Itinerari archeosub in Salento

Itinerari archeosub in Salento, alla portata di tutti con UnderwaterMuse. La Puglia, con le coste del Salento, una vera piattaforma protesa sul mare che nei secoli ha intercettato navigazioni e commerci, è pronta ad aprirsi al turismo subacqueo.

Oggi vorrei parlarvi di un territorio che conoscevo ben poco ma che ho potuto scoprire in occasione dell’EUDIsvolto ad aprile 2022 a Bologna, e durante le settimane seguenti.

L’EUDI non è una soltanto una fiera con interessi economici ma una manifestazione di scambi culturali e umani. Nel corso della quale si fanno scoperte inaspettate ed immense come lo è il mare. 

Itinerari archeosub in Salento

Per quanto mi riguarda, queste scoperte mi spingono a guardare oltre i miei confini e così sono andata a curiosare dall’altro lato dello stivale! 

Itinerari archeosub in Salento

Cartapulia

Quest’anno, il primo stand sul quale Stefano Sibona ed io ci siamo soffermati è stato quello della Puglia. Con i suoi elaborati fotografici meravigliosi che raffiguravano i fondali marini dell’estremità della nostra penisola.

Inoltre, erano presentati i diversi progetti, avviati dal Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. In collaborazione con le tre Università locali e destinati a raccontare il mare in tutti i suoi aspetti.

Ho quindi scoperto che la Puglia è stata una delle prime regioni dotata di un sistema informativo legato ai suoi beni culturali chiamato “Cartapulia”. Nel quale sono registrati migliaia di siti di interesse culturale, tra cui quelli costieri e subacquei.

Una preziosa eredità che gli enti pubblici, ma anche tutti i singoli cittadini, hanno il dovere di salvaguardare. In effetti, il territorio Pugliese, grazie ad un impegno costante, è riuscito a concretizzare progetti locali nonché internazionali.

Puglia Seascapes

Una prima categoria di progetti nominata “Puglia Seascapes” è stata condotta in collaborazione con le tre AMP della regione: Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo.

Si tratta di una vasta campagna di promozione avviata attraverso un importante programma di valorizzazione del patrimonio sommerso. Una visione che riunisce ricerca scientifica, sia archeologica che ambientale, il tema dell’accessibilità e della fruizione del territorio nonché le sfide dello sviluppo sostenibile interconnesso al turismo culturale.

Al fine di rendere il patrimonio sommerso della Puglia, patrimonio di tutti, questi progetti tendono essenzialmente a realizzare tre obiettivi:

-valorizzare il territorio, come ad esempio, attraverso la mostra “Nel mare dell’intimità” presso l’aeroporto di Brindisi o le visite virtuali ai Musei del Mare;

-ampliare l’accessibilità mediante la formazione di archeologi subacquei come guide per persone con disabilità; 

-aprire il patrimonio sommerso anche ai non subacquei ricorrendo, ad esempio, ad applicazioni immersive ed interattive.

Itinerari archeosub in Salento

Centro Euromediterraneo per l’Archeologia dei Paesaggi Costieri e Subacquei

Una seconda categoria di progetti, invece, ha generato la creazione del Centro Euromediterraneo per l’Archeologia dei Paesaggi Costieri e Subacquei (ESAC). I suoi interessi e traguardi sono parecchi. La ricerca e la catalogazione, la conservazione e il restauro. Ma anche la formazione, la divulgazione e la comunicazione. E, infine, l’incentivazione di politiche culturali per il Patrimonio Sommerso e la Blue Economy.

Itinerari archeosub in Salento

La gestione dell’ESAC è stata affidata al Dipartimento Regionale, ai tre Atenei (Salento, Bari e Foggia) e alla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo.

Le iniziative dell’ESAC hanno dato luogo a misure concrete e progetti raggruppati in una terza categoria di cui intendo parlarvi. Perché la valorizzazione del patrimonio culturale, storico ed ambientale emerge dalla condivisione del sapere e delle buone pratiche tra territori limitrofi.

progetti europei

Si pensi in particolare a tre progetti europei: 

-Il progetto FISH.&C.H.I.P.S, (Fisheries, Cultural Heritage, Identity and Participated Societies), inserito nel Programma Interreg Italia-Grecia. È nato dalla collaborazione tra Enti Pubblici, Università, Associazioni Professionali Pugliesi e Greci al fine di sostenere le comunità di pescatori di entrambi paesi. Da lì è nata la mostra Taras e i doni del mare presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTA) che si terrà fino al 31 dicembre 2022.

Itinerari archeosub in Salento

-Il progetto UnderwaterMuse, inserito a sua volta nel Programma Interreg Italia-Croazia. È nato dalla collaborazione tra Università Pugliese, Enti Pubblici del Friuli-Venezia Giulia e Croato. Il traguardo è di valorizzare e rendere accessibile l’ingente patrimonio sommerso delle regioni partecipanti attraverso la creazione di Parchi archeologici subacquei e l’uso della realtà virtualein chiave narrativa.

Itinerari archeosub in Salento

-Il progetto Bluemed PLUS, inserito nel Programma Interreg MediterraneanTende ad incentivare l’utilizzo di nuovi metodi e tecnologie per la salvaguardia e la valorizzazione dei territori del mare Adriatico (Puglia, Albania e Montenegro).

