Una delle immersioni più interessanti della costa settentrionale dell’Isola d’Elba, tra Capo Sant’Andrea e la Punta della Zanca, ideale per i subacquei abilitati alle immersioni profonde. Le Formiche della Zanca.
Le Formiche della Zanca prendono il nome da una serie di piccoli scogli affioranti che nella loro parte sommersa danno vita a fondali molto scenografici.
Ottobre 2020
Inizio ottobre 2020. L’arrivo dell’autunno ha portato con sé, come al solito, piogge intense, vento e forti mareggiate. Nella notte un violento acquazzone ha inondato l’Isola d’Elba. Fortunatamente questa mattina il cielo è azzurro e, sebbene faccia frescolino, promette una giornata di tregua. Finalmente potrò immergermi.
Arrivo, in auto partendo da Portoferraio, a Marciana Marina di buon’ora, per preparare la mia attrezzatura con calma. Il rebreather mi richiede un po’ di tempo per assemblaggio e settaggio. Mi appoggio su un tavolo all’esterno della struttura del centro immersioni che ci ospita.
Sono all’Elba Diving, un diving center storico dell’Isola d’Elba, a due passi dal porto di Marciana Marina. La sua location è strategica, ha un ampio parcheggio ed una bella zona esterna perfetta per la preparazione del mio rEvo. Lo gestisce un caro amico subacqueo, Fabio Agostinelli, che da sempre si contorna di uno staff efficiente e simpatico. Ci sono tutti gli ingredienti giusti per una bellissima immersione.
Purtroppo, appena superiamo la diga foranea del porto, mi accorgo che il mare non ha deciso di concederci la stessa tregua che ci ha concesso la pioggia. Onda lunga e persistente.
Sott’acqua la visibilità non è delle migliori e trovo anche molta corrente.
Dall’album dei ricordi
Allora vi racconto l’immersione alle Formiche della Zanca attingendo dall’album dei miei ricordi. Era, forse, giugno di qualche anno fa. Non usavo ancora rEvo e sono quasi certo che avessi sulle spalle un bel bi bombola. Se la memoria non mi inganna, ricordo di essermi immerso su una franata e di aver seguito un lungo canalone di sabbia, pinneggiando verso nord est, tra massi ricoperti di spugne gialle ed arancioni. Ad una batimetria di circa 20 metri di profondità, la franata inizia a lasciare spazio ad alcune grosse rocce che, formando una parete, sprofondano sulla sabbia molto chiara, ad una profondità anche superiore ai 40 metri. In questa zona inizia l’immersione profonda.
Mantenendo la parete sulla mia sinistra iniziai la mia immersione subacquea tra magnifici ventagli di gorgonie rosse sulle quali erano depositati dei bianchissimi briozoi. Ricordo anche di una piccola stella gorgone che ricopriva una gorgonia gialla.
Le stelle gorgone, che per anni hanno rappresentato il soggetto dei desideri per le mie fotografie subacquee, continuano ad essere il mio incontro preferito in immersione.
Tra gli spacchi delle rocce spuntavano grosse e minacciose murene, molte aragoste e qualche grongo diffidente.
Ovviamente non mancavano all’appello le flabelline, rosse, azzurre e violacee.
Il cambio di quota, per la risalita, come spesso accade, mi regalò invece l’incontro con il pesce. Oltre alle immancabili cernie, quest’immersione è caratterizzata dalla presenza quasi costante di dentici, orate e barracuda.
Come al solito, avevo deciso di passare il tempo della mia risalita inseguendo i banchi argentei di barracuda nel tentativo di seguire anche la loro vorticosa danza circolare. Le poche volte che riesco, durante l’immersione, ad inserirmi senza farli disperdere ed a seguire il loro ritmo mi sento veramente parte del mondo subacqueo.
Di nuovo ottobre 2020
Ora però voglio tornare al presente, all’immersione di oggi che, nonostante la scarsa visibilità, la forte corrente ed il mare molto agitato, in risalita mi ha regalato la possibilità di incontrare, in modo molto ravvicinato, una bella ricciola, di grossa taglia, che nuotava tranquilla ed incuriosita sulla franata a pochissimi metri dalla catena della boa che indica il punto della mia risalita.
Ho visto, pochi metri sopra di me, una massa grigia che si distingueva faticosamente dall’azzurro spento del mare di oggi. Mi sono avvicinato incuriosito, speravo fosse un tonno, ben sapendo però che l’incontro sarebbe stato un attimo fuggente. Ed invece vedo lei, paciosa, quasi incuriosita da me. Ho provato ad avvicinarmi trascinandomi tra gli spuntoni delle rocce, c’era corrente. Lei rimaneva lì, contro corrente, poderosa. Io ho fatto, arrancando, qualche metro in più. Gli sono quasi arrivato di fronte. Io facendo fatica, lei rimanendo ferma e immobile. Ci siamo guardati negli occhi per un attimo. Ho pensato, ora prendo la GoPro e faccio un video. Poi ho avuto paura di fare qualche movimento inconsulto e di spaventarla.
E ho deciso di ammirarla e di godermi il momento. Il mio attimo fuggente con la ricciola durante un’immersione alle Formiche della Zanca.
👌
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