Il KT è qui, a Sestri Levante, nel golfo del Tigullio. Punta Manara e, soprattutto, la meravigliosa Baia del Silenzio danno un fascino speciale a questo luogo. Quasi fiabesco. Il mare antistante oggi è solcato da piccoli e grandi yacht. Un tempo, durante il secondo conflitto mondiale, è stato teatro di sanguinose battaglie. Il ricordo di queste tragedie è conservato nei suoi fondali. Molti relitti di navi militari giacciono qui sotto. Anemoni, spugne ed altri organismi incrostanti le hanno ricoperte, donando loro una nuova vita.
La storia del KT di Sestri Levante
Lo yacht da crociera “Eros” e la sua requisizione
La storia del KT di Sestri Levante è davvero molto particolare ed affascinante. Qui a Sestri, questa storia non era nemmeno conosciuta. In molti pensavano che la nave affondata fosse un sottomarino. E le era stato dato, in modo del tutto arbitrario, il nome generico di KT. Ovvero Krieg Transporte, mezzo di trasporto da guerra.
In realtà, questa nave nasce come un lussuosissimo yacht da crociera, nel 1926. È commissionato dal banchiere e barone francese Henri de Rothschild. Al varo è battezzato “Eros”.
Purtroppo per il barone e per i suoi amici, i viaggi di piacere finiscono presto, nel 1939. La crisi cecoslovacca inizia a preoccupare il governo francese, al punto da requisirla. Viene ribattezzata dalla marina francese come AD 227 ed inviata in Corsica.
Restituita al legittimo proprietario per un brevissimo periodo, viene requisita definitivamente ed inviata a Tangeri con la denominazione AD 196.
L’aspetto del lussuoso yacht muta immediatamente dopo l’installazione di un cannone. Diventa, a tutti gli effetti, una nave da scorta convoglio.
”Incomprise II” e “”UJ2216”
Successivamente, il KT di Sestri Levante viene utilizzato nella sorveglianza costiera e viene ribattezzato con un meno anonimo “Incomprise II”.
La Germania inizia ad occupare velocemente le altre nazioni europee ed anche la Francia è militarmente travolta. L’Incomprise viene catturata e arruolata nella marina tedesca ed inserita nella flottiglia Uj-22. Il suo nome diventa UJ2216 e rimarrà tale sino a quando affonderà.
Ciò che è rimasto del vecchio allestimento viene definitamente eliminato. Vengono installate parecchie mitragliatrici ed un cannone di poppa. Il radar e la strumentazione tecnica ne fanno un vero cacciasommergibili.
Dopo la sostituzione dei vecchi motori viene inviata a Genova, per pattugliare la costa ligure.
L’affondamento del KT di Sestri Levante
La sera del 13 settembre 1944 l’Uj2216 si trova in missione al largo della Spezia. Il suo compito è di scortare due posamine. Soffia un leggero vento da terra ed il cielo sereno è illuminato da una luna alta. Le due navi scortate stanno posando un nuovo sbarramento di mine. Sono avvistati ed attaccati da un aereo nemico a lavoro compiuto. La reazione delle navi tedesche è immediata. Il primo attacco è sventato.
Rientrano velocemente sotto costa, verso Genova. Qualche ora più tardi, un nuovo attacco. Dal mare, mirato e ben organizzato. I dispositivi di ascolto rilevano i rumori delle eliche nemiche ed i marinai scorgono due sagome all’orizzonte. I primi due siluri sono evitati.
L’operatore radio intercetta le comunicazioni alleate. L’attacco è condotto da quattro vedette. Il comandante dell’Uj2216 ordina di aprire il fuoco. Ma ben presto il sistema d’ascolto percepisce il brusio sinistro dei siluri nemici. Le loro scie sfilano a fianco delle murate di dritta e di sinistra. Quando il pericolo sembra scampato una deflagrazione lo colpisce. Uno dei siluri è andato a segno. La prima esplosione ne innesca altre due, coinvolgendo il materiale bellico dell’Uj2216. La poppa è quasi completamente mozzata dal resto della nave che inizia a scivolare, lentamente, verso il fondo. Il cielo di Punta Manara si illumina a giorno dal fuoco innescato dalle esplosioni. I soldati sopravvissuti si gettano in mare e sono recuperati in salvo dalle due posamine. I naufraghi sono 57. Una piccola vedetta esce dal porticciolo di Sestri Levante e ne recupera altri nove mentre altri sei raggiugono la costa a nuoto.
