Da zero a istruttore subacqueo in nove mesi. La storia di Dave, un ragazzo alla ricerca del suo posto nel mondo. Il duro percorso verso il raggiungimento del lavoro dei tuoi sogni. Dove c’è sempre il mare e dove c’è sempre il sole.
La storia di Davide Lavagnino, istruttore subacqueo in giro per il mondo.
Il caffè al bar del sabato sera
Dave ha molto meno di 30 anni, è un istruttore subacqueo e in questi giorni è in partenza per Marsa Alam per la stagione invernale. L’ho incontrato l’altra sera in un bar di Chiavari, stava ordinando un caffè al banco. Era ancora vagamente abbronzato, i suoi capelli chiari riflettevano ancora la schiaritura dovuta ad un’esposizione prolungata al cocente sole estivo. Era in forma smagliante e sorrideva sereno, pensando al suo futuro prossimo.
Ottobre 2022
Un anno fa ad oggi, si fece dare il mio numero di telefono da un amico comune. Voleva chiedermi dei consigli e delle indicazioni per fare il corso per diventare OTS (operatore tecnico subacqueo). Decidemmo di prenderci un caffè insieme.
Si presentò un ragazzone timido e impacciato. Aveva appena abbandonato il sogno di diventare un agente immobiliare a Milano ed era tornato mestamente a casa, in riviera. Era alla ricerca di un nuovo mestiere, probabilmente, un nuovo sogno da inseguire. Cercava una svolta ma nei suoi occhi leggevo la paura di un nuovo fallimento.
Mi sono rivisto, alla sua età. Ho riprovato emozioni e sensazioni simili. Il mondo davanti, che ti appare come una montagna irta da scalare. Con il terrore di sbagliare e la paura del giudizio degli altri, in particolare dei tuoi genitori. Come ti ho capito, caro Dave.
Ho provato a chiedere informazioni sui corsi OTS in Liguria a chi questo mestiere lo fa già o lo ha fatto. Nessuno mi ha parlato con entusiasmo di questa professione, nessuno mi ha incoraggiato a consigliargli una scelta del genere.
E allora gli ho proposto di diventare istruttore subacqueo, da zero a istruttore subacqueo in nove mesi. Lui, che alcuni anni prima aveva fatto il corso Open Water ma che poi non era mai più andato in acqua. Così timido da non guardarti negli occhi invitato a fare un mestiere dove devi essere un mattatore. Lui, così imbolsito da sembrare più un compagno di birre in una fredda serata invernale che un aitante ragazzo che deve convincerti ad andare sott’acqua.
Il training center e l’Instructor Trainer
Ne ho parlato con Alessandro Boschi. Perché, per un progetto del genere non è sufficiente un blogger carico di entusiasmo come il sottoscritto. Ci vuole un diving center che funzioni come un orologio, con uno staff preparato e pronto a coinvolgerlo. E, soprattutto, con un Instructor Trainer sveglio, motivato e preparato.
Al Massub Diving Center di Lavagna c’erano tutti gli ingredienti per fare un buon lavoro.
Il ritorno in acqua e la paura di aver dato un cattivo consiglio
La prima volta che Dave tornò in acqua fu un’agonia. Faceva freddo, c’era un po’ di risacca e lui indossava una muta umida. Fece fatica a scendere, ebbe qualche problema di compensazione e di assetto e, dulcis in fundo, soffrì il mal di mare. Pensai che, forse, lo avevo consigliato male.
Qualche mese dopo, durante le prove degli esercizi Rescue, anche quella volta con il mare in rivolta contro di lui, perse più volte l’attrezzatura.
Una domenica non sentì la sveglia e si presentò al lavoro con tre ore di ritardo e con il diving center pieno di subacquei. Lui quel giorno era addetto alle ricariche e i ragazzi dello staff erano costretti ai salti mortali per coprirla sua assenza.
Insomma, non fu un cammino in discesa. Credo che in molti avrebbero alzato bandiera bianca, mollando un’altra volta, magari imprecando contro il destino avverso che gli aveva riservato un nuovo fallimento. Ma Dave, questa volta non fece parte di quei molti. Voleva fermamente passare da zero a istruttore subacqueo in nove mesi.
Da parte sua, Dave ci mise la forza di volontà, il coraggio di sbagliare, l’umiltà di chi vuole imparare e, perché no, quell’arte tutta genovese di saper menarlo e saper farselo menare.
Da parte sua, tutto lo staff del Massub Diving Center ha sempre lavorato per incoraggiarlo a superare le tante difficoltà e ha saputo integrarlo, facendolo subito sentire uno di loro.
Primavera 2023
All’inizio della primavera Dave si immergeva con la muta stagna e faceva i briefing in barca, quelli di benvenuto, quelli sulla logistica e sulle procedura di sicurezza e quelli di fine immersione con relativi ringraziamenti e invito all’aperitivo al diving center.
Era dimagrito e si muoveva con maggior sicurezza. Ogni passo in avanti ormai gli dava la spinta ad alzare l’asticella. Alessandro e ragazzi del diving seguivano la sua crescita, dosando come farmacisti le dosi di nuove responsabilità.
A maggio accompagnava con destrezza i subacquei in immersione. Con un centinaio di tuffi alle spalle, ormai conosceva bene gli itinerari dell’Area Marina Protetta. Aveva già fatto assistenza durante alcuni corsi Open Water.
Era pronto per la prova finale per passare da zero a istruttore subacqueo in nove mesi.
La valutazione
Era giunto il momento per il corso istruttori e per il banco di prova più tremendo: la valutazione.
Con Alessandro Boschi e Daniele Palisi, i due trainer dello staff del Massub Diving Center, Dave ha affinato le ultime tecniche e ha appreso gli ultimi concetti per affrontare l’esame e diventare istruttore subacqueo. Era il giugno scorso, erano passati appena nove mesi da quel caffè a Chiavari.
Dave aveva concluso il suo percorso, era diventato lo “Zero to Hero”. Da zero a istruttore subacqueo in nove mesi.
E così, dopo un’intera estate a fare l’istruttore (pagato!) nel diving dove è cresciuto, in questi giorni parte per la sua prima esperienza di lavoro all’estero.
Nulla capita per caso
La scorsa sera, ci siamo incontrati per caso, io ero convinto fosse già partito. Ma nella vita nulla accade per caso. Sono convinto che il destino avesse in serbo ancora un caffè per noi due, prima che Dave, al secolo Davide Lavagnino di Leivi (paesino che si erge sulla collina sopra Chiavari), partisse per diventare finalmente grande.
Ho deciso di scrivere questo racconto perché sono felice di aver dato un buon consiglio ad un ragazzo che forse ha trovato la sua strada. Ma, soprattuto, ho raccontato la storia di Dave perché voglio, ancora una volta, che tutti i ragazzi conoscano questa meravigliosa opportunità che la vita può dar loro. Quella di insegnare qualcosa di fantastico nel posto più bello che c’è: il mare.