Sergio Fai, biologo marino: è una specie protetta, molto sensibile all’inquinamento.
Un capodoglio, il più grosso mammifero munito di dentatura, è stato ritrovato morto venerdì mattina nella baia di Uluzzo, nel cuore del parco di Porto Selvaggio sulla costa ionica della penisola salentina, in Puglia.
Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è caratterizzato da una testa molto grande che occupa un terzo della lunghezza dell’animale. Il suo nome specifico deriva dal greco e significa “grossa testa” mentre il termine capodoglio deriva da “capo d’olio” e trae origine da una sostanza oleo-cerosa contenuta nel loro cranio.
La pelle è piena di protuberanze e di colore grigio. Può essere lungo anche 18 metri, può arrivare a pesare 50 tonnellate e possiede il cervello più grande di tutti i mammiferi.
La sua coda è triangolare e sottile. Prima di immergersi l’animale la innalza sulla superficie dell’acqua per poi sbatterla.
Nella leggenda questo animale è la “balena bianca” di Moby Dick ed è anche quella nella cui pancia finiscono Pinocchio e Geppetto nel famoso capolavoro di Collodi.
La carcassa di questo splendido cetaceo si è spiaggiata, a causa delle forti correnti e del vento di scirocco che da giorni imperversa la costa ionica, sugli scogli affioranti di questa meravigliosa baia che d’estate è presa d’assalto dai bagnanti.
Gli operatori dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, attirati dalla forte presenza di gabbiani, si sono recati sul luogo ed hanno ritrovato il cetaceo, ormai morto, incagliato tra i massi. Da una prima e sommaria valutazione è lungo una decina di metri.
Il biologo marino Sergio Fai mi descrive il mammifero come una delle specie protette per eccellenza perché molto sensibile all’inquinamento e alle attività dell’essere umano.
È ancora troppo presto, secondo Fai, per fare delle ipotesi. Nei prossimi giorni inizieranno i lavori per recuperare la carcassa e per iniziare le opportune valutazioni scientifiche, tra le quali prelevare un campione per fare il profilo genetico.
Sui social network più utilizzati è partito il “tam tam” della notizia e alcuni ambientalisti hanno iniziato a puntare l’indice verso le istituzioni e le amministrazioni, colpevoli di non voler intervenire su temi importanti come il collettamento fognario di Porto Cesareo e verso tutti coloro che non sono andati a votare nel recente referendum sulla durata delle concessioni per l’estrazione degli idrocarburi in zone di mare.
Notizie come queste gettano sempre un velo di tristezza su chi ama il mare e ci fanno conoscere tutta la debolezza di questi mastodontici esemplari.
È un dato di fatto che il comportamento scellerato di molti esseri umani sta mettendo a dura prova l’intero ecosistema marino.
Nei prossimi giorni avremo maggiori informazioni sulla causa di questa tragedia e potremo iniziare a trarre le dovute conclusioni.
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