L’indomani, alcuni pescatori ritrovano alcuni corpi senza vita. In totale si conteranno sei morti e diciassette dispersi.
Oggi, il KT giace, pacifico sulla sabbia, ad una profondità di 58 metri.
L’immersione
Una curiosa coincidenza
Non so se sia un caso, ma mi sono accorto che di solito mi immergo sul KT di Sestri Levante durante la seconda settimana di giugno. Me ne sono reso conto guardando le fotografie memorizzate sul mio smartphone. Ce ne sono alcune fatte in barca, qualche anno fa. Io ed i miei compagni di immersione stiamo mangiando ciliegie. Segno inequivocabile del periodo dell’anno. Poi ne ho trovate altre, di anni precedenti o successive. Sono tutte datate nel medesimo periodo.
24 giugno 2021
Per non smentire questa tradizione quest’anno ho programmato l’immersione sul KT di Sestri Levante il giorno di San Giovanni. Il 24 giugno.
I miei compagni di immersione arrivano da lontano e rimangono intrappolati nel traffico infernale delle autostrade liguri. Evito in questa sede le loro legittime maledizioni
Sta di fatto che, l’immersione è posticipata al pomeriggio. Le cassandre mi ricordano che sul KT si va solo la mattina. Perché al pomeriggio la visibilità è peggiore. Mai come stavolta avranno torto!!
Sott’acqua
Inizio a vederne la sua sagoma non appena oltrepasso la profondità di 20 metri. Sotto di me il KT mostra tutta la sua maestosità. Distinguo nettamente la sua prua, orientata verso il mare aperto. Nuvole di castagnole danzano ricoprendo la sua struttura.
Plano sul castello di comando e mi sposto verso la coperta. Passo a fianco della torretta che ospita la meravigliosa mitragliatrice binaria da 37 millimetri. Il gioco di luce le dona un fascino lucente.
Proseguo sorvolando il ponte di coperta seguendo i lineamenti del vecchio rivestimento ligneo. Segno del tempo che fu. Quando il KT era un lussuoso yacht e si chiamava Eros.
Penetro il suo interno, più per esercizio di stile che per reale interesse. Una volta uscito mi dirigo verso prua. La visibilità mi permette di allontanarmi un po’. Per gustarmi lo spettacolo della vista da prua. Le due ancore sono ancora al loro posto e la catena è ben posizionata nell’occhio di cubia.
Poi viaggio sul fianco delle murate. Ormai colonizzate da ostriche ed incrostate da spugne. Si ergono splendidi spirografi. Sul ponte di coperta qualche scorfano riposa all’ombra delle bitte.
Torno verso il castello di comando e mi dirigo verso poppa. Percorro i corridoi che corrono lungo i fianchi della nave. Purtroppo, troppe cime abbandonate rendono difficile il percorso. La sala macchine, aperta sui due lati, oggi regala dei bellissimi giochi di luce. Poco oltre il luogo della deflagrazione, con una scaletta divelta. Muto testimone del disastro che fu.
Si risale…
Un rapido controllo al computer subacqueo e mi accorgo che è giunto il momento della risalita.
Incontro altre due mitragliatrici binate. Anche loro purtroppo intrappolate da reti da pesca e qualche lenza. Poi mi alzo di quota e conquisto la cima di risalita. Tra una quarantina di minuti, in barca, ci scambieremo le nostre impressioni.
Il team ed il diving center di appoggio
Il manipolo di subacquei che, in questo sereno giorno di San Giovanni del 2021, è sceso in acqua per immergersi sul KT di Sestri Levante è composto da Roberto Bottini, Marco Colgiago e Gianluca Recita di XR Scubacademy, da Andrea Di Vaira del Circolo Subacqueo Atlantis e dal sottoscritto.
Massub Diving Center Portofino, dei fratelli Alessandro e Luca Boschi, ci ha offerto l’appoggio necessario. Il loro staff, come sempre, è stato sin troppo esemplare. La loro sede, al porto di Lavagna, è decisamente comoda per raggiungere i relitti di Sestri Levante.
Il loro aperitivo finale è stata la degna conclusione di una giornata che ho dedicato a ciò che mi piace davvero fare. Andare sott’acqua.
👌