Cristina, Luca e Asinara Camp

Cristina, Luca e Asinara Camp: la storia di una biologa marina che ha coniugato subacquea e scienza ed ha sposato il progetto visionario del suo compagno di vita. Asinara Camp è il luogo dove un ragazzo potrà diventare un subacqueo consapevole, sicuro e profondo conoscitore dell’ambiente marino che lo circonderà.

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Cristina

La ragazza che sta arrivando nel mio ufficio mi vuole raccontare una storia, la sua storia e quella di un progetto subacqueo straordinario. Lei si chiama Cristina Bonino ed è una donna nonché una mamma

La sua storia inizia molti anni fa, nel 2009, quando si iscrive alla facoltà di biologia presso l’Università di Padova

Lei arriva dal mare, esattamente da Chiavari, nel Golfo del Tigullio, a due passi dal Promontorio di Portofino e dalla sua Area Marina Protetta che per anni è stata la Mecca delle immersioni in Italia. 

Quando decide di diventare subacquea, però, sta vivendo a Padova, lontana dalle coste. L’ironia della sorte vuole che lei, nata al mare, faccia il suo primo corso e la sua prima immersione in un lago, quello di Godego, a Castelfranco Veneto

L’anno successivo continua il suo percorso di studi a Ferrara. Lì almeno c’è il mare e, nelle acque torbide della costa estense dell’Adriatico, prosegue anche il suo percorso subacqueo con il brevetto di secondo livello. Subacquea e Scienza si mettono allo stesso livello diventando vita quotidiana

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Il terzo anno di università impone una scelta, quella del tirocinio. Decide di dedicarlo alla ricerca scientifica subacquea, la incuriosisce tutto ciò che è attaccato alle rocce: coralli, gorgonie, spugne. Proprio le gorgonie saranno argomento delle sue ricerche durante il tirocinio. 

 È il 2013, e lei contatta molte Aree Marine Protette. Risponde quella dell’Asinara, nel nord della Sardegna. 

L’Asinara è un’isola diversa, selvaggia e misteriosa. Quando ci arriva viene invasa dal silenzio. Al suo sbarco, dal traghetto che proviene da Porto Torres, la accolgono un asino ed un mare cristallino

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

L’Asinara

Ma facciamo un passo indietro. Sino al 1998 l’Asinara era un carcere, con 12 diramazioni tra cui una di massima sicurezza. Un “maxi carcere”, al cui interno sono stati detenuti i peggiori delinquenti della nostra storia contemporanea. Nel 1998 il carcere viene dismesso e l’isola diventa Parco Nazionale e nel 2002 le autorità competenti decidono di completare l’opera di difesa del patrimonio naturale istituendo l’Area Marina Protetta dell’Asinara

Le strutture carcerarie e quelle ad esso legate vengono abbandonate. Gli abitanti, carcerati, guardie ed inservienti se ne vanno. Lasciano un territorio che avevano contribuito ad esser vivibile per l’essere umano. Rimangono gli animali, gli abitanti originari, asini, cavalli, mufloni, capre, cinghiali e lepri. E la vegetazione ricomincia a crescere incolta, senza la manodopera dei reclusi. 

Lentamente le strutture vengono riconvertite: un ostello, un punto di ristoro ed un bar. Quanto basta per richiamare un turismo di nicchia, fatto di gente che ama la natura, i percorsi sui sentieri ancora impervi ed il mare, azzurro e cristallino. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Oggi i ristoranti sono diventati due ed i bar tre. Le strutture ricettive possono accogliere sino a 70 ospiti circa. Recentemente ha aperto un ulteriore struttura che è in grado di offrire qualche posto letto in più e la ristorazione basata sul concetto dell’itti turismo. Oggi, le principali sono tutte al Borgo di Cala d’Oliva, nel nord dell’isola. Laddove c’è una chiesa, c’erano le scuole e c’erano le case di coloro che lavoravano per il carcere. Ora vive solo un residente, ex guardia carceraria e scultore di legno e pietra dell’isola. 

Luca

Ritorniamo al 2013. Cristina sbarca dal traghetto con le sue valigie e la sua attrezzatura subacquea. Ha con sé tutto ciò che le può servire per rimanere tre mesi. Prende possesso del suo spazio nella struttura che la ospiterà ed inizia il suo percorso tra libri e immersioni. 

Nello stesso periodo ci sono altre persone che svolgono immersioni. Sono Luca, ed un manipolo di 10 ragazzini.

Ma chi sono questi 10 ragazzini? Cosa fanno lì? Svolgono attività ginnica e attività subacquea, fanno esercizi in mare, con e senza l’attrezzatura subacquea. Svolgono, insomma, un’attività ludica. Girano tutta l’isola, tutte le spiagge più belle. Stanno frequentando un Camp, un periodo di formazione. Luca è il loro istruttore e loro sono ragazzini e ragazzine che arrivano per lo più da Porto Torres e dai comuni limitrofi. Sono ragazzi di mare, curiosi all’inverosimile, assetati di conoscenza del mare e dei suoi abitanti. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Cristina si rende conto immediatamente conto che in questa attività manca la parte scientifica, quella della biologia marina e dell’educazione ambientale. Nessuno spiega a questi giovani che cosa stanno andando a vedere sott’acqua. 

