Immersione sul relitto San Giorgio G19

Immersione sul relitto San Giorgio G19: una piccola nave, di circa 50 metri di lunghezza, che giace in assetto di navigazione a 48 metri di profondità. Chiamato erroneamente Mas, in realtà, era un dragamine. Qui la natura si è superata e lo ha reso un piccolo gioiello sommerso.

Siete pronti?

Una partenza in extremis

Ritrovo la mia amica Marielle, per una giornata di immersioni tanto attese.

Trasferiamo velocemente la mia attrezzatura nella sua auto e partiamo per Trapani per raggiungere Stefano e Sara, titolari del Diving Center Freedivers.

Ultimamente, malgrado un caldo inusuale, il meteo marino è capriccioso e fino a ieri pomeriggio non eravamo certe di poteri immergere. Ma Stefano e Sara conoscono molto bene il mare e i venti del trapanese. Se hanno confermato, significa che ci possiamo immergere in tutta tranquillità.

Oggi, andremo a fare visita a due hotspot subacquei. Faremo un’immersione sul relitto San Giorgio G19 e una sul Pavlos di cui vi ho già parlato in un precedente articolo.

Il giorno prima, su FaceTime, abbiamo pianificato insieme la prima immersione. Prevederà decompressione. Ci immergeremo tutti con la stessa attrezzatura tecnica. Porteremo una bombola decompressiva S80, carica di Ean 50. E abbiamo stabilito di rispettare un TTS di 25 minuti oppure 20’ di fondo. Il primo che raggiungerà uno di questi dati darà il via alla risalita!

La passione consapevole

Perché alzarsi così presto? Perché fare tutti questi calcoli? Perché portarsi dietro tutta questa attrezzatura pesante?

A dire il vero, la risposta è semplice: la passione consapevole! Oggi andremo a fare un’immersione sul relitto San Giorgio G19, che non conosciamo.

Essendo un’immersione fuori curva occorrono le condizioni giuste e la disponibilità di tutti per poterci immergere in totale sicurezza. Abbiamo dovuto attendere, ma l’attesa fa crescere il desiderio. Potete immaginare quanto eravamo emozionate percorrendo la strada per raggiungere il sito!

Vi anticipo soltanto che le nostre aspettative sono state superate di gran lungo e vi spiegherò subito il perché!

In realtà, ero certa che l’immersione sul relitto San Giorgio G19 sarebbe diventata un racconto per Underwatertales. E per questo motivo indossavo la mia felpa preferita!

Un Dragamine e non un Mas

Il San Giorgio G19 è una piccola nave, di circa 50 metri di lunghezza, che giace in assetto di navigazione a 48 metri di profondità.

Chiamato erroneamente Mas, ovvero Motoscafo Armato Silurante, in realtà era un dragamine.

Dall’Archivio storico della Marina Militare, si è scoperto che, il 24 marzo 1943 la nave era uscita presto dal porto di Trapani al fine di effettuare operazioni di dragaggio.

L’equipaggio avvistò una mina e cominciò le manovre di recupero. Ma, il forte vento di scirocco che soffiava in quel giorno rese l’intervento molto delicato. Il G19 andò ad urtare con il fianco sinistro una mina che provocò l’immediato affondamento.

In quel triste giorno, furono recuperati tre feriti e due defunti, tra l’equipaggio a bordo. Nella foto potete leggere il rapporto d’inchiesta ufficiale dell’incidente tratto dell’archivio.

Immersione sul relitto San Giorgio G19

Finalmente ci siamo

Poche miglia ci separano dal diving center al luogo dove il San Giorgio G19 è affondato. Presto arriviamo sul punto di immersione, segnalato da un pedagno, ancorato sul verricello delle ancore.

Durante il breve viaggio, Stefano provvede al briefing fornendoci alcune informazioni in relazione alla nave che stiamo per scoprire. Conosce così bene il fondale che ci sembra quasi essere già lì!

È il primo a prepararsi e ad esser pronto per entrare in acqua. Scende subito per potere legare il gommone al pedagno sommerso. 

Una volta ormeggiati, il Comandante Sara spegne i motori e getta in acqua le cime di corrente da entrambi lati così da potere entrare in acqua in tutta sicurezza. In questa zona, le correnti possono essere abbastanza forti!

Come di consuetudine, effettuiamo i controlli di sicurezza e ci buttiamo uno dopo l’altro per ritrovare Stefano che ci aspetta alla cima di prua. Con noi c’è anche Corrado, giovane istruttore Raid e studente in medicina.

