Il corallo nero dell’ Haven stava crescendo lentamente sul ponte di dritta, a quasi sessanta metri di profondità. Qualcosa o qualcuno lo ha violentemente staccato. La cronaca dell’intervento della squadra di volontari di Marevivo.
C’era un ramo di corallo nero che doveva essere salvato. Era cresciuto, neanche troppo timidamente sul ponte di dritta dell’Haven, poco oltre il punto in cui il castello di poppa si congiunge ad esso.
Là sotto, a fianco della ringhiera, questo ramo si stava lentamente sviluppando quando qualcuno o qualcosa lo ha violentemente staccato.
Potrebbe essere colpa di una rete da pesca o di una lenza. Ma potrebbe essere stato anche un subacqueo poco attento, con un colpo di pinna violento o con una qualsiasi manovra accidentale.
Qualcuno l’ha segnalato, documentando il disastro. Ma bisognava fare qualcosa.
La notizia è arrivata a Marevivo, che dal 1985 lavora per la tutela del mare e dell’ambiente. Contro l’inquinamento e la pesca illegale, per lo studio della biodiversità, la promozione e valorizzazione delle aree marine protette, l’educazione nelle scuole e nelle università per lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione su tutti i temi legati al Mare.
Massimiliano Falleri, coordina la Divisione Sub di Marevivo con l’obiettivo di coinvolgere attivamente il mondo della subacquea in iniziative finalizzate a monitorare lo stato di salute del mare e prevenire i meccanismi di degrado ed alterazione dell’ecosistema. E da subito ha iniziato a progettare e a pianificare un intervento per salvare il ramo di corallo nero.
Max ha immediatamente coinvolto una squadra di volontari che prontamente si è messa al servizio di questa nuova missione.
Domenica 24 luglio 2022
È il gran giorno. All’alba, su Genova, un flebile scroscio di pioggia sembrava dare un po’ di refrigerio ad una giornata che si presagiva torrida. Il mare reggeva, sufficientemente piatto.
Ma all’arrivo al porto di Arenzano ci siamo subito resi conto che la morsa di caldo che sta attanagliando la nostra penisola non ci avrebbe dato tregua. Anzi, la pioggia aveva semplicemente contribuito ad aumentare, inesorabilmente, il livello di umidità.
E così, sotto il sole cocente il team inizia i preparativi per l’operazione. I rebreather, i bibombola, le decompressivi e gli scooter subacquei man mano vengono caricati sul gommone del Techdive, il nostro diving d’appoggio.
E poi il briefing. Con l’aiuto di una staffa in alluminio, dobbiamo incollare il corallo nero sul ponte dell’Haven, utilizzando una apposita colla bicomponente.
Ore 11:00
Il gommone è pronto per la partenza dal molo del porto di Arenzano, mentre i volontari del team stanno ultimando i preparativi e i controlli pre immersione.
Ora siamo ormeggiati sul punto. È il momento di agire.
Con l’aiuto dei nostri scooter scendiamo velocemente sul castello di poppa, dove ci riuniamo per iniziare la navigazione verso il punto. Scendiamo di quota e raggiungiamo il luogo in cui il povero ramo di corallo nero giace, senza appigli, in attesa del nostro intervento.
Le operazioni durano una quindicina di minuti e finalmente l’esacorallo, con i suoi piccoli e incantevoli ciuffi bianchi è nuovamente saldo, sulle lamiere del relitto.
È tempo di tornare verso il castello, è tempo di iniziare la nostra lunga risalita.
Appuntamento in autunno
Ora la colla bicomponente sta iniziando a dare il suo contributo, quello di aiutare il ramo di corallo nero a saldarsi nuovamente sul ponte dell’Haven.
Per il momento non dobbiamo far altro che attendere, nella speranza che nessun altro evento accidentale possa minare il successo della nostra iniziativa.
L’appuntamento è per il prossimo autunno, magari all’inizio di ottobre. Quando torneremo a visitare la “signora dei mari” e andremo a valutare la buona riuscita del nostro lavoro.
I protagonisti
Oltre a Massimiliano Falleri, hanno preso parte alla missione Cristina Freghieri, Stefano Bruno, Andrea Fattore, Roberto Bottini, Alessandro Ruga, Alberto Cammarota e Stefano Sibona.