Quella persona può essere lei. D’altronde è sull’isola, sta svolgendo un tirocinio per la sua tesi di laurea e, soprattutto si sente motivata e preparata per farlo. 

Inizia così a chiedere informazioni a Luca sul progetto e si avvicina al giovane istruttore. 

Cristina, Luca e l’Asinara

In quel momento, ovviamente, i suoi sogni di Cristina sono altri. Vuole finire gli studi, scappare alle Maldive, poi alle Mauritius e magari in Australia dove fare la ricercatrice e vincere il Premio Nobel. 

Ma il destino si sa, a volte è beffardo. Luca e Cristina si innamorano e lei inizia anche il suo lungo affetto per l’Asinara. In poco tempo si appassiona all’insegnamento, scopre di amare il mondo dei giovani. Cambia la prospettiva che non è più fatta di ricerca, di laboratori e di università. Ma diventa insegnamento, educazione e trasmissione di cultura marina. È affascinata dal modo con cui questi ragazzini la guardano, da come percepisce in loro la possibilità di emularla. Come se lei fosse un punto di riferimento per i loro sogni futuri. 

Cristina prosegue i suoi studi, con la laurea magistrale in biologia marina, conseguita a Pisa. In mezzo ci sono un paio di estati all’Asinara, con Luca e Asinara Camp. C’è un secondo tirocinio, questa volta di sei mesi, fatto di campionamenti subacquei. In quel periodo diventa anche istruttore e operatore scientifico subacqueo. È il 2015. 

L’insegnamento è un mondo nuovo per lei, ha bisogno di queste prime esperienze estive per affinare le sue tecniche comunicative e per comprendere che cosa si aspettano questi ragazzini, per capirli dal punto di vista subacqueo. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Inizia con le lezioni basiche, tradizionali, con le presentazioni in Power Point e progredisce verso il mondo interattivo. Incomincia ad utilizzare microscopi e le attrezzature dell’Area Marina Protetta. E poi confeziona dei programmi specifici sulla spiaggia e nel mare grazie a corsi scientifici subacquei specialistici. 

PADI e soprattutto ESA, perché è sarda e lei orgogliosamente sta lentamente entrando a far parte di questa comunità, sono i partner didattici che la affiancano nel progetto. Anche costruendo dei programmi e delle certificazioni legate alla biologia marina. 

L’Asinara Camp

Ma che cos’è in realtà questo camp? Che cos’è l’Asinara Camp

Ho iniziato a cercare in rete, prima di incontrare, per la prima volta, Cristina e Luca. Dopo aver fatto ricerche sulla pagina Facebook e Instagram o sul canale YouTube dei Sette Mari (questo è il nome della loro scuola subacquea), ho trovato dei video sorprendenti, che riprendevano dei ragazzini che svolgevano allenamenti intensi. Quasi fossero gruppi di piccoli incursori, attrezzati come i grandi, ma i grandi bravi. Con la configurazione dei migliori, con la maschera sulla nuca e con le pinne, una per mano. Ho pensato fosse un corso di addestramento per piccole reclute, ma li ho visti allegri e sorridenti. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Asinara Camp non è certamente un surrogato dell’Estate Ragazzi al mare. Qui non si fanno i castelli di sabbia, non si gioca, non si prende il sole in spiaggia. Qui si formano dei subacquei sicuri e consapevoli, con la giusta dose di divertimento. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp
I colloqui selettivi

Per parteciparvi è necessario compiere in percorso selettivo, fatto di colloqui con i ragazzi e con i loro genitori. Per essere scelti bisogna essere motivati. Bisogna essere consci di voler passare 15 giorni in un posto fantastico, a contatto con la natura, ad imparare cose nuove. Impegnandosi e condividendo tutto. Come si fa in una squadra. Come, forse, dovranno fare da grandi. E ricordandosi che il cellulare personale rimane a casa! 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp
I gruppi

All’Asinara Camp i ragazzi sono divisi in gruppi, ognuno per fascia d’età e per competenze. E, a seconda del gruppo di appartenenza, i ragazzi seguiranno dei programmi didattici. Che li porteranno a conseguire le certificazioni subacquee idonee e quelle speciali, dedicate all’apprendimento biologico. Torneranno a casa soddisfatti, orgogliosi di essere riusciti a superare la prima vera prova importante della vita. Quella di stare lontano da casa e, contemporaneamente, farsi il culo e gestirsi in modo autonomo. Torneranno a casa anche con dei brevetti in tasca. Che oggi possono servire a sentirsi più fighi con gli amici. Ma che in futuro potranno essere dei crediti formativi per l’esame di maturità, per l’alternanza scuola – lavoro, o per il punteggio per le forze armate. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp
Lo staff

Durante il Camp non ci sono solo Luca e Cristina che creano come coppia affiatamento familiare. Ci sono anche relatori esterni che passano giorni con i partecipanti. Sono un team di professionisti, ognuno specializzato in un determinato ambito subacqueo. Come l’apnea, la medicina sportiva, la psicologia e la fotografia subacquea. Durante i loro interventi vivranno l’isola affiancando Asinara Camp. 