Ci diamo l’OK e inizia finalmente la nostra discesa per l’immersione sul relitto San Giorgio G19!

C’è una leggera corrente ma non ci infastidisce. Facciamo presto ad intravedere il relitto e sento il livello di adrenalina salire!

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Santo Tirnetta

Immersione sul relitto San Giorgio G19

La sagoma del relitto è imponente e compare ai nostri occhi in assetto di navigazione sulla sabbia. È spezzato in due al livello della parte centrale, il punto colpito dalla mina di sbarramento nemico.

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Santo Tirnetta

La prua è rimasta integra e ci consente di fare un salto in dietro nel tempo, in quel giorno drammatico in cui persero la vita alcuni membri dell’equipaggio. 

La poppa invece, è inclinata verso l’alto in un monticello di pezzi di ferro.

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo

Noto subito numerose reti fantasma che avvolgono la parte centrale. Sono abbandonate da tempo, sembrano come fossilizzate.

Uno spettacolo inaspettato

Come tutti fotografi subacquei sto sempre un po’ indietro rispetto a miei compagni. Mantengo, però, sempre un occhio su di loro e, fortunatamente, loro su di me…!.

Ed è lì che succede la magia: poggiata sul ponte, una cernia addormentata in mezzo ad una nuvola di anthias.

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo

A quanto pare è l’ora del riposino perché un’altra cernia, lunga più di un metro, riposa in mezzo all’ammasso di ferraglia a poppa. Non sembra affatto disturbata dalla nostra presenza.

Più avanti, mi soffermo su un grongo che gioca a nascondino con il mio scafandro!

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo

Sono colpita dalla vita marina presente sul relitto. La natura possiede una potente capacità di resilienza ma oggigiorno ci si può chiedere fino che punto…

Gli anthias sono ovunque e non sfuggono nemmeno quando ci avviciniamo. Sulla murata trovo numerose stelle spinose (Martasterias glacialis) di colore grigio-violetto. Poi, diversi ricci matita (Stylocidaris affinis) e anche un riccio melone (Echinus melo) di colore verde chiaro.

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo
Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo
Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo

La Santabarbara

Stefano richiama la mia attenzione con la sua torcia. Mi indica di seguirlo all’interno della nave, in una stanza di cui scoprirò il nome e la funzione una volta riemersa!

La Santabarbara era il nome dato al deposito delle munizioni sulle navi da guerra. I proiettili di grosso calibro della Seconda guerra mondiale sono proprio di fronte ai miei occhi!

Il buio della stanza, insieme a questi ricordi storici ,fa sospendere il tempo per qualche secondo. Ma il mio computer mi ricorda che è giunto il momento, purtroppo, di tornare indietro.

Gli occhi ancora storditi di tante sorprese e bellezze, iniziamo la nostra risalita lungo la cima. C’è chi si tiene con una mano, io preferisco pinneggiare leggermente controcorrente per agevolare lo smaltimento dell’azoto!

A 21 metri effettuiamo il cambio gas col l’Ean 50 e risaliamo lentamente verso la nostra ultima tappa di decompressione a 6 m.

Con uno sguardo e due segnali manuali mi accerto che Marielle ed io abbiamo lo stesso profilo decompressivo. I nostri computer erano impostati in modo identico e siamo rimaste vicine per tutto il tempo dell’immersione. Quindi, possiamo procedere tranquillamente.

Per quanto mi riguarda, i 18 minuti di decompressione a 6 metri sono volati via. Mi sono divertita con due carinissimi pesci balestra (Balistes capriscus).

Immersione sul relitto San Giorgio G19
Photo credit: Julie Sferlazzo

Ringraziamenti

Ringrazio l’amico e grande fotografo Santo Tirnetta per la condivisione del materiale in suo possesso e della sua costante disponibilità nei miei confronti. 

Le informazioni storiche sono tratte dal libro, frutto di anni di lavoro, “Relitti di Sicilia” elaborato insieme al documentarista Riccardo Cingilo, Tridente d’oro 2022.

Per info: santotirnetta@tin.it

Ringrazio di gran cuore Stefano e Sara del Diving FreeDivers a Trapani per la logistica del loro centro e la perfetta organizzazione dell’immersione. E i miei fantastici buddy Marielle e Corrado.

La subacquea è una passione sana alla portata di chiunque secondo le proprie aspettative.

Ma quello che rende questa attività speciale è la condivisione con gli altri. Lo scambio benevole delle proprie competenze tra persone generose e umili conferisce alla subacquea l’etica e la nobiltà che le spetta.

A presto per nuove avventure siciliane! Julie…