La vita subacquea di Paolo De Vizzi, il detentore del record di permanenza sott’acqua con autorespiratori. Quando la forza di volontà è più forte della sorte.
“Era il 9 dicembre del 1996, una sera piovosa di inverno, avevo 22 anni e stavo andando in discoteca. Mentre percorrevo in macchina una strada provinciale un pirata della strada, a bordo di un camion, dapprima mi abbagliò con i fari e poi mi fece sbandare e ribaltare in un piccolo burrone.”
Paolo De Vizzi inizia da qui per raccontarmi il lungo percorso che lo ha portato a diventare il detentore del record mondiale assoluto di permanenza subacquea con erogatori.
Come purtroppo spesso capita, il camionista procedette per la sua strada, senza soccorsi, abbandonandolo agonizzante per molte ore nel mezzo della campagna manduriana. L’impatto fu così violento da procurargli una lesione midollare, lasciandolo paralizzato dal torace in giù.
Dopo i primi soccorsi fu trasferito ad un centro riabilitativo di Imola.
La diagnosi iniziale fu senza possibilità di appello: lesione midollare permanente.
“All’inizio avevo perso le speranze, vedersi sdraiato su un lettino senza muovere nemmeno le gambe fu terribile. Avevo pensato anche di suicidarmi, ma in quelle condizioni non sapevo come.”
Dopo mesi di duro lavoro, grazie alla professionalità dei medici e dei fisioterapisti, ma soprattutto grazie alla sua tenacia, Paolo percepì i primi timidi segnali di miglioramento.
“Quando ho sentito i primi movimenti si accese quella lampadina che mi fece lottare contro tutto e contro tutti e sono andato avanti”
La lesione midollare divenne temporanea e molto lentamente ricominciò a muovere le gambe con l’ausilio delle stampelle.
Paolo De Vizzi è nato e cresciuto a Manduria, nel Salento settentrionale, terra di campagna e di mare. Come tutti i ragazzi di quelle zone anche lui è cresciuto sviluppando un rapporto simbiotico con il grande blu.
Quel tragico incidente interruppe anche questa passione, vissuta attraverso l’apnea e la pesca subacquea.
Ma il mare diventò “la stampella la stampella della mia vita.”
Non potendo più praticare l’apnea a causa del fatto che le sue gambe non avevano la forza necessaria per permetterli la giusta propulsione, la soluzione fu quella di iscriversi ad una scuola subacquea dove scoprì di avere ancora la possibilità di vivere l’ambiente sottomarino senza che la sua condizione di disabilità fosse penalizzante.
Nei fondali del “suo” mar Ionio ritrovò la forza per ripartire e per comprendere che il suo non è semplicemente uno stato di ritrovato benessere ma diventa la missione di diventare un esempio da dare a tutti coloro che, come lui, si trovano ad affrontare simili esperienze, sostenendo a gran voce che “tutto è possibile se lo si vuole davvero”.
I record nacquero per gioco. Frequentando un diving center al quale si appoggiavano altri subacquei diversamente abili scoprì che un ragazzo tunisino aveva appena stabilito il record di profondità per questa categoria scendendo sino a -59 metri.
“Leggendo e commentando con i miei amici questa notizia mi sono detto se lo ha fatto lui perché non posso farlo anch’io?”
Io e Paolo ci incontriamo a Santa Caterina, il teatro di tutte le sue imprese. Siamo seduti su una panchina sul lungomare, a due passi dal Diving Center Costa del Sud di Andrea Costantini.
Fu proprio Andrea che gli fece conoscere la profondità e fu sempre Andrea ad insegnarli a come superare i propri limiti nel rispetto degli standard di sicurezza, senza mai sfidare la sorte.
E fu così che il 18 giugno del 2011, al largo di Santa Caterina, Paolo De Vizzi stabilì il nuovo primato mondiale di profondità per persone con disabilità, scendendo a 62 metri e 30 centimetri sotto il livello del mare.
Leggi il mio post su Santa Caterina
I record di permanenza subacquea iniziarono anch’essi per caso. Durante gli intervalli di superficie tra due immersioni ripetitive scoprì che i dolori agli arti inferiori sparivano del tutto quando era sott’acqua. Così decise di provare a prolungare la sua permanenza arrivando a superare agevolmente le tre ore provando degli enormi benefici a livello fisico. Le sue gambe non risentivano della rigidità dovuta al danno neurologico.
