La preparazione fisica del subacqueo sfata il mito che la subacquea non sia uno sport. Allenamenti, respirazione, diuresi ed idratazione sono i temi contenuti in questo interessante post. Scopriamoli insieme.
Perciò, siccome il nostro organismo, durante l’immersione, viene esposto ad un ambiente inusuale nonché a sforzi fisici è meglio possedere un minimo di preparazione sportiva. Affinché si possa tutelare la propria incolumità fisica e godersi le meraviglie del mare.
Ora proseguiamo!
La respirazione
Sott’acqua diventiamo tutti, in qualche modo “asmatici”. L’apprendimento di una corretta respirazione diventa quindi fondamentale per prevenire l’affanno, regolare il proprio consumo, mantenere un buon assetto e gestire lo stress.
Partiamo dal presupposto che molti di noi hanno una respirazione impropria. Utilizziamo purtroppo soltanto una parte della nostra capacità respiratoria.
La sedentarietà, la mancanza di tempo, lo stress e l’ansia, portano il corpo a contrarsi, quasi a raggomitolarsi su sé stesso. Questo ci porta ad avere una respirazione superficiale.
Respirazione efficace
Una respirazione efficace si scompone in 3 fasi successive: addominale, toracica e clavicolare. Tale respirazione richiede la mobilizzazione del diaframma, muscolo fondamentale per respirare correttamente. Spingendo delicatamente la pancia in avanti, come se stessimo riempiendo lo stomaco, fino a che i polmoni siano completamente pieni anche loro, l’aria poi finirà il suo percorso nella zona clavicolare.
È una respirazione profonda, lenta e regolare in grado di procuraci grandi benefici. Come la riduzione dell’ansia e dello stress, maggiore capacità polmonare, migliore capacità metabolica, minor affaticamento e migliore ossigenazione dei tessuti e delle cellule del corpo.
Lo yoga
La pratica regolare di esercizi di yoga, specifici della dinamica respiratoria è di grande aiuto per allenare il diaframma e rilassarsi, soprattutto al sorgere di situazioni critiche. Essa consente quindi di prendere consapevolezza del proprio respiro e di controllarlo.
Alla luce di tutto ciò ricordiamoci, un’ultima volta, degli immensi benefici di mantenersi allenati nella vita in generale e nelle immersioni in particolare.
Non è assolutamente necessario esercitarsi per ore, tutti giorni, bensì svolgere un’attività fisica regolare e mirata, insegnando così al corpo a mobilizzare meglio l’energia e l’ossigeno.
Con lo stesso sforzo, un subacqueo sedentario si esaurirà molto più velocemente e consumerà più aria di un subacqueo allenato. Per non parlare della qualità degli scambi gassosi nel sangue e nei tessuti, così come l’impatto sulla qualità della decompressione.
La diuresi da immersione
Durante un’immersione, le cavità del corpo sono compresse dalla pressione ambientale, specialmente a livello dell’addome, mentre la compressione della muta è un fattore secondario.
La diuresi da immersione è quindi causata dall’immersione del corpo in acqua.
La temperatura più bassa dell’acqua allontana il calore dal corpo e provoca la vasocostrizione dei vasi sanguini cutanei per conservare il calore.
Di conseguenza, il corpo rileva un aumento della pressione sanguigna e inibisce il rilascio di vasopressina ovvero l’ormone antidiuretico (ADH)), provocando un aumento della produzione di urina.
L’aumento di pressione ambientale causa un aumento della pressione sanguigna. Il suo significato è indicato dal fatto che la temperatura dell’acqua non influisce sostanzialmente sul tasso di diuresi.
Si noti che questi effetti sono cumulativi con quelli della diuresi da freddo, che si verifica alla fine dell’immersione.
A causa della diuresi, possono avvenire un’ipovolemia (diminuzione del volume di sangue), l’interruzione dello scambio di gas accumulati in alcune parti del corpo e pertanto un aumento del rischio di incidenti di desaturazione.
Al fine di evitare tali disaggi occorrono alcuni semplici accorgimenti. Bere regolarmente, senza necessariamente sentire la sete, evitare l’esposizione al sole e svuotare la vescica prima di immergersi. L’acqua rimane la bevanda migliore poiché il tè e il caffè favoriscono la secrezione di urina.
La disidratazione
L’aria che arriva nei polmoni è secca; viene umidificata a livello degli alveoli e, espirando, esce carica di umidità. Questa perdita di acqua aumenta la viscosità del sangue e di conseguenza rallenta il flusso e quindi il trasporto di ossigeno. Se a questo si aggiunge l’aumento dello sforzo respiratorio dovuto alla maggiore densità dell’aria sotto pressione, si ottiene un notevole consumo di energia, legato a un notevole affaticamento di tutto il corpo.
In un corpo in perfette condizioni fisiche questa fatica si recupera facilmente, come per qualsiasi atleta dopo una prestazione.
In un subacqueo meno allenato invece, questo fenomeno si traduce in una grande fatica dopo l’immersione e occorre più tempo per recuperare. Nel caso estremo del subacqueo senior sedentario in cattive condizioni fisiche e che arriva sul luogo dell’immersione già stanco, il rischio di disagio durante l’immersione è molto alto e non deve essere trascurato.
I due terzi del corpo umano sono costituiti da acqua: significa che per un peso di circa 70 kg il corpo umano contiene circa 50 litri di acqua; l’acqua è quindi essenziale per mantenere la salute del corpo.
La disidratazione corrisponde ad una riduzione eccessiva di questa quantità di acqua presente nel corpo e si manifesta in forme diverse. Sensazione di sete intensa, secchezza della pelle e delle mucose oppure una diminuzione della quantità di urina.
L’attività subacquea sottopone il corpo a condizioni insolite che favoriscono la disidratazione: essa, è per i subacquei un fattore aggravante degli incidenti di decompressione, legato all’aumento della viscosità del sangue.
Le cause della disidratazione
Le cause della disidratazione sono di diversi tipi:
– la secchezza dell’aria ispirata che il corpo deve umidificare;
– esposizione al sole;
– attesa prolungata in superficie;
– fenomeni di regolazione legati all’immersione (diuresi da immersione);
– indossare la muta;
– sforzo fisico intenso;
– vento che aumenta l’evaporazione;
– perdita di liquidi a causa di un disturbo gastrointestinale, dieta insolita, mal di mare.
I rischi legati alla disidratazione si ripercuotono direttamente sulle MDD poiché gli scambi gassosi vengono ridotti dalla viscosità sanguina.
Se la disidratazione continua, le cellule cominciano a presentare disfunzioni e quindi gli organi possono essere danneggiati, particolarmente le cellule del cervello in quanto sono le più sensibili alla disidratazione.
Per finire, bisogna affrontare un argomento molto delicato: l’alimentazione del subacqueo! Sento già lamentele, pianti e pernacchie di disapprovazione. Ma, in fondo, in fondo, in fondo….. sappiamo perfettamente che spesso sgarriamo prima e dopo un’immersione! Rimanete sintonizzati perché lunedì prossimo ne parleremo…