Due immersioni fantastiche nell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo. Tra enormi ventagli di gorgonie rosse, rami di Gerardia, madrepore, stelle gorgone, cernie e barracuda. E poi il corallo nero.
Sabato 20 Novembre 2021, ore 5:30 AM.
Svegliata da Katrina&The Waves con “Walking on sunshine”, faccio un salto fuori dal letto. Nonostante una settimana piena di impegni lavorativi e familiari.
Oggi, con le mie meravigliose amiche subTek, Rosalba e Silvia del Diving Center Saracen di Isola delle Femmine (Pa), partiamo in trasferta a Milazzo per due tuffi nell’AMP di Capo Milazzo!!
Blunauta Diving Center Milazzo
Dopo 207 km, raggiungiamo finalmente il paradiso presso il Diving Center Blunauta di Mauro Alioto. Che ci accoglie con tanta gentilezza e premura. Considerato lo stato di sovra saturazione della macchina, ci aiuta graziosamente a scaricare tutta la nostra attrezzatura portata da Palermo.
Istruttore subacqueo SSI e biologo marino, Mauro è un amante della natura e nutre un amore viscerale per la propria città nonché per il Mare!
Immerso in uno scenario naturale mozzafiato, lo Staff del Diving BLUNAUTA comprende biologi marini, guide subacquee/naturalistiche e istruttori. Con abilitazione all’insegnamento subacqueo sia per adulti che per bambini.
A differenza delle mie amiche e altri subacquei presenti, è la mia prima immersione nell’AMP Capo Milazzo.
L’Area Marina Protetta di Capo Milazzo
Istituita nel marzo del 2019, lungo la costa nord orientale della Sicilia è stata resa concretamente operativa nell’agosto 2019. Il Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta Capo Milazzo è composto dal Comune di Milazzo, l’Università degli Studi di Messina (Dipartimento di scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali) e l’Associazione Marevivo Onlus.
L’A.M.P è un’area che racchiude nel suo perimetro una varietà di paesaggi, scogliere a strapiombo sul mare, spiagge incantevoli e tramonti mozzafiato.
Quando si parla di protezione del mare occorre considerare in primo luogo il ruolo della fascia costiera: è stato dimostrato che l’ecosistema marino si gestisce anche proteggendo il confine con la terra emersa.
Lo scopo dell’AMP risiede nel sottoporre a misure di conservazione e protezione il promontorio di Capo Milazzo e le due aree ad esso adiacenti che si sviluppano ad est e ad ovest del promontorio del Capo.
L’Area Marina Protetta è suddivisa in quattro zone (A, B, Bs e C). Riserva Integrale, generale, generale speciale e parziale. Zone che hanno diverse possibilità d’accesso e limitazioni nella fruibilità. È opportuno informarsi prima sulle regole!
Il sito è ricco di peculiarità naturalistiche che lo rendono unico: cale e grotte, giacimenti fossiliferi e, sott’acqua si possono ammirare grandi gorgonie bianche, gialle, ventagli rossi, praterie di Posidonia oceanica, corallo nero.
Di certo, il pesce non manca: Mauro mi racconta che già dopo 6 mesi dell’avviamento dell’AMP, il fondale si era notevolmente ripopolato di diverse tipologie di pesce diventate rare da osservare. Si pensi alle cernie rosse, brune e dorate, banchi di barracuda, saraghi, tonni, e aragoste.
La Secca di Ponente
Partiamo per la prima immersione e 10 mn dopo attracchiamo il gommone alla boa della Secca di Ponente.
Il sommo della Secca di Ponente arriva in alcuni punti a toccare gli 8 metri di profondità, si snoda tra i 12 e i 15 metri per circa trecento in lunghezza e dista dalla costa di circa 300 metri. La profondità varia tra 14 e 40. Offrendo al subacqueo una conformazione ricca di anfratti, piccole e grandi grotte cave, scogli imponenti e variazioni cromatiche. Che vanno dalle pareti arancio degli Astroides calycularis, al blu e rosa di poriferi e madrepore. Lo spettacolo della natura che si presenta ai nostri occhi ci regala la presenza di grandi banchi di barracuda, di cernie brune, fittissimi banchi di pesci vari. Che nel loro nuoto sincrono quasi ci avvolgono.
