Diving Center Saracen. Con le sue due sedi di Isole delle Femmine e Vulcano è uno dei centri di eccellenza della subacquea siciliana. Un’azienda familiare, un esempio imprenditoriale da raccontare e da leggere.
Sono all’aeroporto di Palermo, di rientro da una decina di giorni di fantastiche immersioni. Mi siedo su una poltroncina, in attesa che venga annunciato l’imbarco del mio volo. Le emozioni che sto vivendo le conosco bene. È sempre difficile lasciare la Sicilia. Lo è ancor di più quando lasci degli amici che ti hanno coccolato e ti hanno fatto sentire a casa.
Le lacrime le ho già asciugate ora è il tempo dei ricordi.
Isola delle Femmine, un piccolo borgo marinaro vicino a Sferracavallo. Palermo, con il suo meraviglioso barocco, è ad una decina di chilometri. Il promontorio di Capo Gallo definisce una ampia baia con al centro un piccolo isolotto, con una torre saracena, abitato da gabbiani.
Diverse leggende hanno subito il fascino esercitato dalla torre ormai in gran parte diroccata che sovrasta l’isolotto. Quella più conosciuta considera erroneamente la torre come prigione per sole donne. Si narra infatti che tredici fanciulle turche, essendosi macchiate di gravi colpe, furono dai loro congiunti imbarcate su una nave priva di nocchiero e lasciate alla deriva. Vagarono per giorni e giorni in balìa dei venti e delle onde finché una tempesta scaraventò l’imbarcazione su un isolotto nella baia di Carini. Qui vissero sole per sette lunghi anni fin quando i parenti, pentitisi della loro azione, le ritrovarono dopo molte ricerche. Le famiglie, così riunite, decisero di non fare più ritorno in patria e di stabilirsi qui.
Sulla strada principale troviamo la sede del Diving Center Saracen. La porta d’accesso ci conduce in uno spazio molto ampio adibito alla vendita di attrezzature sportive. Maschere, pinne, erogatori, mute, computer subacquei e qualsiasi altro tipo di accessorio sono distribuiti, ordinatamente, nei vari espositori. Sono dealer Mares, Santi e Suex, oltre che centro di formazione istruttori SSI.
Ma prima di tutto c’è il bancone della reception, dove le due donne di famiglia gestiscono la clientela che entra. Sono Anna e Laura. Il loro modo di accoglierti ti fa immediatamente capire che sarai trattato come un principe.
Poco oltre trovo uno spazio con le pareti attrezzati da ampi scaffali, adibiti allo stivaggio delle borse contenenti la mia attrezzatura subacquea. Sulla destra la sala per le ricariche con due compressori Coltri e la centralina per la ricarica delle miscele. All’interno Gabriele ed Alessandro forniscono ai subacquei tutta l’attrezzatura necessaria per le loro immersioni.
Un’aula multimediale ed uno spazio esterno completano la struttura di circa 300 metri quadrati del Diving Center Saracen. Panche, tavoli e sedie rendono piacevoli i momenti pre e post immersione. Non capita spesso di avere la possibilità di sederti in santa pace con i tuoi compagni per bere una birretta o semplicemente per fare due chiacchiere. Oppure, per chi come me arriva da fuori, per conoscere nuovi amici con i quali condividerai un pezzetto della tua vita.
Il valore aggiunto di questa location è senza dubbio il fatto che abbia il mare di fronte, con un comodo scalo di alaggio. La spiaggia antistante è anche un’ottima palestra per le attività che si svolgeranno in bacini delimitati.
A dirimere il traffico di subacquei c’è Ciccio, il ragazzo di bottega che lentamente, e con molta pazienza, sta facendo tesoro dei consigli (tanti) e delle urla (poche ma buone) di Alberto e Tony Scontrino.
Sono loro, i fratelli Scontrino, che insieme alle loro mogli hanno dato vita all’impareggiabile Diving Center Saracen. Sono partiti da Vulcano, una ventina di anni fa. Un piccolo centro immersioni, con un compressore, poche bombole e due gommoncini da 4 metri. Ne hanno fatta di strada. Prima ne hanno aperto uno a Palermo e poi si sono trasferiti qui, a Isola delle Femmine. Nel frattempo, quello di Vulcano è diventato il diving center più grosso delle Isole Eolie. E nel frattempo hanno imbarcato a bordo anche la sorellina più piccola, Chiara.
Sono davvero diversi tra loro, i fratelli Scontrino. Alberto è taciturno, ti scruta con attenzione. Ti da confidenza solo quando ha capito che di te può fidarsi. Tony invece è un vulcano di idee, tesse relazioni. Insieme formano la strana coppia, imprescindibili uno dall’altro.
Poi c’è la piccolina di casa, Chiara. Gentile, sempre disponibile. È fresca di studi, laurea in scienze della comunicazione. Il suo contributo è, e sarà, sempre più determinante nell’azienda di famiglia.
Sì, perché la loro azienda è davvero un’azienda di famiglia. Di quelle vere, che oggi quasi non esistono più. Maschi, femmine, fratelli e sorelle, mariti e mogli. Tutti insieme, diritti verso uno scopo unico. Un obiettivo che va oltre i desideri personali e privati. Una squadra coesa, amalgamata, con dei meccanismi perfettamente oliati.
Una famiglia, la famiglia Scontrino. In Sicilia, spesso, il termine famiglia purtroppo evoca la parola mafia. La famiglia Scontrino invece evoca casa. Perché in questi dieci giorni io mi sono sentito davvero a casa.