Immersione sul relitto dell’aereo di Calvi

L’immersione sul relitto dell’aereo di Calvi. Un gigante, una “fortezza volante”, giace placido, appiattito con le sue ali ed i suoi quattro motori ancora integri ed attaccati. Un ambiente unico dal quale emerge la cabina di pilotaggio, un posto dove sembra che il tempo si sia veramente fermato, a quel 14 febbraio del 1944.

14 febbraio 1944

Il 14 febbraio del 1944 era un lunedì e, probabilmente, le coppiette non festeggiavano San Valentino.

La missione del 97° gruppo di attacco

La missione del 97° Bomber Group della United States Army Air Forces era di bombardare lo scalo ferroviario di smistamento treni di Verona. Poco prima di arrivare sull’obiettivo, il gruppo ha dovuto compiere una virata a sinistra molto pronunciata per correggere l’angolo di attacco previsto nel piano di volo. Il B-17, con numero seriale 42-31044, si trovava sull’ala di destra della formazione d’attacco e durante la sterzata si trovò, per pochi istanti, sfalsato e, soprattutto, isolato dagli altri.

Gli attimi fatali

Furono attimi fatali per il B-17 recante matricola 42-31044. In un baleno lo squadrone aereo nemico di Messerschmitt 109 lo accerchia ed inizia a colpirlo, inesorabilmente. L’operatore radio e due artiglieri vengono crivellati di colpi e con due motori in fiamme l’aereo era ormai alla mercé dei tedeschi. 

E quando il comandante, il sottotenente Frank G. Chaplick, pensa ormai alla fine, sua e del resto del suo equipaggio, ecco che il destino gli riserva un’ultima chance. Due cacciabombardieri P-47 Thunderbolt arrivano in loro soccorso e allontanano definitivamente il nemico.

La ritirata

Con due motori inutilizzabili, per il sottotenente Chaplick è del tutto impossibile rientrare alla base e decide quindi, scortato da uno dei due P-47 che gli hanno salvato la vita, di fare rotta verso Calvi, in Corsica.

Una chiamata radio alla torre di controllo di Calvi gli fa immediatamente capire che la pista di atterraggio di quell’aeroporto è limitata per ricevere un aereo danneggiato di quelle dimensioni. Ma Chaplick non desiste e fa un primo passaggio per valutare il terreno. Poi vira verso il mare, probabilmente per affrontare all’atterraggio, nonostante gli avvertimenti della torre di controllo. 

L’ammaraggio

Ma, durante l’avvicinamento, anche il terzo motore lo abbandona, facendo inesorabilmente perdere quota all’aereo. Non restava che una sola scelta: ammarare.

“Così ho messo il B-17 sulle onde, vicinissimo e di fronte alla cittadella di Calvì. L’aereo non si è rotto durante l’operazione e ha galleggiato per alcuni minuti. Il che ci ha permesso di evacuare, a parte i tre aviatori uccisi durante l’attacco e i cui corpi sono affondati con i rottami” (Sottotenente Chaplick)

Il Boeing B-17

Conosciuto anche come Flying Fortress, la fortezza volante, il Boeing B-17 era un bombardiere pesante impiegato dall’Air Force degli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale. È stato il primo aereo ad essere prodotto in grandi quantitativi e ad evolversi, successivamente, in numerose varianti. 

Veniva utilizzato nelle campagne di bombardamento strategico diurno contro gli impianti civili, industriali e militari appartenenti alla Germania nazista. Era dotato di tredici mitragliatrici, poteva trasportare sino a otto tonnellate di bombe ed aveva un’autonomia di 3200 chilometri

Con i suoi 30 metri di apertura alare, su 22 metri di lunghezza, era una potentissima macchina da guerra.

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Venerdì 13 maggio 2022

Venerdì 13 maggio 2022: il giorno dell’immersione sul relitto dell’aereo di Calvi.

Sul fatto che il venerdì 13 sia un giorno nefasto, soprattutto nella cultura scaramantica, c’è molta controversia. Io, in particolare, sono molto scaramantico e l’idea di affrontare, in questa data, un’immersione su un aereo, colpito ed affondato, mi potrebbe lasciare perplesso.

