“La notte è più bello, si vive meglio, per chi fino alle cinque non conosce sbadiglio”
Iniziava così un celebre brano di Jovanotti che raccontava le sue notti da giovane dj prima di diventare un’icona della musica italiana.
Questa canzone è un inno alla notte (“a me piace la notte e gli voglio bene, che vedo tante albe e pochissime mattine”) e alla sua tranquillità (“e tutto è più tranquillo, tutto è vicino e non esiste traffico e non c’è casino”).
Racconta della gente della notte, quella che sopravvive sempre, nascosta nei locali e confusa tra le ombre. Quella che fa lavori strani, particolari, “alcuni nascono oggi e finiscono domani”. È gente che si può incontrare soltanto diventando nottambuli.
“La notte fa il suo gioco, e serve anche a quello, a far sembrare tutto, tutto un po’ più bello”.
Ho fatto la prima immersione notturna più o meno negli stessi anni in cui questo pezzo passava per radio, scalando le classifiche della hit parade. Era un’esperienza che volevo assolutamente provare. Avevo appena terminato il corso di secondo livello e sebbene avessi molta esperienza in piscina pochissima esperienza subacquea in mare, l’idea di immergermi nel buio più pesto, affidandomi alla sola e flebile luce di una torcia, mi eccitava da morire. Era una prova di coraggio, un modo per provare adrenalina e per aumentare ulteriormente la mia autostima. A distanza di anni non ricordo molto di quella prova se non il fatto che legarono una luce artificiale, tipo trekking light, alla mia bombola.
Però mi piacque, almeno credo. Perché per molto tempo organizzai uscite notturne insieme ad una manciata di amici che frequentavano con me il circolo cittadino presso il quale mi ero diplomato valente subacqueo. Scappavamo dai nostri uffici e partivamo da Torino alla volta di Santa Margherita Ligure, appositamente per un’immersione notturna e per una successiva buona cena a base di pesce.
Tutto è cambiato non appena decisi di affrontare questa attività con una veste più professionale passando dall’altra parte della barricata, tra quelli che dovevano indossare la muta anche la sera per accompagnare i subacquei sott’acqua, dopo averlo fatto almeno un paio di volte nell’arco della stessa giornata. E subito scoprii che una delle attività preferite dai divemaster e dagli istruttori era quella di tentare in tutti i modi, anche i meno leciti, di scansarla. Mi adeguai in fretta a questo modus operandi e la notte perse presto il suo appeal. Evitavo addirittura l’immersione notturna anche quando ero in vacanza!
Ho riscoperto il suo fascino poco tempo fa. Ero in Liguria, mi convinsero, con molta insistenza, alcuni amici. Portai con me la macchina fotografica. Mentre pinneggiavo rilassato, nel buio, nel silenzio della notte oscura ho pensato alla canzone di Jovanotti e a tutte le similitudini e le assonanze che può avere con l’immersione notturna.
Ho apprezzato la quiete che può donarmi questo microcosmo che dorme e che riprende fiato, trasformato e plasmato dall’oscurità, senza il rumore del traffico di barche giornaliero. Ho ritrovato il piacere di cercare e di sorprendere i pesci addormentati e quasi sguarniti dal mio arrivo, ho riscoperto specie che puoi incontrare solo la notte, perché di notte lavorano per procacciarsi il cibo. Proprio come nella canzone, “la gente della notte è sempre la stessa, ci si conosce tutti, come in un paese, sempre le stesse facce, mese dopo mese”.
Insomma, l’immersione notturna è senza dubbio una delle avventure più affascinanti che si possono provare nel magico mondo sottomarino. Un ambiente che di per sé è già molto diverso rispetto a quello in cui abitualmente viviamo ma che diventa ancor più misterioso e sorprendente di notte.
Anche se nella moltitudine dei subacquei esistano almeno altri due partiti delatori.
Oltre alla già citata schiera dei professionisti troviamo da un lato coloro che temono il buio ed enfatizzano i rischi che questa attività può causare e da un altro i subacquei pigri, ovvero coloro che preferiscono attendere i compagni al ristorante in compagnia di un ottimo piatto di pesce e di una buona bottiglia di vino.
Ecco allora cinque buoni motivi per immergersi di notte.
- La sensazione di essere sospesi in una dimensione diversa.
Nel tentativo di far comprendere al meglio la magnifica sensazione che provo sott’acqua ho utilizzato spesso lo slogan “sospeso, in silenzio nel blu”. Di notte la sensazione di essere sospesi in silenzio è decisamente più avvolgente e se vogliamo protettiva. - La possibilità di vedere specie diverse.
Proprio come nella vita ordinaria con il buio, in mare, assistiamo a veri e propri cambiamenti di popolazione. Triglie, saraghi e castagnole che di giorno fluttuano nel blu di notte riposano al riparo degli anfratti della parete mentre crostacei, gamberetti, totani e polpi escono dalle loro tane per vivere la notte. - La possibilità di conoscere ed utilizzare nuove attrezzature.
Per immergersi di notte ad esempio è fondamentale utilizzare degli strumenti di illuminazione che nelle immersioni diurne si possono anche evitare. Questa esperienza ci fornisce l’occasione per conoscere le varie caratteristiche (potenza, durata, batterie) e l’utilizzo delle torce subacquee. È un buon modo che per rimanere sempre aggiornati sulle evoluzioni tecniche di questi prodotti. - Si imparano nuove cose.
Di notte non si possono utilizzare allo stesso modo i segnali che comunemente utilizziamo di giorno. Oltre ad imparare a comunicare con l’uso del fascio di luce (ad esempio per segnalare che va tutto bene o che ci sono dei problemi) si impara ad illuminare al meglio la nostra mano quando comunichiamo utilizzando i normali segnali che di giorno possono essere visti anche senza l’ausilio di un faro. - La pizza post notturna.
Di solito, dopo esser risaliti da un’immersione notturna, si viene assaliti dalla fame. Ecco che il subacqueo pigro può esserci utile perché può prenotare le pizze e le birre e farcele trovare pronte non appena abbiamo finito la doccia calda.
Anche il divemaster che scansa la notturna può essere utile allo scopo. Di solito, infatti, molti diving center organizzano un simpatico post immersione a base di pizze, piatti di spaghetti a volte di graditi prodotti tipici locali.
E infine tre piccoli spunti.
- L’apposita certificazione.
Alcune didattiche inseriscono questa esperienza all’interno del corso di secondo livello mentre altre la considerano una singola specialità.
In qualsiasi modo essa sia vissuta, mi raccomando sempre di effettuare l’adeguato training prima di immergersi di notte. - Immergersi in luoghi che abbiamo già visto di giorno.
È importante conoscere l’ambiente in cui ci si immerge di notte ed averlo già esplorato di giorno ci aiuterà ad avere un migliore orientamento e a pianificare meglio il nostro tuffo. - Rispettare le indicazioni del briefing.
Tutti sappiamo quanto sia importante rispettare gli accordi e le raccomandazioni che ci facciamo in superficie, prima di immergerci. In particolare di notte è fondamentale rispettare tutte le indicazioni della nostra guida subacquea. Evitiamo quindi di staccarci troppo dal gruppo, di rimanere troppo appiccicati l’un l’altro e di darci delle pinnate e, soprattutto, di accecare gli altri con il fascio di luce della nostra torcia.
Perché ricordiamoci che “La notte è più bello, si vive meglio, per chi fino alle cinque non conosce sbadiglio”
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