Fotografia subacquea, il campionato italiano 2023 visto attraverso l’ esperienza di Julie Sferlazzo. Assistente, modella, subacquea (anche apneista) che trasmette sempre tutte le emozioni che trasudano dai suoi pori.
Da leggere, tutto d’un fiato.
Palermo, domenica 24 settembre
La cacofonia della stazione centrale del capoluogo siciliano enfatizza la pace e la serenità che regnava a Punta Ala, durante il Campionato Italiano di fotografia subacquea 2023. Organizzato dalla Federazione Italiana di Pesca sportiva e Attività Subacquea (FIPSAS).
Sette giorni trascorsi in questa piccola località sul mare riparata della confusione. Già svuotata da tutti turisti, privi di rete cellulare e con un segnale wifi pari a quello del secolo scorso!
Una benedizione per la mente!
Il Campionato 2023: il vincitore è……
Quest’anno il vincitore del titolo di campione italiano è Fabio Iardino, il quale ci ha meravigliati con le sue foto. Con un portfolio dal titolo “Campionato Italiano fotografia subacquea 2053” destinato a farci riflettere su come trattiamo il nostro pianeta.
Punta Ala: tra storia e fondali ricchi di biodiversità
Malgrado le difficoltà di comunicazione con il resto del mondo, Punta Ala è un’elegante località balneare della provincia di Grosseto, frazione del comune di Castiglione della Pescaia.
Si trova sulla punta del promontorio omonimo. Si è sviluppata dal punto di vista turistico verso gli anni ’70 quando venne costruito un avveniristico porto turistico.
La Marina di Punta Ala, dedicata alle regate veliche, è famosa tra gli appassionati perché è stata la culla di Luna Rossa.
Il panorama mozzafiato è costituito dall’Isola dello Sparviero in primo piano, gli scogli chiamati Porcellini e Porcellone con l’inconfondibile roccia a forma di pinna di squalo, l’Isola di Cerboli e la meravigliosa Isola d’Elba.
I fondali in prossimità del porticciolo hanno regalato ai fotografi materiale per divertirsi. Foreste di gorgonie gialle ovunque, flabelline e cratene, banchi di docili saraghi, bavose, murene e donzelle.
“Un po’ di storia”
Il simpaticissimo Paolo Smorti, titolare del Punta Ala Diving Center, struttura ospitante del campionato, ha gentilmente accettato di raccontarmi un po’ della storia che si nasconde dietro questi inaspettati nomi!
Tutto nasce con Italo Balbo, esponente del fascismo agrario ferrarese, creatore della milizia fascista, durante il governo di Mussolini il quale ricopriva la carica di Ministro dell’Aeronautica dal 1929 al 1933.
Balbo sorvolava spesso la costa tirrenica, sempre più affascinato da questa zona ancora selvaggia e pressoché deserta. Due soli poderi erano coltivati, pochissime le costruzioni: la torre di Troia Nuova, cioè il Castello, torre Hidalgo e I ‘Osservatorio della Marina Militare sulla punta estrema verso l’isolotto della Troiaccia che innalzava sulla cima i ruderi della torre distrutta dai corsari alla fine del 1400.
Sempre più affascinato da quel promontorio verde che si allargava nel mare, Balbo decise di acquistare tutta Punta Troia. Ma il promontorio meritava un vero nome diverso da quello poco poetico che portava. Fu chiamato Punta Ala e l’isolotto vicino da Troia Vecchia diventò Lo Sparviero, mentre gli scogli accanto rimasero I Porcellini. La leggenda narra che il nome sia da attribuirsi al fatto che una scrofa di cinghiale, per sfuggire ai cacciatori, finì in mare seguita dai suoi piccoli.
Quest’anno ho accettato l’invito di una persona speciale: Enrico Panebianco, giovane e promettente fotografo catanese.
La nostra pregressa intesa “subacquea” era già un ottimo augurio nell’ottica di quest’avventura. Ma devo riconoscere che abbiamo subito formato una squadra molto affiatata.
Siamo partiti insieme dalla nostra bella Sicilia con la macchina stracolma di attrezzatura e il necessario per la sopravvivenza per una settimana!
Il campionato: un’esperienza forte!
Il campionato di foto subacquea si svolge in diversi giorni, anche troppi secondo il parere generale. Si parla di ridurne la durata, già dal prossimo anno, concentrando tutte le attività in un unico week-end.
A dare il via alle prove è il gruppo delle macchine fotografiche compatte. Seguite nei giorni successivi dal gruppo delle Reflex ed in fine quello degli smartphone.
Per quanto ci riguardava, il primo giorno di gara era dedicato alle prove in società e ha portato in acqua squadre composte di due fotografi. Ciascuna col compito di presentare quattro fotografie (macro, pesce, grandangolo e creativa) scattate durante 4 ore di immersione suddivise in due sessioni.
Il materiale prodotto è stato consegnato alla giuria la sera stessa, dopo ore a rimuginare su quale sarebbe stata la foto migliore da scegliere per accontentare la giuria!
Gara a squadre
Per questa prova, Enrico ha gareggiato insieme al campione Italiano 2022, Maurizio Luca Longhitano, nella categoria Reflex poiché sono entrambi soci del Gro Sub di Catania.
