Il team XR è a Castellammare di Stabia per la seconda edizione dell’XR Wreck Tour 2018. In programma, per SSI XR Wreck Tour 2018 2nd edition, l’immersione sul relitto Valsavoia, al largo di Capri.
Il giorno precedente si è immerso sul relitto dello Junkers JU52.
Anche oggi sul golfo di Napoli splende un meraviglioso sole che riscalda piacevolmente l’ambiente. Il Vesuvio da lontano ci accompagna nel tratto di mare che il gommone del Bikini Diving sta affrontando per condurci verso la meta della nostra seconda immersione: il relitto del Valsavoia.
La storia del relitto
Il relitto Valsavoia era un piroscafo da carico ad un’elica costruito a Riva Trigoso nel lontano 1919. Era lungo 118 metri con una larghezza massima di 16.
Fu requisito dalla Marina Militare per lunghi periodi nel corso della seconda guerra mondiale. In uno di questi periodi, esattamente il 2 febbraio del 1943, partì da Napoli per raggiungere Messina, agli ordini del Capitano di Lungo Corso Amedeo Astarita, all’interno di un convoglio che trasportava derrate alimentari, carichi di cemento ed alcuni documenti segreti destinati al comando militare siciliano. Il Valsavoia era stato armato, per difendersi da eventuali attacchi nemici, con un cannone di poppa ed una mitragliatrice.
La navigazione procedeva tranquilla quando, doppiata Punta Campanella, a poche miglia di distanza da Capri, i siluri lanciati dal sommergibile Safari, della Royal Navy, colpirono ed affondarono i piroscafi del convoglio Valsavoia e Salemi.
Non fu possibile alcuna difesa in quanto il cannone, con il quale era armato il Valsavoia, si trovava nella zona di poppa che purtroppo fu la prima ad inabissarsi.
Fortunatamente quasi tutto l’equipaggio fu tratto in salvo dal pronto intervento dei positanesi, che scesero immediatamente in acqua con le proprie imbarcazioni per prestare soccorso alle vittime.
Oggi il relitto Valsavoia giace su un fondale sabbioso di circa 90 metri al largo tra le cornici di Capri e di Positano.
La preparazione
Il tempo di navigazione, dalla marina di Castellammare di Stabia, per raggiungere il sito di immersione è di circa mezz’ora. Vi assicuro che avrei volentieri navigato ancora un po’ perché i miei occhi sono letteralmente rapiti dallo scenario mozzafiato che questo tratto di costa sorrentina mi presenta davanti.
Ma è il momento di indossare le nostre attrezzature.
Io, Yme Carsana, Florent Michel Locatelli e Giorgio Canepa scenderemo utilizzando il rebreather mentre Andrea Costantini, Tony Scontrino, Roberto Bottini ed Andrea Di Vaira saranno in circuito aperto.
Oggi, in superficie, non c’è corrente e questo agevola la nostra preparazione, in particolare quando si tratta di agganciare le bombole di bail out, o di decompressione per chi scende in circuito aperto. La differenza sta nel fatto che noi confidiamo di non utilizzarle mentre per loro sono elemento imprescindibile di fonte d’aria durante la fase di decompressione. Oltre al fatto, ovviamente, che i gas contenuti all’interno sono diversi.
L’immersione
La discesa è tranquilla, grazie all’assenza di corrente. Posso controllare agevolmente, sul mio Shearwater, che la pressione parziale dell’ossigeno rimanga costante.
Cinque minuti dopo sono sul relitto Valsavoia. Ci arrivo per ultimo, mentre gli altri membri del team stanno iniziando la loro perlustrazione.
La visibilità è molto buona e ci permette di avere una bella visione di insieme. A centro nave, il castello è molto imponente e sufficientemente ampio per poterlo ispezionare.
Mi dirigo verso prua, è la murata di sinistra a farmi da indicatore di direzione. È tappezzata da splendidi boschi di corallo nero, i cui polipi bianchi ondeggiano armoniosi al ritmo della corrente. Mentre mi avvicino verso prua splendidi rami di gorgonie bicolore si ergono dalla lamiera rendendo questo ambiente molto luminoso.
Superiamo la prua per averne una visione di insieme.
I miei compagni ritornano verso il centro del relitto Valsavoia sorvolando la coperta. Io decido di fare la strada a ritroso perché voglio vedere nuovamente lo spettacolo delle gorgonie e dei ciuffi di corallo nero.
Ci ritroviamo sul castello. Per i compagni che sono scesi con il bi bombola è ora di risalire. Noi possiamo permetterci ancora qualche minuti di fondo. Yme lo spende spingendosi sino al cannone di poppa regalandomi queste meravigliose immagini.
Risaliamo anche noi, ci aspettano quasi novanta minuti di attesa prima di rivedere il sole.
Il finale
Ci ritroviamo sul gommone stanchi ma molto soddisfatti. È ora di rilassarsi, di stenderci sui tubolari a farci baciare dallo splendido sole partenopeo di ottobre.
È ora di ridere, scherzare e preparare questa simpatica clip.
È anche l’ora del caffè. E da queste parti il caffè è una richiesta sacra.
Pasquale Manzi, il capitano Pasquale Manzi, lo prenota telefonicamente e ce lo fa recapitare sul gommone durante il tragitto di ritorno. Il gesto merita un’ovazione. Il gusto ed il piacere non possono essere descritti in altro modo: “ah che buono o’ cafè”
I protagonisti della seconda edizione dell’XR Wreck Tour 2018 sono:
Giorgio Canepa
Florent Michel Locatelli
Yme Carsana
Andrea Costantini
Tony Scontrino
Roberto Bottini
Andrea Di Vaira
Stefano Sibona
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Credits
Ringrazio Giorgio Canepa per la fantastica e maniacale organizzazione dell’evento.
Ringrazio Florent Michel Locatelli per la disponibilità e la passione con la quale ci ha dato un’approfondita formazione sul materiale della linea Mares XR.
Grazie a Yme Carsana per avermi insegnato a conoscere, usare ed apprezzare rEvo.
Pasquale Manzi e tutto lo staff del Bikini Diving ci hanno accolti con il calore tipico della tradizione partenopea. L’organizzazione, l’ordine e la logistica sono stati impeccabili, tipici invece della tradizione svizzera.
Giorgio e Yme, grazie anche per il materiale video e foto.
La clip “Go XR”, nella quale ci prodighiamo nei gorgheggi con l’elio, è di Tony Scontrino.
👌