L’aggregazione degli squali grigi di Lampione, con Desirée Grancagnolo. Una giovane biologa marina ci racconta le sue esperienze ed i motivi per i quali, ogni santa estate, gruppi di squali grigi si danno appuntamento su uno scoglio nel mezzo del Canale di Sicilia.
Un viso pulito, un sorriso tenero e due occhi di giada. Dai suoi pori trasuda l’entusiasmo della giovinezza. Quel periodo della nostra vita nel quale crediamo che i nostri sogni, i nostri ideali e le nostre ambizioni si potranno realizzare, tutte. Semplicemente perché ci crediamo, perché abbiamo ancora intatta la voglia e la forza di lottare.
Lei è Desirée Grancagnolo, una giovane biologa marina che si è laureata all’Università di Palermo.
Ho appuntamento con lei un tardo pomeriggio di inizio giugno, al Diving Center Saracen di Isola delle Femmine. Lei da queste parti è di casa. Nei giorni scorsi l’ho vista andare e venire, insieme ad altro ragazzo, credo un suo collega. Trasportavano attrezzature pesanti.
Oggi arriva tutta trafelata, probabilmente ha corso come una matta per l’intera giornata. Ma la stanchezza non nasconde felicità e serenità dal suo volto, tantomeno attenua il suo entusiasmo.
È qui per raccontarmi i suoi progetti, i suoi sogni. E allora partiamo!!!
Lo studio sull’aggregazione degli squali grigi
Tutto inizia quando Desirée si avvicina ad un gruppo di lavoro coordinato dal Professor Marco Milazzo, docente di Scienze della Terra e del Mare presso l’Università di Palermo. Tre anni fa ha iniziato uno studio, inizialmente con dati preliminari, sull’aggregazione degli squali grigi che si verifica, durante la stagione estiva, intorno all’isolotto di Lampione, all’interno dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie. Uno studio interessante, che ha mosso la curiosità del mondo scientifico e non solo. Chi, d’altronde, non spalanca gli occhi e apre le orecchie quando si parla di squali. Soprattutto se gli squali sono qui, a casa nostra, nel nostro mare.
E quindi, questo progetto ottiene la collaborazione della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, inaugurata nel lontano 1875 dall’allievo prediletto di Charles Darwin, lo zoologo tedesco Anton Dorhn. Oggi è un centro di eccellenza per lo studio della zoologia marina nel Mar Mediterraneo e la sua attività è molto concentrata sulla biodiversità degli organismi marini. Roberto Danovaro, il suo presidente, ha deciso di aprire alcune sedi locali in Sicilia, a Milazzo e a Palermo. E qui, Desirée entra nel mondo degli squali grigi, in un progetto co-finanziato da National Geographic.
I primi avvistamenti degli squali
Sin dagli anni ’50, da Lampione arrivavano segnalazioni di avvistamenti di squali. Erano, prevalentemente, informazioni fornite dai pescatori, siciliani e tunisini. Gente abituata a pescare a strascico, gente avvezza a prendere pesci di grossa taglia. E siccome, lo sanno tutti, il sangue richiama i predatori, ecco che gli squali iniziano ad avvicinarsi ai pescherecci e, conseguentemente, all’uomo.
Ed ecco che lo squalo, purtroppo, diventa anche accidentalmente oggetto di pesca. Intrappolato nelle reti viene issato in superficie, e venduto, illecitamente, in tranci come pesce spada.
Ma la pesca non era l’unica minaccia per questi squali che hanno deciso, chissà quanto tempo fa, di aggregarsi nei pressi di questo scoglio, nel bel mezzo del canale di Sicilia, da luglio a settembre.
Sia il turismo nautico, con il rumore assordante dei potenti motori delle imbarcazioni, sia quello subacqueo che invade quest’area, nel periodo estivo, alla ricerca dell’emozionante incontro della vita, hanno generato una riduzione degli avvistamenti.
