“Sulle rotte di Sebastiano” Tusa è il quarto libro di Maria Laura Crescimanno e ripercorrere i “luoghi del cuore” di Sebastiano Tusa. Gli itinerari che evidenziano i tesori immersi nei fondali siciliani collegandoli alla storia di questa splendida terra.
Primo settembre, ore 12, Palermo. Incontro l’autrice, Maria Laura Crescimanno, presso il Museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, scrigno di una delle più ricche collezioni archeologiche d’Italia. È una testimonianza della storia siciliana in tutte le sue fasi, dalla preistoria al medioevo.
https://www2.regione.sicilia.it/beniculturali/salinas/index.html
Maria Laura Crescimanno sulle rotte di Sebastiano Tusa
In realtà, Maria Laura è ben altro: giornalista, grande viaggiatrice, subacquea confermata e insegnante di lingue. Appena iniziamo a conversare, avverto che ho di fronte una donna molto colta, curiosa e profonda. È animata dalla consapevolezza dell’imprescindibile e necessaria tutela delle risorse naturali e dell’ambiente.
Il quarto libro di Maria Laura, “Sulle rotte di Sebastiano”, pubblicato nel 2020, dall’editore Angelo Mazzotta (Selinunte Libri), è una guida che induce il lettore a percorrere i “luoghi del cuore” di Sebastiano Tusa ovvero itinerari che evidenziando i tesori immersi nei fondali siciliani collegandoli alla storia della terra sicula.
https://www.selinuntelibri.com
Chi è Sebastiano Tusa
Sebastiano Tusa è stato un archeologo ed uno scienziato palermitano di fama internazionale. È stato docente universitario a Trapani, Bologna, Napoli ed in Germania. È stato a capo della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, da lui fondata nel 2004, per più di 12 anni fino alla sua tragica scomparsa nel marzo 2019.
Tusa svelò segreti storici siciliani fra i più remoti, di cui i più importanti sono quelli legati agli scavi di Mozia e Pantelleria. Egli, attraverso indagini approfondite, è riuscito a dimostrare scientificamente, con dati incontestabili, la vera localizzazione della battaglia degli Egadi. Lo scontro navale con i Cartaginesi ebbe luogo a nord di Capo Grosso a Levanzo e non a Cala Rossa come viene descritto in alcuni libri di storia.
Qualcuno potrebbe interrogarsi sulla finalità del tenore storico-scientifico di tali dati….
Al fine di rispondere a questo quesito basta citare Tusa, quale gran conoscitore del mondo antico: “Dietro ogni cosa c’è la Storia ovvero un principio che fonda la realtà: occorre investigare con perizia e rigore se vogliamo capire le dinamiche del presente.”
Pertanto, ricostruendo il percorso dello sviluppo della storia globale saremmo in grado di capire meglio il presente e rimediare ai fenomeni negativi che impattano il nostro pianeta.
Sulle rotte di Sebastiano
Il libro “Sulle rotte di Sebastiano” evidenzia dieci percorsi archeologici sommersi raccontati dall’autrice alla luce dei dati storici e scientifici scoperti da Sebastiano Tusa.
Si naviga così da Mozia ad Ustica passando da Pantelleria, alle Isole Eolie ed Egadi.
Attraverso la filosofia dell’archeologo palermitano, che associava passione per il mare e per la storia antica del Mediterraneo, si apre al lettore un mondo di conoscenze ma anche una nuova visione del turismo in Sicilia.
Infatti, si parla di valorizzazione del territorio, delle opportunità lavorative per gli autoctoni e di conseguenza della sostenibilità ambientale.
In effetti, il concetto di “ecoturismo culturale” risiede nella consapevolezza del vero valore della terra siciliana. Sia dagli operatori turistici sia da chi viaggia in Sicilia assettati di scoperte di ogni genere. Tale sensibilizzazione alla tutela del patrimonio naturale e storico non può che generare un maggior rispetto nei confronti degli stessi.
Riguardo a quest’ultimo punto, Tusa fu il primo a mettere in atto i principi della Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo dell’Unesco. Fu adottata a Parigi il 2 novembre 2001 dalla Conferenza Generale degli Stati membri dell’UNESCO allo scopo di tutelare al meglio il patrimonio sommerso. Entrò in vigore il 2 gennaio 2009. Tra i principi cardine c’era quello di mantenere in situ il patrimonio sommerso e di creare questi itinerari sommersi. L’archeologo combatteva la distruzione di quest’ultimo con “l’arma intelligente della divulgazione e della conoscenza”.
http://www.unesco.org/new/en/culture/themes/underwater-cultural-heritage/2001-convention/
Uno dei 10 percorsi
Volevo scegliere uno dei dieci percorsi e parlarvene in particolare. Ho seguito il suggerimento di Maria Laura. Vi farò un breve riassunto dell’itinerario n. 10, relativo all’Antiquarium della Valle dei Templi al mare di San Leone, in provincia di Agrigento.
Questo percorso rispecchia, in modo molto significativo, il filo rosso del libro ma anche del pensiero visionario e determinato di Sebastiano Tusa. Ossia quello di (ri)collegare eventi storici avvenuti sulla terra con quelli avvenuti nel mare, poiché indissociabili dal principio.
Ci troviamo lungo la costa tra Gela e Agrigento dove, grazie ad un fondale di sedimenti, il mare ha conservato molti relitti ancora da scoprire. L’antiquarium del mare di Agrigento fa risorgere la storia della navigazione in questa zona sino all’antichità. Confermando la presenza di porti alla foce dei fiumi Akragas e Naro, come era in uso al tempo dei Greci.
Così, furono ritrovati ancore romane, un cannone medievale e il relitto di un piroscafo inglese che trasportava zolfo. Fu individuato grazie alla sua campana, scoperta accanto ai cannoni, dove era inciso il nome dalla nave: l’Almerian. La nave fu affondata dai tedeschi durante la prima guerra mondiale.
23 schede di percorsi
Oltre ai 10 itinerari dettagliati, sono state inserite non meno di 23 schede di percorsi subacquei in Sicilia a cura della Soprintendenza del Mare. Come Punta Falconiera ad Ustica (PA), Capo Graziano a Filicudi (ME), Basiluzzo a Panarea (ME), il relitto dei marmi a Capo Passero (SR) o ancora il relitto del Kent a San Vito Lo Capo (TP). Queste schede sono un grande ausilio per i subacquei appassionati di storia, archeologia e fotografia. Consente di sfruttare al meglio il tempo di fondo a disposizione, per effettuare immersioni mirate e appaganti.
Ogni scheda indica la valenza del sito, la tipologia di reperti, l’ampiezza e la profondità, la tipologia di fondali, profilo dell’immersione e distanza dalla costa.
https://www2.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina/itinerari.htm
Di sicuro, il libro “Sulle rotte di Sebastiano” dovrebbe trovarsi a portata di mano di ogni subacqueo! Ringrazio Maria Laura per la sua disponibilità e la sua generosità nel condividere alcuni pezzi della sua lunga esperienza di cui ha sempre saputo ricavare bellezza e sapere. A che cosa servirebbe scoprire le nostre origini sennò per migliorare noi stessi mediante l’esempio dei nostri avi?