Le immersioni al Lago di Avigliana. Qualcuno dice “il nulla sott’acqua”. Ma in realtà è solo uno slogan. L’ecosistema è diverso ma altrettanto ricco: carpe, siluri, persici reali, alborelle. Ma anche i gamberi autoctoni e, se si è fortunati, il gambero della Louisiana. E poi una targa, all’ingresso del Diving Center Tommaso Vescera. Con i versi di Pablo Neruda.
Avigliana, la città dei due laghi
Avigliana, provincia occidentale di Torino, imbocco della Val di Susa. È la città dei due laghi, quello grande e quello piccolo.
Molte leggende sono state costruite su questi due laghi. Una di queste riguarda la vita di un pellegrino. Dopo un lungo periodo particolarmente fortunato, gli abitanti del paese erano diventi terribilmente egoisti e crudeli. Soprattutto con le persone che non vivevano negli agi come loro. Fu così che un giorno, un pellegrino vestito di bianco giunse nella città. Il suo volto era emaciato e i segni della stanchezza erano ormai divenuti piuttosto evidenti. Ormai giunto allo stremo delle forze, bussò alle porte delle case per chiedere un po’ di cibo. Tutti si rifiutarono di farlo entrare in casa loro. Arrivò fino alla fine del paese, luogo in cui si trovava la casa di una donna anziana. Solo lei – nonostante fosse più povera degli altri abitanti del paese – gli offrì cibo e un caldo letto. Il giorno seguente, quando la donna si svegliò, non vide più il viandante. Stupita, uscì fuori e si meravigliò di ciò che vide: l’intero villaggio era scomparso. Al suo posto vi erano due splendidi laghi. Il “divino” viandante aveva premiato il buon cuore della donna lasciando solo la sua casa intatta e regalandole un paesaggio incantato.
I miei primi passi sott’acqua
Io, da queste parti ho imparato ad andare sott’acqua. In una piscina, non nel lago. Perché a quei tempi, la balneazione era vietata. Si formavano i mulinelli. Morirono parecchie persone, alcuni bambini. Non so se per imprudenza o per reali eventi naturali.
Fatto sta che il lago non fosse agibile. Così andai in una piscina della zona. Andai a provare a respirare sott’acqua con le bombole. Eravamo in tanti, perché a quei tempi il mondo della subacquea era in pieno sviluppo. Ognuno di noi fu affibbiato ad un accompagnatore. Più tardi scoprii che erano istruttori. Su di loro vegliava il capo. Una voce sonora che organizzava e dettava i tempi.
La domenica successiva, l’edizione serale del telegiornale raccontò di un incedente subacqueo, nelle acque di Portofino. Prestai attenzione. La foto della vittima mi ricordava qualcosa. Forse faceva parte del gruppo di istruttori, qualche sera prima, in quella piscina.
Ho continuato per anni a frequentare quella piscina, che sfornava subacquei che si immergevano nel mare perché il lago era chiuso. Su di loro aleggiava il ricordo di quell’istruttore che perse la vita nelle acque di Portofino. La voce sonora lo portava ad esempio. Di bravura e di competenza. Dopo tutto quel tempo, mi pareva di averlo conosciuto anche io. Sebbene l’avessi intravisto una volta sola e, quasi certamente, non gli avessi rivolto la parola.
Il Lago di Avigliana più di vent’anni dopo
Vent’anni dopo, il Lago di Avigliana è stato riaperto alla balneazione. E lì, Ivo Bertolo, il mio primo istruttore, quello con la voce sonora, ha aperto un diving center. Uno spazio sulle rive del Lago Grande per le immersioni al Lago di Avigliana.
Ivo è un vulcano di idee, forte nelle sue scelte di vita. Il suo modo di comunicare trasmette decisione. È cocciuto; ai limiti della testardaggine. Spesso nella sua vita è andato controcorrente.
Nel 2012 ha capovolto la prospettiva del Lago di Avigliana con la costruzione della ferrata. Permette l’attraversamento del lago partendo da più punti e congiunge i siti di immersione più interessanti.
