La Grotta Cosquer. Una scoperta incredibile, un valore storico inestimabile. La storia dell’immersione di Henri Cosquer e dei suoi tre fidati esploratori che ha portato ad un progetto innovativo di sviluppo scientifico, culturale e turistico.
Immersa nel cuore del Parco Nazionale delle Calanques, situata a sud di Marsiglia, la grotta Cosquer si apre a 37 metri di profondità nei pressi di Capo Morgiou.
Un sito immerso unico al mondo, che ha svelato segreti risalenti alla preistoria. La sua fedele replica è stata inaugurata il 4 giugno 2022 nella mia città Marsiglia. Qui, da ragazzina, ho respirato per la prima volta sott’acqua.
La scoperta
La sera del 9 luglio 1991, all’imbrunire, la barca del Diving di Cassis lascia il porto con mare calmo, diretta a Capo Morgiou. A bordo ci sono Henri Cosquer, proprietario del club, e tre istruttori esperti riuniti per esplorare una grotta. Il suo ingresso si apre a 37 metri sotto il livello del mare, ai piedi della Pointe de la Voile.
Cosquer conosce già questo luogo. Ha utilizzato nel 1985 un passaggio noto ai cacciatori di coralli e di aragoste dell’epoca. Parte da un piccolo foro nella roccia e si insinua nella scogliera.
L’immersione
I quattro sommozzatori, una volta entrati nella piccola apertura, risalgono in uno stretto condotto che si allarga gradualmente. Il cunicolo è lungo più di 100 metri. Pinneggiano con cautela, i sedimenti depositati a terra potrebbero da un momento all’altro rimanere sospesi e far perdere ai subacquei visibilità.
Superato un ultimo passaggio, uno spettacolo irreale e ammaliante. I fasci delle loro torce illuminano colonne pietrificate che si ergono in un’immensa stanza dai volumi frastagliati.
La camera
Imponenti stalagmiti si sono formate nella cavità sotterranea, prima che le acque la inghiottissero. Disfattisi di pinne e bombole i subacquei francesi si separano in due squadre per partire alla scoperta di questa grotta di grande bellezza.
A perdita d’occhio non ci sono altro che stalattiti, stalagmiti, concrezioni, volte e pareti calcaree color arancio.
Improvvisamente, sulla via del ritorno verso la spiaggia, sulla parete, nel raggio delle loro torce compare l’impronta di una mano! I sub, in uno stato di confusa euforia, avanzano le ipotesi più assurde: chi avrebbe potuto realizzare un murales proprio qui!?
I tre esploratori subacquei non sono ancora consapevoli della rilevanza storica della loro scoperta.
Nelle settimane successive il team è tornato più volte sul sito rivelando un incredibile bestiario preistorico sommerso e pitture rupestri miracolosamente conservate. Ci sono decine di mani, figure di bisonti, cavalli, cervi e persino pinguini raffigurati in un unico sito!
Indiscutibilmente, la grotta era stata visitata da artisti preistorici migliaia di anni fa, prima di essere parzialmente inghiottita dal mare alla fine dell’ultima era glaciale!
La dichiarazione di autenticità della grotta Cosquer
Il 1° settembre 1991 è una giornata di lutto per la comunità subacquea. Perché tre subacquei inesperti venuti da Grenoble perdono la vita esplorando il canale di accesso alla grotta appena scoperta. Cosquer e la sua squadra partecipano al recupero dei corpi.
Henri Cosquer, dopo l’incidente, va a dichiarare la sua scoperta presso gli uffici della Direction des recherches archéologiques sous-marines (DRASSM). Quest’ultima avvia una missione scientifica di esplorazione archeologica.
La grotta è autenticata dal preistorico Jean Courtin, esperto subacqueo. Le pareti ricoperte da innumerevoli incisioni e pitture non lasciano dubbi riguardo all’età. La datazione al carbonio-14 dei campioni prelevati dal suolo e dalle pareti evidenzia un periodo risalente a 20. 000 anni fa!
È una scoperta unica ed emozionante per tutti professionisti coinvolti. All’epoca, in Provenza, non c’erano grotte decorate.
La grotta Cosquer, frequentata per 14.000 anni da cacciatori-raccoglitori dell’ultima era glaciale, è l’unica grotta decorata al mondo il cui ingresso è sotto il livello del mare. Nel 1992, è stata classificata quale monumento storico.
Da quel giorno, la grotta è permanentemente chiusa al pubblico e l’ingresso è bloccato da blocchi di cemento, sostituiti nel 2015 da un cancello in acciaio inox.
Inoltre, nel 2013, un decreto della Prefettura Marittima ha rafforzato la protezione del sito vietando tutte le immersioni e gli ancoraggi in un raggio di 500 metri intorno alla Pointe de la Voile.
Numerose missioni scientifiche hanno dimostrato la fragilità del sito che rischia di scomparire: l’innalzamento del livello del mare minaccia le pitture, l’inquinamento e diversi terremoti hanno provocato alcuni danni.
Un po’ di preistoria
Le circa 500 opere riscontrate nella grotta Cosquer sono ascrivibili ad un gruppo composto da uomini di Cro-Magnon, antica forma di Homo sapiens, largamente diffusa in Europa durante paleolitico superiore.
Tra gli artefatti Cro-Magnon giunti fino a noi vi sono capanne, pitture murali, incisioni; gli artisti utilizzavano manganese e ossido di ferro per le loro pitture rupestri, il che spiega il colore arancione degli affreschi ritrovati.
Gli stessi appartenevano ad una delle culture più rilevanti del paleolitico superiore: il Gravettiano. Una cultura che si è sviluppata circa 30.000 fa e si caratterizza per un’industria litica molto specifica, in particolare per le punte di Gravette. Ma anche per espressioni artistiche molto particolari come le veneri e le mani negative ottenute tracciando sulla parete il profilo della mano, seguendone il contorno.
Un progetto innovativo di sviluppo scientifico, culturale e turistico
In questi ultimi anni, la Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha creato un centro di interpretazione culturale e scientifica di alta qualità nella zona portuaria di Marsiglia, il Mucem: Museo delle civiltà del Mediterraneo.
Accanto, si trova la Villa Méditerranée, edificio destinato alla ricerca archeologica, la cultura preistorica e la comprensione dell’emergenza climatica contemporanea.
All’interno, al fine di rendere la storia della grotta Cosquer, accessibile al più ampio pubblico possibile è stata progettata una sua fedele riproduzione.
In un’atmosfera vicina all’originale, si esplorano 1750 m² di affreschi, comodamente seduti su una sorta di gondola che si muove molto lentamente.
Nella Galleria del Mediterraneo, un’area di 2.500 m², si scoprono l’arte rupestre paleolitica e le ragioni che hanno portato all’allagamento della grotta.
Insomma, un’esperienza immersiva a 360 gradi che consiglio vivamente ai grandi, ai piccini ai non sub nonché a tutti gli innamorati della storia legata la mare!
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