Però, quel venerdì io ero totalmente ignaro che fosse il 13. Perché me ne stavo con una bella tazza, calda e fumante, di caffè della moka a bordo del Frala, sul quale stavo facendo una molto rilassante crociera subacquea tra Capraia e la Corsica. E avevo completamente perso il conto dei giorni.

E, con la mia tazza di caffè in mano, stavo rimirando, assorto e ancora un po’ addormentato, dal finestrone della dinette, la costa corsa alla mia sinistra. Il faro, che staglia imperituro sulla punta del capo di Calvi, si stava lentamente allontanando. Mentre il Frala si stava dirigendo verso mare aperto. Alla ricerca del punto esatto, dove, a 24 metri di profondità, sulla sabbia ed in assetto di volo, giace il relitto della fortezza volante.

Sul ponte di poppa

Mezz’ora dopo, sul ponte di poppa, i subacquei sono pronti, in assetto da scoperta, a tuffarsi in acqua. Pronti per l’esplorazione. Pronti per l’immersione sul relitto dell’aereo di Calvi.

Scenderemo a coppie, con un intervallo di qualche minuto tra un gruppo e l’altro. Per evitare di creare subito troppa sospensione. I primi due a scendere sono Salvina e Luca, i nostri due foto reporter, che ringrazio per le bellissime immagini che trovate qui. Poi tocca a me e a Christian, per la comunità subacquea brianzola, il Nano.

Immersione sul relitto dell'aereo di Calvi
La discesa

La discesa è semplice e veloce. La visibilità è fantastica, i primi raggi del sole filtrano tra il liquido e aiutano ad inquadrare il nostro obiettivo. Il gigante, appisolato là sotto, emerge subito come un quadro molto chiaro, con le sue imponenti dimensioni. Giace piatto, con le ali e i quattro motori ancora intatti ed attaccati. Non scorgiamo reti o lenze che ne impediscano la vista e la perlustrazione. 

Il relitto

Ci avviciniamo. L’aereo ha conservato quasi intatte tutte le sue parti che oggi sono diventate un habitat perfetto per le spugne colorate e per ogni specie di pesce. Siamo davanti alle pale dei motori, leggermente deformate dall’impatto con l’acqua. Dall’interno, tra le incrostazioni del tempo, fa capolino qualche timido crostaceo. Le ali sono lunghe, completamente appoggiate sulla sabbia. E poi la cabina di pilotaggio, con i sedili e le leve dei comandi. Il mare sta conservando tutto e ci permette un tuffo nel passato. Un passato nefasto, fatto di odio e di bombe. Un passato nel quale uomini come noi si sono trovati costretti a combattere, a uccidere e a cercare di non rimanere uccisi per degli ideali che forse nemmeno conoscevano. Uomini, il cui sacrificio ha regalato un nuovo e prospero futuro a tutti noi.

Ma noi siamo qui sotto, negli abissi, a rimirare uno spettacolo impressionante. Dalla cabina di pilotaggio si apre uno scenario unico, inimitabile. La coda dell’aereo è scomparsa e ci da modo di rimirare appieno gli spazi a disposizione del pilota e dell’equipaggio ma anche una parte della pancia dell’aereo, dove, nascosti e stipati, gli artiglieri davano fuoco alle polveri delle loro mitragliatrici.

Immersione sul relitto dell’aereo di Calvi
Photo Credit: Salvina Montalto e Luca Ravelli @flashfotosub

E poi l’ambiente, immobile custode del tempo. Gruppi di saraghi dondolano al leggero ritmo della corrente mentre coloratissime castagnole cercano di colorare un quadro che inevitabilmente si porta appresso un tetro passato. Qualche piccola murena si nasconde tra le lamiere mentre una cernia, assopita all’ombra di un’ala, appena inquadrata dal plotone dei subacquei batte in ritirata verso la protezione della posidonia.

È tempo di tornare a casa

È tempo di dare uno sguardo al nostro computer. Le nostre bombole sono cariche di EAN 36, potremo rimanere ancora molto tempo quaggiù. Ma ci sono altri gruppi di subacquei che devono completare la loro esplorazione, i patti erano chiari. Tutti devono potersi godere l’immersione sul relitto dell’aereo di Calvi.

E poi, a dire il vero, io devo avere anche un occhio di riguardo per il mio buddy. Christian, per la subacquea brianzola il Nano. Pochi anni, esperienza da veterano, muta e guanti stagni anche a Ferragosto ed un assetto invidiabile.

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