Baciati dalla fortuna incontriamo anche il San Pietro…
NB: Noterete che questa foto, che è stata scattata dalla scrivente per puro caso ma con grande bravura nonché reattività di Mauro (di fronte a tanta inesperienza in ambito di fotografia subacquea…) non presenta qualità paragonabile con i meravigliosi scatti degli amici Fernando Scalici e Santo Tirnetta!
A nord della Secca di Ponente, alcune campagne di ricerca dell’ISPRA hanno portato alla scoperta di una vasta foresta di corallo nero (Antipathella subpinnata). Il nome è legato al colore nero dello scheletro, mentre i polipi sono di colore bianco.
Non manca la rarissima stella gorgone (Astrospartus mediterraneus). Ha cinque braccia, che si ramificano più volte formando decine di bizzarre ed eccentriche spirali, con le quali si aggrappa alle gorgonie. È un filtratore passivo che si nutre di plancton tramite i tentacoli aperti. L’avvistamento di questo straordinario animale è un’emozione davvero rara e la sua presenza è certamente una significativa dimostrazione della grande biodiversità del mare di Capo Milazzo.
L’avrete sicuramente già intuito: è stato davvero difficile aver voglia di tornare in superficie! Siamo rimaste incantate dalla biodiversità presente nei fondali di Capo Milazzo ricco anche di reperti di interesse storico ed archeologico come testimoniato dai numerosi ritrovamenti subacquei.
La Secca di Levante
Per la seconda immersione, Mauro ci porta alla Secca di Levante.
Un tuffo nel blu fino ai 20 metri di profondità, poi uno splendido scenario con il sommo della secca che presenta molte spaccature, anfratti, guglie e grotte suggestive.
Qui si incontrano cernie, saraghi, ricciole, murene enormi, grosse salpe e banchi di barracuda. Di particolare bellezza è l’immersione dentro la grotta che si trova alla base della secca stessa.
Le pareti sono tappezzate di spugne di notevoli dimensioni, briozoi, spirografi, ricci saetta, mentre il fondale è caratterizzato da un tappeto di resti organici di conchiglie, madrepore e briozoi. In fondo alla grotta si trova un anfratto ricco di gamberi che spesso ospita qualche grosso grongo intanato.
Spesso ci si ritrova a pinneggiare tra banchi di cernie rosse, grosse salpe e barracuda che stazionano a mezz’acqua.
L’importanza delle Aree marine Protette
Ebbene, mi preme cogliere l’occasione di questa giornata stupenda per sottolineare l’importanza delle AMP in quanto favoriscono il mantenimento della produttività degli ecosistemi, salvaguardando i processi ecologici essenziali attraverso il controllo delle attività che potrebbero compromettere la funzionalità o danneggiare comunque l’ambiente naturale.
Lo scopo principale delle AMP è quindi la conservazione delle risorse genetiche delle specie e degli ecosistemi che può avvenire soltanto attraverso i processi ecologici generati dalle stesse risorse naturali!
Pertanto, l’uso sostenibile delle stesse è di altissima rilevanza dal punto di vista sia ambientale sia economico.
Ad esempio, il mantenimento della produttività biologica ha un impatto essenziale sulle attività ittiche; in effetti, appare pacifico che il benessere economico e sociale è fortemente legato a processi ecologici proficui poiché un’area altamente produttiva, in termini di biomassa ittica, consente un tenore di vita più elevato a tutti gli operatori del settore.
Venerdì prossimo cercheremo di capire perché sia fondamentale pensare di aumentare la tutela e la protezione del mare. Perché dovranno aumentare le Aree Marine Protette. Perché il loro ruolo diventerà vitale per una crescita sostenibile ed una pacifica convivenza tra tutti gli operatori.