La direttiva Europea SUP, Single Use Plastic, è nata per mettere al bando prodotti in plastica e similari. Con l’obiettivo di ridurre gli impatti delle microplastiche nel mare. Ma qui da noi è diventata l’occasione per il solito teatrino politico. Che ovviamente ne sta ritardando l’entrata in vigore. E che, drammaticamente, sta contribuendo al progressivo degrado del nostro amato mare.
La direttiva europea SUP Single Plastic Use
Nel giugno del 2019 la Commissione UE ha adottato la direttiva europea SUP. SUP è l’acronimo di Single Use Plastic. L’obiettivo di questa direttiva è prevenire e ridurre l’utilizzo di determinati prodotti di plastica. Lo scopo è di evitare che questi prodotti possano recare ulteriore danno all’ambiente, in particolar modo all’ambiente marino. Al bando della direttiva ci sono i famosi prodotti monouso come i famigerati bastoncini cotonati per pulire le orecchie. Ma anche posate, piatti, bicchieri, tazze, cannucce. E poi ancora contenitori per alimenti e bevande.
Gli sforzi della comunità subacquea
La comunità subacquea è partita in anticipo con la produzione di borracce in alluminio che ormai abitualmente utilizziamo quando siamo a bordo delle imbarcazioni dei diving center. Ma anche le aziende produttrici di articoli subacquei stanno muovendosi verso un percorso ecosostenibile. Mares, ad esempio, si sta impegnando in una campagna di sensibilizzazione e di comunicazione. Gli imballaggi dei loro prodotti sono ormai plastic free. Ma credetemi, non è l’unica. Anche le agenzie didattiche più importanti sono scese in campo per sensibilizzare ed educare i subacquei.
Il dibattito politico interno
Pare però che, purtroppo, i nostri sforzi non servano a nulla!!! Le prossime settimane si annunciano molto calde per il nostro governo e per i nostri rappresentanti in Parlamento. Entro il 3 luglio, il nostro paese sarà chiamato a recepire in via definitiva la direttiva europea SUP.
Stando alla lettura fornita dalla Commissione Europea, il bando dei beni in plastica monouso dovrà riguardare non solo quelli prodotti in tutto e per tutto con plastiche tradizionali. Ma anche quelli a base biologica e biodegradabile e, badate bene, i beni prodotti utilizzando anche solo in parte plastica tradizionale. Fanno parte di questa categoria i piatti e bicchieri in carta o cartone foderati con un sottile strato impermeabilizzante di pellicola plastica. Questa lettura, secondo le interpretazioni dei nostri politici, presenta il classico margine di discrezionalità. Sulla base di questa discrezionalità il nostro Parlamento, lo scorso aprile, ha approvato una legge delega. Con essa, ha dato mandato al Governo di adottare, entro la scadenza del 3 luglio, il decreto legislativo che recepirà, a modo nostro, la Direttiva Europea SUP. In sostanza, noi abbiamo deciso che sarà possibile continuare ad immettere sul mercato prodotti in plastica biodegradabile e compostabile.
La posizione del nostro ministro
Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, arriva addirittura a dire che “non è giustificabile considerare come plastica i prodotti a base di carta con sottilissimi rivestimenti in plastica, indipendentemente dall’effettivo contenuto di plastica che li tiene insieme. Ritengo infatti che le plastiche biodegradabili e compostabili, nonché i prodotti a base di carta con un sottilissimo rivestimento plastico, dovrebbero invece essere considerate come alternative sostenibili alle pratiche tradizionali, da utilizzare per una rapida transizione verso l’economia circolare”.
La replica di Marevivo
Il Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, assume una posizione fortemente critica verso il nostro Governo e afferma che: “l’Italia chiede di bloccare una direttiva votata sia in Europa che recepita nel nostro Paese a larga maggioranza. Che prevede il divieto di produzione e commercializzazione di alcuni dei prodotti usa e getta che si trovano maggiormente sulle nostre coste, nei fiumi, nel mare. Che uccidono migliaia di animali e sono entrate addirittura nell’acqua che beviamo, nel sale che usiamo e nel plancton origine della catena trofica. Da recenti studi condotti da autorevoli enti ricerca e da diverse Università è emerso che ogni chilometro quadrato di acqua salata sulla Terra contiene in media 46.000 microparticelle di plastica in sospensione. In particolare, nel Mediterraneo la situazione è drammatica. Il tempo è finito, non possiamo più aspettare!”. Il rischio che in Italia si perda del tempo prezioso è molto alto e preoccupante. Noi siamo bravissimi nel perdere tempo e occasioni preziose. Ci siamo trovati, e forse ci troviamo tutt’ora, al collasso finanziario. Il degrado sociale è molto evidente. Il livello di fiducia nei confronti delle nostre istituzioni è ai minimi storici.
Le mie (tristi) considerazioni finali
Io non so se sia giusto ciò che ha deciso la Commissione Europea con la Direttiva SUP. E nemmeno so se il pensiero del nostro Ministro sia corretto. Di certo c’è che in molti paesi europei la direttiva è già in vigore mentre quasi sicuramente qui da noi non lo sarà. Almeno nei tempi previsti.
E questo è il vero problema… perché, non voi come la pensiate e la vediate, ma io mi sto sempre più rendendo conto che la situazione dei nostri mari e dei nostri litorali sono davvero drammatiche.
Siamo ancora in tempo per salvare il nostro mare? Sinceramente non so. Ho davvero paura che si possa presto giungere al cosiddetto punto di non ritorno. L’impegno di sensibilizzazione delle organizzazioni ambientali è molto elevato. Personalmente credo molto nei progetti di “citizen science” volti a coinvolgere la popolazione in attività pratiche di pulizia. Credo sia importante partire dai bimbi. Sono loro che hanno i maggiori interessi. E sono loro che crescendo potranno comunicare un nuovo modo di vivere, ecologico.
Ma credo che ogni scelta, non possa fare a meno di regole. Chiare, serie e lungimiranti. Capisco che non avere più il cotton fioc la mattina possa essere un piccolo trauma. Capisco anche che organizzare le festicciole dei propri bimbi senza l’ausilio del magico piatto di plastica sia più complicato. Ma dobbiamo imparare a crescere e soprattutto a rispettare le regole. Nella speranza che qui da noi le regole in merito alla Direttiva SUP arrivino in tempo utile.
👌