Relitti in Croazia, parte seconda: dopo il Baron Gautsch ed il Giuseppe Dezza è il momento dell’Hans Schmidt.
Riassunto della puntata precedente
I nostri eroi, i subacquei di Schio Sub, Aquesmotion ed il XR Scuba Academy, dopo una prima giornata di immersioni sui relitti del Baron Gautsch e del Giuseppe Dezza sono pronti per nuovi tuffi.
A raccontarci tutto ciò sarà come sempre la nostra reporter siculo francese Julie Sferlazzo, in missione in terra croata per conto di UnderwaterTales.
La prima sorpresa della domenica mattina
Domenica mattina, appuntamento alle ore 8, la stanchezza e i dolorini si fanno sentire, ma ci aspetta un nuovo relitto: il piroscafo da carico Hans Schmidt.
Purtroppo, il tempo è meno clemente rispetto al giorno precedente ma il nostro entusiasmo non ne patisce affatto.
Di sicuro, i salti dei delfini che ci fanno compagnia per qualche minuto, come se ci dessero un felice e inaspettato buongiorno, hanno contribuito a meravigliarci ancora di più della natura che ci circonda.
Il tragitto ed il briefing
Il tragitto per raggiungere il punto di immersione dura più di un’ora. Quindi decido di sfruttare il tempo di navigazione per intervistare i miei compagni sulle loro prime impressioni: ognuno di loro si presta volentieri al gioco!
Dai riscontri ottenuti, emerge un sentimento comune: ci sentiamo tutti appagati dall’esperienza in essere malgrado il freddo e la discreta visibilità.
Iniziano, quindi, le pianificazioni e i briefing per ciascuno dei gruppi in base al livello dei singoli componenti.
Procediamo alla vestizione e alle ultime verifiche così da accorgermi che non ho preso la zavorra al diving: ma niente panico….
Un kilo di qua, un kilo di là e con la proverbiale solidarietà che si crea tra i subacquei riesco a rimediare!
Il relitto Hans Schmidt
Il relitto Hans Schmidt, lungo 99 metri e largo 11,5 di metri si trova tra i 35 e 43 metri di profondità.
Fu costruita nel 1920 nei Paesi Bassi con il nome di ALBIREO. Ma é stata a lungo chiamata “Istra” perché il vero nome era sconosciuto. Dopo essere stata venduta ad un nuovo proprietario, Heinrich Schmidt, è stata ribattezzata. E pertanto, porta il nome del suo ultimo proprietario in Germania.
La nave da carico Hans Schmidt fu squarciata e affondata il 23 gennaio 1943, di seguito ad un’esplosione causata da una mina sottomarina. Nel suo ultimo viaggio trasportava armi e munizioni.
Il relitto giace nella giusta posizione e le sue parti in acciaio sono quasi intatte. È diviso in due parti: la prua dalla lunghezza di 10 metri e dopo una decina di metri, la parte rimanente. Il tipo particolare d’ancora è ormai fuori produzione da oltre cent’anni. Rappresenta una vera e propria curiosità e dà un significato storico al relitto.
La parte della sovrastruttura anteriore sulla quale si trovava il ponte di comando è abbastanza ben conservata. Lungo tutta la nave troviamo i resti di parecchie reti vecchie, pertanto non è consigliabile esplorare l’interno della nave.
Le mie considerazioni
L’avrete sicuramente già avvertito: è stato un fine settimana ricco di emozioni e di crescita!
Sono rimasta un po’ disorientata per non dire sconvolta in quanto sono stata catapultata in una realtà del tutto nuova per me. Assenza dei miei punti di riferimento abituali, temperatura dell’acqua (molto fredda per una Francosiculana!). E poi visibilità molto bassa (non sono una subacquea «da fango» ovvero da lago), ingorgo di subacquei alla quota dei 6m intorno alla cima. Che era l’ unico punto di riferimento per non smarrirsi nella torbidezza dell’Adriatico durante la sosta di decompressione !!!
Tuttavia, vivere situazioni al di fuori della propria «zona di comfort» consente indubbiamente di crescere in modo trasversale.
Mettersi in gioco, provare nuove attività, scoprire luoghi sconosciuti fino ad ora. Non temere mai l’ignoto prima di averlo ben valutato e poi sperimentato. Sono condotte che ci consentono, a mio parere, di non lasciarsi andare al torpore silente del “tran-tran” quotidiano.
Tutto ciò deve ovviamente avvenire nella consapevolezza dei propri limiti ma spingendosi sempre oltre il confine che la nostra mente ci impone senza che ce ne accorgiamo. Spesso, non confidiamo abbastanza nelle nostre capacità psicofisiche quando invece dovremmo guardare meglio nel profondo di noi stessi al fine di capire il proprio valore intrinseco.
E quando finalmente ci riusciamo, quando scopriamo la bellezza, fino ad ora sconosciuta dentro di noi, diventiamo anche in grado di percepire la bellezza intorno a noi. Sulla terra, nel mare ma anche negli esseri umani, tutto diventa un’esperienza commovente. Ci accorgiamo quanto possa essere semplice e limpido raggiungere gioia e serenità.
Questi tre giorni sono stati emozionanti perché mi è stato concesso di osservare da vicino pezzi di storia nascosti nei fondali marini e condividere quest’esperienza con persone animate dalla stessa passione.
Julie Sferlazzo, reporter in trasferta in terra croata è un prodotto del vivaio del Diving Center Saracen.