Tre memorabili immersioni tecniche nel mare di Pantelleria, dove sono cresciuto come subacqueo. Pantelleria o la odi o la ami. Scopritela insieme a me. Only Pantelleria can do it!!
Ogni subacqueo ha il suo mare ed io sto tornando al mio
Questo è stato il mio post sulla mia pagina Facebook il giorno prima della partenza per raggiungere Pantelleria per delle nuove immersioni tecniche. Ho deciso di iniziare la mia nuova parentesi di vita da narratore di avventure subacquee proprio da questo posto, che considero il mio mare.
Sono arrivato qui quindici anni fa, fresco di brevetto da istruttore subacqueo e molto sguarnito di esperienza. Ero un viandante della vita, in cerca di un senso e di una collocazione. Quest’isola mi ha rapito, mi ha ammaliato e mi ha tenuto in ostaggio per molto tempo.
Ora ci torno raramente ed ogni volta che arrivo Pantelleria scatena la sua rabbia per il mio abbandono con raffiche di maestrale quasi a dimostrarmi che decide lei se offrirmi la possibilità di riabbracciare il mio mare, oppure no.
E così anche in questa occasione passo i primi due giorni a guardarlo, dalla veranda di casa, tumultuoso come solo lui può esserlo.
Poi, il terzo giorno, una tregua mi permette finalmente di assaporare il piacere della riappacificazione.
Mi accordo con Ferruccio Fazio, un vecchio amico con il quale ho condiviso il lungo percorso del Diving Cala Levante.
Ferruccio ha mantenuto gommone, compressori e attrezzatura varia che apparteneva al nostro centro e, insieme a Ettore e con il prezioso contributo di Alessandro organizza le proprie personali immersioni.
Un contesto del genere ci permette quindi di pianificare senza vincolo alcuno le nostre immersioni tecniche.
E così, in configurazione tecnica con piastra e sacco grande Mares XR, con un doppio dodici caricato con un trimix 21/35 e con una stage decompressiva caricata con EAN 50, scendiamo nelle acque di Cala Tramontana.
La parete antistante Cala Tramontana scende verso il mare formando due lunghe protuberanze rocciose con in mezzo una ampia franata. La lingua rivolta a sud est forma una parete molto alta ricca di coralligeno e di madrepore che finisce su un fondale sabbioso a quaranta metri di profondità. La nostra perlustrazione subacquea inizia da qui e procede seguendo una lunghissima cigliata che forma un falsopiano tra i cinquanta ed i sessanta metri completamente ricoperto da enormi ventagli di gorgonie rosse. Qui la visibilità è paragonabile a quella dei mari tropicali ed è così possibile ammirare un paesaggio unico nel suo genere con rocce ricoperte di spugne e di gorgonia che contrastano con il chiaro fondale sabbioso e con il blu turchese del mare attraverso il quale filtrano i raggi del poderoso sole del Canale di Sicilia.
Trainati dai nostri scooter subacquei sorvoliamo lentamente, come a bordo di una mongolfiera, questo spettacolo della natura e, mentre lo guardo rapito, conio involontariamente lo slogan della settimana, che accompagnerà ogni mia inserzione sui social network: only Pantelleria can do it.
La mattina successiva, con la stessa configurazione tecnica del giorno precedente, con un trimix 21/40 e con una doppia stage decompressiva, ci immergiamo a Cala Rubasacchi.
Questa ampia cala si trova a nord ovest della Cala di Tramontana, da cui è separata da una punta riconoscibile grazie ad un vecchio faro arrugginito un tempo utilizzato a segnalare ai naviganti un approdo sicuro dai forti venti di scirocco che spesso battono su Pantelleria.
La leggenda racconta che questo luogo deve il suo nome al fatto che, presumibilmente a causa di particolari correnti, il mare rubasse le reti cariche di pesce (i sacchi) ai pescatori locali.
Noi scendiamo in questa zona e proseguiamo verso mare aperto per raggiungere il Grande Salto, un gradone roccioso che scende verticalmente sino a sessanta metri sulla sabbia bianca in un luogo dove l’acqua è meno trasparente del solito. Questo fenomeno conferisce a questo posto un aspetto cupo, quasi spettrale. Ho sempre adorato ammirare, senza l’ausilio dei fari, le distese di gorgonie bluastre che si trovano qui nella penombra di questa cala. Molte volte ho guardato questo salto dall’alto, con un gruppo di subacquei ricreativi al mio seguito, ed ogni volta ho pensato che se avessi dovuto scegliere il luogo che per me rappresenta meglio il concetto di abisso, di fondo del mare dal quale possono apparire le sirene, avrei sicuramente scelto il Grande Salto.
Ora che sono qui decido di godermelo appieno, utilizzando la torcia subacquea prodotta dall’amico Alessandro Stecca di IWaveOcean di Torino. La parete, illuminata dai 4.300 lumen di Caerberus, è completamente tappezzata da gorgonie rosse, sulle quali convivono meravigliose colonie di ascidie, e da coralligeno vario. Sulla sabbia si ergono formazioni spugnose ad albero sulle quali colonizzano stupende madrepore gialle. Tra gli anfratti, quasi oscurati da una quantità incredibile di anthias, vigilano grosse e minacciose murene mentre la risalita è allietata da banchi di stanziali barracuda che riflettono la loro livrea contrastando la luce che filtra dall’alto.
Non paghi di queste due straordinarie esperienze, il giorno seguente decidiamo di andare a visionare l’alto fondale della seconda lingua di Cala Tramontana, ribattezzata Aquarius grazie alla notevole di quantità di pesce stanziale che vive in questa zona.
Qui, una protuberanza di roccia lavica scende lentamente per finire sulla sabbia a circa trentacinque metri di profondità. Inizia una spettacolare discesa su un fondale subacqueo misto di roccia e sabbia che ci porta a raggiungere una profondità massima di ottanta metri.
Per me questo è senza dubbio il miglior fondale di Pantelleria. La maggior parte delle gorgonie sono tutte bicolore, rosso violacee alla base e gialle sulla sommità e sono quasi tutte colonizzate dalle claveline.
Dopo aver scovato alcune grosse anfore completamente incrostate, al punto da essere confuse con la roccia, su un grosso masso trovo una meravigliosa stella gorgone appoggiata su di una gorgonia. Mentre riprendo con la mia GoPro 5 Hero questa stupenda scena mi accorgo che sotto il ventaglio rosso ci sono due ricci matita. Proseguo contento, pensando alle riprese appena fatte, quando su un altro masso, anch’esso ricoperto da Paramuricee, vedo altre due stelle gorgone con altrettanti ricci matita. Sono all’apice della felicità, non vedo l’ora di rivedere le immagini che ho filmato. Penso che se è vero che ogni subacqueo ha il suo mare io sono molto fortunato ad avere questo.
Only Pantelleria can do it…
👌