Itinerari archeosub in Salento

Dall’incremento della diffusione di informazioni in relazione al patrimonio culturale ed ambientale subacqueo discenderà la maggiore consapevolezza della sua fragilità. Pertanto, migliorando l’esperienza dei subacquei locali e di passaggio, verrà potenziato l’apprezzamento del patrimonio sommerso in modo accattivante e coinvolgente.

Maria Laura Crescimanno

Al fine di convincere definitivamente i nostri lettori a recarsi in Puglia e “tuffarsi” nella storia del suo meraviglioso territorio sommerso, condividiamo l’interessantissimo articolo della nostra amica giornalista Maria Laura Crescimanno autrice del libro Sulle rotte di Sebastiano Tusa di cui vi avevamo già parlato.

Vengono suggeriti, in modo dettagliato, alcuni percorsi archeologici sommersi e non, da scoprire in famiglia o tra amici, senza dovere essere un esperto di subacquea!

Un interessante articolo di M. Laura Crescimanno

       La Puglia, con le coste del Salento, una vera piattaforma protesa sul mare che nei secoli ha intercettato navigazioni e commerci, è pronta ad aprirsi al turismo subacqueo. L’ itinerario che vi proponiamo parte dalla splendida cittadina barocca di Lecce.

La prima tappa è la visita del più antico museo di Puglia, il museo Castromediano.

Prende il nome del suo fondatore ed è stato riaperto con un nuovo moderno allestimento nel 2019.

Tra le molte sale, la sezione al piano terra è dedicata ai paesaggi d’acqua e ricostruisce la storia delle popolazioni indigene salentine che si mischiarono con i greci legandosi al mare, dal paleolitico al medioevo.

Ampi visori touch mostrano subito i siti archeologici e le antiche rotte su cui sono nati i nuovi itinerari archeologici sommersi.

Questi itinerari sono fruibili, da quest’estate, grazie al progetto europeo tra regioni frontaliere Italia Croazia “Underwater Muse”. Che si è spinto con le sue ricerche sino nella laguna di Grado in Friuli-Venezia Giulia ed all’antica Sikuli, oggi Resnik, sulla costa croata.

Parola d’ordine del progetto appena concluso, avvicinare il patrimonio ai cittadini. 

Gli archeologi delle tre università del Salento, insieme alla Cà Foscari di Venezia e all’Ente regionale Patrimonio Culturale del Friuli-Venezia Giulia, hanno mappato e digitalizzato oltre 700 beni sommersi. Ma soprattutto hanno reso già fruibili i principali siti delle coste pugliesi, descritti dal portale Underwatermusemap.  

Quelli più accessibili, e meno soggetti ad insabbiamenti stagionali, si trovano nel leccese attorno alla baia di Le Cesine, nell’area marina protetta di Porto Cesareo e più a nord, verso Brindisi, nel parco archeologico di Egnazia.  

L’itinerario San Cataldo – Le Cesine

L’itinerario San Calaldo – Le Cesine, a soli quindici chilometri da Lecce, che qui aveva il suo porto commerciale in epoca romana, colpisce per la bellezza del paesaggio. Con le sue ampie spiagge e la macchia foresta della ampia riserva costiera del wwf  in lontananza. 

Esplorandola al suo interno, per oltre 6 chilometri di lunghezza, e inoltrandosi dentro al fitto bosco di immensi eucaliptus, lecci e pini, si scopre una sorprendente area lacustre, un tempo paludosa, rifugio di uccelli migratori e fenicotteri che svernano qui in estate.  I resti dell’antico molo romano, grandi massi squadrati allineati che si perdono in acqua, un vero e proprio molo d’attracco, sono subito visibili ed invitano allo snorkeling verso le boe. Più a largo, un’altra grande struttura in pietra a pelo d’acqua, forse una chiesa oggi sommersa, mentre spostandosi all’interno della baia, protette da una barriera frangiflutti sotto la sabbia emergono ancora immensi massi allineati a formare una seconda banchina. 

L’ideale è farsi accompagnare, sia in acqua che a terra, dalle guide archeologiche specializzate leccesi (associazione Themonumentseople.it).

La zona costiera di San Cataldo

Ma è forse la zona costiera leccese di Porto Cesareo l’area più adatta destinata a diventare un parco archeologico sommerso aperto a un turismo responsabile rivolto alle famiglie. Con la splendida Torre Chianca di epoca spagnola, una delle numerose torri poste a guardia contro gli assalti dei pirati,

A sud della baia frastagliata, tra dune, bassi fondali e spiagge attrezzate si trova da molti anni una piccola area marina protetta, a ricordare l’importanza di proteggere biodiversità ed habitat marino-costieri.

A pochi metri dalla riva, attorno alla torre museo del mare gestita dal comune, si trovano i primi reperti, segnalati da boe ed indicazioni sui fondali. Da un lato i resti di una necropoli, dall’altro le spettacolari concrezioni delle anfore tripolitane della fine II secolo d.C, solidificatesi nei secoli.

Emergono dai fondali sabbiosi in almeno tre ceppi come fossero funghi immensi, raccontando il naufragio di una nave che dall’Africa risaliva le coste ioniche con il suo carico. 

Non lontane, tra il turchese della sabbia a circa sei metri, il relitto delle colonne di marmo cipollino. Proviene dalle cave dell’ Eubea per le case dei notabili romani, racconta di un altro naufragio avvenuto in età romana imperiale.

Photo Credit: Gabriele Paparo photosub

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