La storia

L’Asinara Camp esiste ormai da 10 anni, dal 2011, sicuramente da prima che l’apprendista biologa marina, originaria di Chiavari, incontrasse Luca, su una spiaggia dell’isola. Il progetto diventato oggi pilastro portante, è di quel visionario di Luca, che, molti anni fa, nel 2004 nel Golfo dell Asinara ha creato un diving center che non si fa chiamare così. Si fa chiamare scuola di immersione. 

Dapprincipio i suoi ragazzi erano sardi, quasi tutti provenienti dai paesini che si affacciano sul golfo dell’Asinara. Ragazzini che hanno il mare dentro, ragazzini che sono cresciuti e che sono diventati subacquei grandi. Uomini e Donne che se li incontri ti ricordano ancora quei quindici giorni lontano da casa, con quelle emozioni vere. 

Oggi l’Asinara Camp è un po’ più globale. Arrivano da Milano e da Roma. Ultimamente da Bologna e dal Veneto. I social network hanno accorciato le distanze e migliorato le comunicazioni. Anche l’EUDI ha dato il suo contributo. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

I ragazzini vogliono tornare l’anno successivo, per completare il percorso, per diventare più bravi e più preparati. Qualcuno, partito dal percorso Asinara Camp, compiuti i 18 anni, sta diventando Divemaster. Ma soprattutto i ragazzini, udite, udite, durante l’inverno risparmiano i soldi delle mance e dei regali per comprare l’attrezzatura subacquea che a loro manca. 

Sino al 2019 Asinara Camp in partnership con l’Ente Parco aveva a disposizione del progetto, una struttura che veniva autogestita dallo staff e dai partecipanti. Ognuno aveva un compito da svolgere, che fosse quello di fare le pulizie o quello di preparare tavola. All’interno della squadra non c’erano né padroni ne servi. 

Dal 2020 l’organizzazione si rivolge all’ostello di Cala d’Oliva visto la situazione di pandemia e le normative anti – Co-Vid19. 

Cristina e Luca oggi

E Cristina? Beh, lei continua a passare i suoi mesi estivi all’Asinara Camp, come biologa marina, con le sue lezioni interattive, con la sua voglia di stupire ed interessare i ragazzini. Ha provato ad esportare, d’inverno, la subacquea e la biologia marina sui banchi di scuola liguri dilettandosi come divulgatrice nei diving center. Ma non ha ottenuto seguito purtroppo. E poi, non dimentichiamocelo, che nessuno è profeta in patria. 

Poi, nel frattempo, nel 2019 è diventata mamma di Leonida, un bimbo biondo che è nato già in acqua. Oltre a fare la mamma, Cristina d’inverno continua a cercare corsi di formazione in Liguria, dove ancora risiede. Si diploma, nel 2021, accompagnatore turistico marino della Regione. Al momento, sta frequentando corsi di marketing finalizzato all’utilizzo delle piattaforme digitali per la scuola di immersione di cui ora è responsabile insieme a Luca. 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

E d’estate? Torna all’Asinara lavorando con Luca nella scuola di immersione I Sette Mari con sede operativa a Porto Torres aperta tutto l’anno con corsi in mare e piscina, ma soprattutto è attivo come centro ricariche e laboratorio assistenza attrezzature

Asinara Camp 2022

Oggi programmano la nuova edizione dell’Asinara Camp 2022, promuovono l’evento ed organizzano le selezioni

Se avete dei figli e figlie, dagli otto ai sedici anni, se amate il mare ed anche i vostri ragazzi lo amano, se volete far fare a loro un’esperienza ricca ed emozionante e se volete che imparino ad immergersi in sicurezza ed insieme a riconoscere e rispettare l’ambiente in cui si troveranno provate a pensare a questa opportunità per loro. E se cercate più informazioni scrivete a: isettemariscuolasub@gmail.com 

Cristina, Luca e l’Asinara Camp

Ah, dimenticavo, se siete brevettati e se vi trovate da quelle parti, chiamateli lo stesso. Perché, sebbene siano una scuola, sono accreditati per le escursioni subacquee nell’Area Marina Protetta dell’Asinara sono operatori diving dell’isola.

E, a giudicare dalla buona impressione che mi hanno fatto, vi divertiranno molto!! 

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