di 48 ore. Il che è rarissimo al livello mondiale.
È dotato di strumenti acustici di cartografia, camera fotografica numerica ad alta sensibilità e un profiler laser per una visualizzazione del terreno in 3D. Inoltre, dispone di sensori destinati a rilevare una notevole diversità di dati. Come parametri fisici e chimici dell’acqua, anomalie del campo magnetico, livelli di metano e ossigeno, prelievi di acqua.
Appare chiaramente che Ulyx svolge un ruolo attivo di esplorazione, superando gli attuali confini della conoscenza scientifica.
Consentirà di agevolare il lavoro svolto, dagli ingegneri e ricercatori. In questo mondo ancora misterioso. Che, nell’oscurità degli abissi, custodisce risorse naturali abbondanti. E informazioni di maggior rilevanza nel capire l’evoluzione della vita sulla terra.
La speranza é che un’ impresa di tale ampiezza consenta di risolvere problematiche relative alla geologia, alla biologia e all’ambiente in generale.
Le Nazioni Unite stimano che più del 40% degli oceani subiscono gli effetti deleteri dell’inquinamento e delle attività dell’uomo, con consequenze nefaste sull’ecosistema sottomarino.
L’habitat naturale composto da alghe e coralli si deteriora a lungo andare con il riscaldamento delle acque. E la comparsa di nuove specie invadenti devastano la fauna e flora esistenti.
La statua connessa del Museo Subacqueo di Marsiglia
Marsiglia è una delle più grandi città del litorale francese. Purtroppo le sue acque sono eccessivamente sfruttate per la pesca. E sono molto inquinate da attività industriali e portuarie.
La città ha, quindi, preso l’impegno di adoperarsi a favore della biodiversità marina. Mediante un progetto tecnologico nonché artistico. Parliamo di una statua chiamata “Resilienza”, dotata di sensori e di una video camera, immersa al largo della rinomata spiaggia dei Catalans.
Lo scultore Marsigliese, Thierry Trivès, ha creato quest’opera d’arte. Rendendo omaggio a sua moglie, deceduta per un tumore. E a tutti coloro che, lottando contro la malattia, trovano la forza e il coraggio di credere ancora nella vita in tutta la sua bellezza.
Ma quest’opera ci deve far pensare anche alla “resilienza ambientale”. I numerosi dati raccolti saranno trattati da un programma informatico creato appositamente. E consentiranno agli esperti di approfondire gli studi sulla biosfera marina del Mar Mediterraneo. Al fine di tutelarlo al meglio.
Tuttavia, la nostra conoscenza degli oceani rimane ancora troppo ridotta.
👌
La concreta consapevolezza di ogni loro componente, delle potenzialità ma anche della fragilità di esse, richiede lavoro e impegno costante. Che soltanto una collaborazione bipartita tra uomo e tecnologia, potrà portare avanti, per il bene del pianeta e per il bene dell’umanità.
Siete d’accordo?
Ringraziamenti
Anche questa volta mi hanno aiutato. E anche questa volta, la mia fonte è Julie Sferlazzo. Avete già letto un post che lei mi ha segnalato. Ma che dico segnalato… Me lo ha sottoposto e me lo ha tradotto.
Questo è il link originale:
Davvero GRAZIE Julie!!! Amica subacquea metà francese e metà siciliana…