Un codice di condotta
E allora, il primo vero impegno degli scienziati è stato quello di coinvolgere gli stakeholder, ovvero coloro che traggono profitti da questo fantastico dono di Madre Natura. I diving center della zona si sono immediatamente resi conto che un’attività non regolamentata, e quindi non sostenibile, avrebbe minato il loro potenziale ritorno economico. Perché la gente che viene a Lampione si aspetta di vedere gli squali e, se lo sfruttamento eccessivo rischia di portare ad un decremento del numero di questi esemplari, inevitabilmente si corre il rischio di perdere questo prezioso indotto.
Ne nasce così un codice di condotta, di buone prassi da adottare e da inserire all’interno dei briefing. Mirati a creare nei subacquei consapevolezze sulla biologia e sull’ecologia di una specie. E quando un sommozzatore prende coscienza di una situazione automaticamente aumenta il suo livello di passione e di rispetto verso il mare ed i suoi abitanti.
Oggi, a Lampione è consigliato non avvicinarsi troppo agli animali, evitare rumori molesti o movimenti particolarmente bruschi e non utilizzare torce, flash o illuminatori. La stagione scorsa, per la prima volta nella storia della subacquea di questi posti, si è sempre riusciti a mantenere il numero di subacquei in immersione al di sotto della soglia consigliata da ricercatori.
Ma perché gli squali grigi hanno scelto proprio questo isolotto in mezzo al nulla per aggregarsi, durante la stagione estiva?
Probabilmente proprio perché questo isolotto, piazzato in mezzo al nulla, nel Canale di Sicilia, aggrega una fauna ittica tale da richiamarli per deliziosi banchetti. Arrivano qui quando la temperatura dell’acqua diventa più mite, forse provenendo da sud, forse dalle coste tunisine, dove è stata scoperta una vera e propria nursery. Le femmine vanno a partorire lì, nel Golfo di Gabes. Ma non si fermano, perché da quelle parti l’aggregazione è più rischiosa e la pesca, per le femmine di squalo potrebbe essere doppiamente fatale E allora aspettano la bella stagione per attraversare il canale e per ritrovarsi a lampione, in un mare più ricco e forse meno rischioso.
Ma quanti squali grigi si ritrovano qui, ogni estate?
Purtroppo, al momento non esistono dati esaustivi che permettano un reale censimento di questi animali. Sappiamo solo, drammaticamente, sebbene siano animali molto evoluti che sono sopravvissuti a molti mutamenti climatici, in questo momento la specie è in decremento. E purtroppo il 20% delle specie di squali e razze a livello globale si trova in una categoria definita “data deficient”, ovvero di mancanza di dati certi perché se ne possa fare un censimento.
Per cercare di collezionare dati quest’estate posizioneranno delle telecamere subacquee fisse, ad una profondità definita di sicurezza. Per loro si intende. Una profondità alla quale il loro comfort sia maggiore. A distanza di sicurezza dai rumori dei subacquei e dei natanti e dalle reti dei pescatori. I ricercatori, in questo modo, sperano che, in un ambiente più tranquillo gli squali si palesino meno timidamente.
La nostra percezione
Sono curioso a questo punto di conoscere la percezione della presenza degli squali da parte dei turisti. Di coloro che fruiscono di questo spettacolo.
Lo scorso anno è stato proposto loro un questionario, in collaborazione con i diving center e i pescatori. I dati non sono ancora pubblicabili. Si attende un’ultima revisione.
L’idea che mi sono fatto, ascoltando le parole e i racconti di questa giovane, splendida sognatrice, è che se gli squali grigi scappano non appena sentono il rumore di un motore o, peggio ancora, il frastuono delle nostre bolle allora il paradigma della loro pericolosità crolla miseramente.
E ci rendiamo davvero conto di aver visto i film sbagliati…
Ma l’avventura di questa ragazza con il viso pulito, il sorriso tenero e due occhi di giada, dai cui pori trasuda l’entusiasmo della giovinezza non finisce qui, sullo scoglio di Lampione.
Mi deve ancora portare da un’altra parte, dove ha scoperto qualcosa di sensazionale. Una nuova aggregazione.
Vi racconterò tutto la prossima volta.
Le foto degli squali grigi di lampione sono di Rocco Canella. Ringrazio Pelagos Diving Center per la gentile concessione.