Decise così di provare ad infrangere un nuovo record e con molta semplicità si immerse per 10 ore consecutive. La facilità nel raggiungere questo traguardo lo spinse a raddoppiare i tempi e così il pomeriggio del 30 giugno 2012 Paolo si immerse e trascorse 20 ore giocando a dama con i suoi assistenti, mangiando frutta e andando in giro per i fondali con uno scooter subacqueo.
Sott’acqua Paolo portò con sé la sua carrozzina ma la abbandonò lontano da sé, perché lì non ne aveva bisogno.
“La portai con me proprio per potermene separare e dimostrare che il mare è in grado di restituire, a chi ha problemi motori, la meravigliosa sensazione di essere autonomi.”
E fu proprio questa sensazione che lo spinse a misurarsi con i subacquei normodotati e a voler stabilire il record assoluto di permanenza sott’acqua per 32 ore, stabilito in Sicilia nel 2007.
Paolo fondò per l’occasione la sua associazione, “il mare senza limiti”, e coadiuvato da uno staff medico iniziò una seria preparazione fisica e mentale. Attorno a lui si riunirono anche gli amici subacquei che lo assistettero per la preparazione tecnica e logistica.
Paolo De Vizzi si immerse venerdì 28 giugno 2013 per riemergere domenica 30 giugno, dopo 34 ore e 30 minuti di permanenza in acqua.
Paolo superò anche questo limite e anche stavolta la carrozzina fu portata sott’acqua semplicemente per assistere all’impresa.
Guarda il video del record di permanenza subacquea di 34 ore e 30 minuti
L’attenzione mediatica verso questo tipo di sfide spinse altri atleti normodotati a misurarsi con il tempo e a superare in più occasioni il record di Paolo.
“Lì per lì mi sono detto ok, mi hanno battuto.”
“Poi parlando con il mio staff abbiamo deciso di provarci e da lì è scattato tutto un meccanismo che ha fatto diventare questo tentativo un vero e proprio evento.”
La data scelta per questo nuovo record è l’8 settembre 2016. Nella zona di mare adiacente il molo di Santa Caterina di Nardò, ad una profondità di 10 metri, Paolo si immerge per andare oltre il record mondiale di permanenza subacquea con erogatori, stabilito in 51 ore e 26 minuti da un subacqueo normodotato egiziano.
Paolo entra in acqua la sera dell’8 settembre e riemerge alle 23:30 dell’11 settembre dopo 51 ore e 56 minuti.
A Santa Caterina è buio pesto e sta piovendo ma il molo e la piazza antistante sono illuminate a giorno. Centinaia di persone, sotto gli ombrelli, applaudono all’impresa. I ragazzi dello staff si abbracciano festanti mentre Paolo, il protagonista, sta rispondendo alle domande dei giornalisti in diretta nazionale e locale.
All’evento hanno partecipato 70 subacquei e 10 assistenti non subacquei, uno psicologo, un medico iperbarico, due fisioterapisti subacquei, medici e paramedici del 118 dell’ASL di Lecce.
Durante il record sono state utilizzate 332 bombole e Paolo si è alimentato con cioccolata calda, the bollente, camomille, proteine, carboidrati liquidi ed integratori di sali minerali assunti tramite delle apposite sacche.
Guarda il video del record di permanenza subacquea di 51 ore e 56 minuti
Ma questa storia straordinaria non si ferma qui.
Durante lo scorso inverno Paolo ha frequentato un corso che lo abilita ad utilizzare bombole decompressive ed ora sta progettando di andare nuovamente oltre i suoi limiti.
L’appuntamento sarà per il prossimo settembre, il teatro sarà sempre lo stesso e l’obiettivo ambizioso sarà quello di rimanere sott’acqua più di tre giorni.
“Le sofferenze ti fanno guardare il mondo con altri occhi e ti fanno diventare forte quasi come una roccia. La vita mi ha insegnato ad essere guerriero e io voglio che gli altri capiscano che nella vita bisogna lottare. Non bisogna arrendersi perché quando pensi che tutto sia finito è il momento in cui tutto ha inizio”. (Paolo De Vizzi)
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