Ecco due scatti presentati alla giuria:
Il tempo trascorso insieme a questi due talenti della Fotosub Siciliana ha fatto emergere una sincera amicizia. Rafforzata dalla volontà benevola di fare crescere l’arte dell’altro e da un decoroso nonché apprezzabile FairPlay.
Prove individuali
Il secondo e il terzo giorno di gara sono stati dedicati alle prove individuali e ho dovuto indossare le veste di “modella” anche se, a parere mio, il termine più adatto sarebbe “assistente”!
Ecco alcuni scatti presentati da Enrico alla giuria:
Ho avuto anche l’onore di presenziare in acqua con il campione italiano in carica di cui il portfolio raffigurava gli elementi primordiali in natura:
L’apnea non è assolutamente il mio cavallo di battaglia. E inoltre, regolamento prevede che la sessione in acqua con la modella in apnea deve avere luogo prima di indossare la bombola. Così, mi sono dovuta tuffare in un’acqua freddina. In mezzo ad una vivissima corrente e una forte risacca. Tutto ciò per lunghissimi minuti prima di potere indossare muta e pinne!
La fotografia subacquea: disciplina sportiva a sé stante
Voglio comprovare che la fotografia subacquea sia una disciplina sportiva a tutti gli effetti quanto il nuoto, lo sci o ancora il calcio. E lo faccio soffermandomi su alcune regole imprescindibili del campionato alle quali i concorrenti non possono derogare se non esponendosi a gravi sanzioni disciplinari.
La FIPSAS è una federazione sportiva nazionale e quindi una associazione con personalità giuridica di diritto privato. A essa è riconosciuta autonomia tecnica, organizzativa e di gestione. È sottoposta alla vigilanza del C.O.N.I. dal D. Lgs. 242/99 (Decreto Melandri).
Pertanto, la FIPSAS ha piena autorità per chiedere ai concorrenti di effettuare esami antidoping. Infatti, con il tesseramento vengono accettate le Norme Sportive Antidoping attuative del Programma Mondiale Antidoping WADA, come previsto nel regolamento particolare del campionato stesso.
Dal punto di vista etico e tecnico, il divieto di fare ricorso a sostanze dopanti è comune a qualsiasi attività sportiva. Come previsto dallo statuto del CONI. “Gli atleti sono soggetti dell’ordinamento sportivo e devono esercitare con lealtà sportiva le loro attività, osservando i principi, le norme e le consuetudini sportive”
Il regolamento
Inoltre, i campionati di fotografia subacquea prevedono i tempi precisi e limiti di profondità. L’immersione può durare al massimo due ore ad una profondità massima di 30 metri. Sia il fotografo che l’assistente devono risalire con almeno 20 bar di aria all’interno della propria bombola.
È palese che tali regole sussistono al fine di tutelare la salute di tutti i concorrenti. Perciò, chi non le rispetta potrebbe mettere a rischio la propria incolumità fisica ma anche quella altrui. Di conseguenza, sarebbe immediatamente squalificato dal giudice di gara in grado di constatare la violazione.
Ma coloro che possiedono la cultura di una sana attività sportiva, centrata sulla propria salute sull’etica sono veri Atleti. Coloro che non vedono nell’agonismo e nella vittoria le uniche ragioni per gareggiare. Sono quelli che non correrebbero mai il rischio di essere squalificati!
La fotografia subacquea e i suoi atleti
Ebbene, come già accennato nell’articolo dell’anno scorso, sono stata, di nuovo, colpita dalla determinazione e dalla passione che anima alcuni “atleti”. Un termine appropriato anche per la fotografia subacquea e che va inteso sia letteralmente che metaforicamente.
È vero che le prove in acqua, tra freddo, condizioni avverse e peso dell’attrezzatura, richiedono una notevole forza fisica e l’idoneità fisica a svolgere tale attività. In realtà, quello che realmente fa dei concorrenti di una gara di fotografia subacquea degli atleti a tutti gli effetti, secondo me, è l’idoneità psichica ed attitudinale all’espletamento dei compiti connessi a tale qualifica.
Infatti, il termine ATLETA ha origine greca, evoluzione di “âthlos” (lotta), la sua ratio risiede nella sussistenza di un obiettivo, un desiderio di migliorare e la volontà di impegnarsi.
L’atleta affronta con serietà il suo sport. Egli ha un obiettivo finale che lo coinvolge a fare qualcosa di cui si sentirà orgoglioso ed appagato. Questo potrebbe significare stabilire un record personale, superando timori e incertezze oppure, come nel caso della fotosub, riuscire ad accattivare l’attenzione di chi osserva le foto scattate in acqua e proiettarlo nel mondo meraviglioso nonché poetico del mare: un abisso di emozioni che dal basso risalgono e riemergono in superficie tutto ciò che egregiamente vive nelle profondità del mare…luci…colori…movimenti flessibili…silenzio apparente.
Per concludere: laddove c’è passione, batte il cuore.
Anche quest’anno sono stata orgogliosa ed appagata dai momenti vissuti in acqua e in superficie.
Incontrare nuove persone, scoprire nuovi luoghi e nuovi fondali apre la mente e mi rende felice; condividere tutto ciò con due persone generose ed umili è stato una grande fortuna.
Grazie di gran cuore ad Enrico e Maurì per avermi resa partecipe del loro operato con rispetto e sincera considerazione.