I sub possono seguire la via ferrata posizionata ad un metro dal sedimento. Si avvale di una cima di nylon di 8 mm, issata con boe anulari. Le estremità dei percorsi sono dislocate in corrispondenza del vecchio dinamitificio, dello Chalet del lago, del Centro nautico e del diving. Permettono di attraversare, in sicurezza, il lago da costa a costa seguendo un percorso a croce.
In totale, a seconda del punto di partenza prescelto, si possono percorrere le 5 tratte lungo la direttrice est-ovest, per complessivi 940 metri, oppure le 4 lungo l’asse nord-sud, coprendo 1125 metri. Numerose sono comunque le combinazioni che permettono di allungare il tracciato a piacimento.
Da allora sono possibili le immersioni al lago di Avigliana.
La mia immersione nel nulla
“Vieni ad immergerti nel nulla”!! In questo modo, Ivo ha provato per molto tempo a convincermi ad andare a trovarlo.
E quando sono arrivato lì, in una fredda mattina di fine inverno, ero davvero pronto a non vedere nulla!!!
Ma, in realtà, questa è solo uno dei tanti slogan che Ivo ha coniato durante la sua lunga esperienza subacquea.
La profondità del lago brulica invece di vita, e di piccoli crateri dai colori strani. Negli anni sessanta, tutte le case che si affacciano sul lago scaricavano in acqua rendendolo una discarica. Oggi fortunatamente non è più così. I cianobatteri lo hanno aiutato ad auto difendersi. La loro attività ha dato origine, sul fondo, ad una serie di buche che ricordano molto la superficie lunare.
“Andiamo a volare sulla Luna”. Questo è l’altro slogan inventato da Ivo.
E allora assembliamo e prepariamoci ad entrare in acqua. Copriamoci, perché in inverno la temperatura dell’acqua scende abbondantemente sotto i 10 gradi. E poi via, a seguire una cima che si alza dal fango. Il fondale digrada, si inizia a scendere. Arriviamo alla profondità massima, in centro lago: -27 metri.
Poi deviamo, scegliamo un percorso turistico. Un imbarcazione affondata mi regala qualche gioco di luce interessante. Poi il trono del gatto, un ceppo di un albero sul quale abitualmente si appoggia un bel pesce gatto.
E poi sul fango limaccioso giochi di luce verdognola. Sono i famosi cianobatteri al lavoro. Instancabili filtratori di anidride carbonica regalano a queste acque la giusta componente di ossigeno.
Insomma, al lago di Avigliana l’ecosistema è diverso ma altrettanto ricco: si possono osservare carpe, siluri, persici reali e alborelle. Ma anche i gamberi autoctoni, di colore marrone, lunghi 6/7 cm. E, se si è fortunati, il gambero della Louisiana, un crostaceo rosso mattone che può raggiungere i addirittura 20/25 centimetri.
Il Lago di Avigliana, palestra per subacquei
E al Lago di Avigliana incontri un bel viavai di subacquei. Scuole e circoli torinesi lo hanno scelto come palestra e sede di immersioni di corso. Qualcuno ci ha fatto anche la preparazione per un tentativo di record di profondità. E, ultimamente, una giovane ma esperta biologa sta monitorando e mappando questo “nulla lunare”. Queste immersioni nel Lago di Avigliana.
E nel via vai qualche vecchia conoscenza. Subacquei che sono rimasti indissolubilmente legati a questa vecchia scuola subacquea che dalla piscina si è spostata sulle rive del Lago Grande di Avigliana.
Il diving center Tommaso Vescera
Dove da ormai un decennio c’è un Diving Center, gestito da quella voce sonora di Ivo Bertolo ed intitolato a Tommaso Vescera. Quell’istruttore che non ho fatto in tempo a conoscere. Ma che, grazie ai racconti dei suoi amici, è come se lo avessi sempre conosciuto.
Una targa, all’ingresso del Diving Center Tommaso Vescera con le parole di Pablo Neruda recita: “Voglio che tu viva mentr’io, addormentato t’attendo. Voglio che ciò che amo continui ad essere vivo”
In memoria di Tommaso Vescera.